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LA GERMANIA METTE LA TESTA SOTTO LA SABBIA SUI COMBATTENTI ISIS. LA SVEGLIERANNO

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La Germania ha un bel problema da risolvere con gli  ex combattenti ISIS che vorrebbero rientrare o che sono già rientrati e che, essendo elementi altamente radicalizzati, possono presentare un problema per tutta la società tedesca, oltre che per la sicurezza. Ricordiamo che qualsiasi combattente ISIS che raggiunga un posto consolare tedesco può richiedere  il rimpatri, al contrario del Regno Unito che ha tolto la cittadinanza ad un gran numero di  combattenti.

Fabian G. uno dei circa 160 combattenti ISIS in Siria, è attualmente prigioniero delle milizie curde llo YPG nel nord del paese. Nel 2014 era partito con il fratello per combattere al fianco dell’ISIS,  e perfino il padre si era mosso per far tornare i due ragazzi, venendo a sapere che il maggiore era prigioniero dei curdi. Una richiesta del governo tedesco, afferma il padre , potrebbe far liberare ed espellere il ragazzo, ma questo sinora non è successo, essenzialmente per motivi di carattere politico. Anche se sussiste un obbligo giuridico per lo stato di protezione verso i cittadini, ovunque questi siano il governo non si è mosso e questo ha spinto due avvocati, Seda Basay e Ali Aydin, muoversi e presentare ricorso contro il governo federale. Un bel ginepraio per Berlino, che potrebbe essere costretta a riprendersi un combattente in casa.

La situazione è resa più spinosa dal fatto che il governo ha spesso perso di vista i combattenti radicalizzati già rientrati, sui quali non si sa nulla, anzi spesso non si sa neanche che furono combattenti dell’ISIS perchè non ne fu registrata l’uscita. Come fa notare il segretario del partito liberale Linda Teuteberg in un’interrogazione parlamentare, la scelta del governo tedesco di non fare, letteralmente, nulla , nè per i combattenti rientrati nè per quelli in Siria, ha portato ad una situazione in cui non si sa che cosa facciano nè dove siano, nè se costituiscano una minaccia per la società tedesca. Un esempio è costituito dal recentissimo caso</a> di una donna di ventisette anni arrestata dopo essere stata scoperta far proselitismo per l’ISIS ed inviare colà combattenti. Da comunicazioni dei servizi segreti si è scoperto che questa donna, che agiva liberamente in Germania, era la moglie di un combattente ed aveva fatto parte della temuta polizia religiosa dell’ISIS. I<strong>n Siria aveva comprato una schiava yazida di cinque anni salvo poi farla morire di caldo e di stenti</strong>. Questa bella personcina si muoveva libera sul territorio federale nella più totale noncuranza della autorità di sicurezza.

La Germania ha scelto di mettere la testa sotto la sabbia. Prima o poi qualcuno verrà a svegliarla

 


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