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Economia

La Germania in Allerta: Cresce la Dipendenza dalle Materie Prime Strategiche provenienti dalla Cina

Il sistema industriale tedesco ha sviluppato una pericolosa dipendenza dalle terre rare quasi tutte di origine cinese. Se Pechino mettesse die blocchi o dei vincoli, sarebbero grossi problemi per Berlino, con perdite potenziali enormi

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L’economia tedesca si trova ad affrontare una sfida sempre più pressante nel campo delle materie prime critiche, con una dipendenza dalle importazioni che, anziché diminuire, sta registrando un preoccupante aumento. Secondo uno studio recente condotto da Roland Berger per la Federazione delle industrie tedesche (BDI), la situazione sta diventando particolarmente critica soprattutto in relazione alle importazioni dalla Cina.

Il caso del germanio illustra perfettamente la vulnerabilità del sistema: con la Cina che controlla il 60% del mercato globale, le restrizioni all’esportazione imposte lo scorso anno hanno causato un’impennata dei prezzi del 70%, portando il costo a 2.280 dollari al chilogrammo. Senza neanche un monopolio la Cina può tranquillamente gestire come vuole i prezzi.

I danni potenziali di un controllo delle terre rare da parte della cina possono giungere sino a 115 miliardi di Euro, il 15% del Valore Aggiunti industriale generato in Germania. Un prezzo esorbitante, il chiodo sulla bara della competitività tedesca.

Questo esempio evidenzia come le materie prime possano essere utilizzate come leva geopolitica, una preoccupazione espressa dal presidente della BDI, Siegfried Russwurm.

La situazione è particolarmente allarmante considerando il ruolo cruciale di queste risorse per la transizione energetica. L’Unione Europea ha identificato diverse materie prime come critiche, tra cui:
– Terre rare pesanti (con la Cina che controlla il 100% della fornitura)
– Cobalto
– Litio
– Vanadio
– Nichel

Esiste un elenco specifico di queste materie prime strategiche preparato dalla Commissione Europea

Le potenziali perdite per l’economia tedesca  derivanti da limitazioni nel commercio o da semplici interventi sul mercato da parte della Cina potrebbero manifestarsi su più fronti:
1. Aumento dei costi di produzione dovuto all’incremento dei prezzi delle materie prime
2. Interruzioni nelle catene di approvvigionamento
3. Rallentamento della transizione energetica
4. Perdita di competitività nel mercato globale

Secondo gli esperti, l’assenza di alternative di fornitura rappresenta un rischio strategico significativo, simile a quello evidenziato dalla crisi del gas naturale russo.  Il problema è semplice e simile: anche in questo caso la germania, invece di assicurarsi una pluralità di fonti di approvvigionamento, anche  a costo di investire politicamente ed economicamente, ha scelto di seguire la via più facile ed economica nel breve periodo, comprare tutto in Cina, senza rendersi conto di creare una peircolosa dipendenza. La situazione richiede interventi urgenti, come sottolineato da Russwurm: “La Germania deve finalmente investire di più nella sicurezza delle materie prime.”

Mentre alcune iniziative europee, come il progetto della norvegese Norge Mining per l’estrazione di roccia fosfatica, offrono prospettive incoraggianti per il futuro, la Germania si trova attualmente in una posizione di vulnerabilità che potrebbe compromettere seriamente la sua leadership industriale se non verranno implementate rapidamente strategie efficaci di diversificazione delle fonti di approvvigionamento. Anche perché l’inziativa europea sulle materie critiche e rare, anche se teoricamente generosa, è molto complessa e di applicazione. lenta.

Berlino rischia un duro risveglio industriale.

 


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