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La Germania corre fino in Argentina a Vaca Muerta, nel tentativo di sostituire il gas russo

La realpolitik energetica tedesca colpisce ancora. Per sostituire i tubi di Mosca, la Germania si affida alla formazione di Vaca Muerta in Argentina. Il costo? Miliardi di dollari e una buona dose di ipocrisia ambientale.
Se c’è una cosa che la crisi energetica post-2022 ci ha insegnato, è che quando il freddo morde e le industrie rischiano di fermarsi, l’ideologia viene messa rapidamente in naftalina. La Germania, locomotiva d’Europa in affanno e paladina della transizione verde, ha appena firmato un accordo che è un capolavoro di pragmatismo economico e contorsionismo politico. Per garantire la sicurezza energetica e chiudere definitivamente il capitolo russo, Berlino andrà a prendere il gas naturale dall’altra parte del mondo, in Argentina. E non un gas qualsiasi, ma quello estratto tramite fracking dalle rocce di scisto: una tecnica che in Germania è vietata per legge, ma che evidentemente diventa accettabile se l’inquinamento resta nel cortile di qualcun altro.
L’accordo SEFE – Southern Energy: i numeri sul tavolo
La società statale tedesca SEFE (Securing Energy for Europe), che altro non è che la vecchia divisione di Gazprom nazionalizzata in tutta fretta da Berlino dopo l’invasione dell’Ucraina, ha stretto un patto di ferro con il consorzio argentino Southern Energy.
Non stiamo parlando di spiccioli, ma di una mossa strategica a lungo termine che definisce la nuova geografia degli approvvigionamenti tedeschi.
Ecco i dettagli salienti dell’operazione:
- Valore dell’accordo: Circa 7 miliardi di dollari.
- Volumi: 2 milioni di tonnellate di GNL (Gas Naturale Liquefatto) all’anno.
- Durata: Un contratto di otto anni.
- Inizio consegne: Previsto per la fine del 2027.
Il consorzio argentino è un “Who’s Who” dell’energia sudamericana e internazionale: include il gigante statale YPF, Pan American Energy (PAE), Pampa Energía, Harbour Energy e Golar LNG. La logistica è già pianificata nei minimi dettagli: il gas verrà liquefatto dalla nave Hilli Episeyo, una unità galleggiante che entrerà in funzione nel Golfo di San Matías, nella provincia di Río Negro.

Il bacino di Nequen, cerchiato in rosso, contiene i giacimenti di Vaca Muerta. Non è neppure il maggior giacimento di scisto dell’Argentina
Addio Mosca, benvenuta Vaca Muerta
L’accordo arriva in un momento cruciale. Siamo a fine 2025 e SEFE si prepara a rescindere i vecchi contratti preesistenti con la Russia all’inizio del 2027, sfruttando il divieto imposto dall’Unione Europea sul commercio di GNL russo. È la fine definitiva di un’era.
Ricordiamo tutti la politica del “Wandel durch Handel” (cambiamento attraverso il commercio), che aveva legato a doppio filo l’industria pesante tedesca ai gasdotti siberiani. Negli anni ’60 e successivi, la Germania Ovest costruiva i tubi per l’URSS in cambio di gas a basso costo. Quel modello ha garantito decenni di prosperità manifatturiera, ma è collassato in pochi giorni nel febbraio 2022.
La Germania si è trovata nuda alla meta. Senza il Nord Stream, Berlino ha dovuto compiere un miracolo logistico: costruire rigassificatori in tempi record (meno di 12 mesi, sospendendo quelle stesse norme ambientali che di solito bloccano i cantieri per anni) e cercare fornitori ovunque, dagli Stati Uniti al Qatar, e ora, l’Argentina.
L’ipocrisia del Fracking: “Non nel mio giardino”
Qui sorge l’aspetto più ironico della vicenda, che un osservatore attento non può fare a meno di notare con un sorriso amaro. La Germania importa questo gas dalla formazione di Vaca Muerta.
Si tratta della seconda riserva mondiale di gas non convenzionale (shale gas). Per estrarlo serve la fratturazione idraulica, o fracking.
In Germania, il fracking è visto come il male assoluto. È vietato per i rischi di contaminazione delle falde acquifere e per i microsismi. Tuttavia, la necessità economica detta legge:
- La Germania vieta l’estrazione domestica per proteggere il proprio suolo.
- La Germania finanzia massicciamente l’estrazione estera con le stesse tecniche.
- Il gas viene liquefatto, trasportato per migliaia di chilometri su navi metaniere (con relativo impatto ambientale) e rigassificato nel Mare del Nord.
È un classico caso di esternalizzazione delle “esternalità negative”. Il consumatore tedesco avrà i termosifoni caldi e la coscienza pulita, mentre le trivelle lavorano a Neuquén.
L’Argentina: da importatore a potenza esportatrice
Se per la Germania questo è un accordo di sopravvivenza, per l’Argentina è la consacrazione di un sogno economico. Il paese sudamericano, cronicamente afflitto da crisi valutarie, ha trovato in Vaca Muerta la sua miniera d’oro (o meglio, di idrocarburi).
La trasformazione in atto a Buenos Aires è impressionante e merita di essere analizzata attraverso i dati della produzione:
| Indicatore | Dati Recenti (Settembre 2025) | Tendenza |
| Produzione Petrolio | 833.874 barili/giorno | +14% su base annua |
| Produzione Gas | 90,96 milioni di metri cubi/giorno | In forte crescita |
| Ruolo Regionale | Esportatore netto verso Brasile e Cile | Ex importatore dalla Bolivia |
Il bacino di Vaca Muerta produce ormai tre volte il gas della Bolivia. L’inversione dei flussi è fisica, non solo metaforica: i gasdotti che per vent’anni hanno portato il gas boliviano verso sud sono stati modificati per spingere il gas argentino verso nord e verso il Brasile.
L’Argentina ha attirato 50 miliardi di dollari di investimenti in questa formazione geologica dal 2013. Ora, con l’accordo tedesco, entra ufficialmente nel club dei grandi esportatori globali di GNL.
Considerazioni economiche e logistiche
L’accordo è strutturato con la clausola “Free on Board” (FOB). In termini tecnici, questo significa che SEFE (e quindi la Germania) si assume la proprietà e il rischio del carico non appena questo lascia il porto argentino. È un rischio calcolato, ma che espone Berlino alle fluttuazioni dei costi di trasporto marittimo globale.
Inoltre, la logistica si basa su unità galleggianti (FLNG). La prima nave, la Hilli Episeyo, produrrà 2,45 milioni di tonnellate l’anno dal 2027. Una seconda unità, MK II, si aggiungerà nel 2028. Questo approccio modulare permette flessibilità, ma sottolinea anche l’urgenza: non c’è tempo per costruire enormi impianti di liquefazione terrestri, serve gas subito (o quasi). Senza queste forniture la Germania rischia di essere economicamente punita dai mercati internazionali.
Intanto Milei sorride della politica tedesca.
Conclusioni
L’abbandono del gas russo è definitivo, ma il costo è una dipendenza da fornitori geograficamente lontani e tecnicamente complessi. La Russia è dietro l’angolo, ma il governo tedesco non vede, con Merz, possibilità di mediazione.
L’accordo con l’Argentina dimostra che nel mondo post-globalizzazione “ingenua”, le risorse strategiche valgono più delle posizioni di principio. Berlino pagherà questo gas molto più di quanto pagava quello siberiano, e questo spread energetico continuerà a pesare sulla competitività dell’industria tedesca per il prossimo decennio.
Tuttavia, per l’economia globale, l’ingresso dell’Argentina come fornitore affidabile è una buona notizia: diversifica l’offerta e riduce il potere di ricatto dei soliti noti. Resta solo da vedere come il governo tedesco spiegherà ai suoi elettori verdi che il calore delle loro case proviene da quella fratturazione idraulica che hanno demonizzato per anni. Ma si sa, pecunia non olet, e a quanto pare, nemmeno il gas di scisto, se viaggia abbastanza a lungo per mare.
Domande e risposte
Perché la Germania acquista gas da così lontano aumentando i costi di trasporto?
La Germania ha perso il suo fornitore principale, la Russia, che copriva oltre la metà del fabbisogno a basso costo tramite gasdotti. Per garantire la sicurezza energetica ed evitare blackout industriali, Berlino è costretta a diversificare, acquistando GNL ovunque sia disponibile. L’Argentina offre stabilità politica relativa e riserve enormi, giustificando i costi di trasporto più elevati rispetto al rischio di rimanere senza energia o dipendere da fornitori instabili in Medio Oriente.
Che cos’è Vaca Muerta e perché è così importante per l’economia argentina?
Vaca Muerta è una formazione geologica di scisto (shale) immensa, situata nella provincia di Neuquén. È la seconda riserva mondiale di gas non convenzionale. Per l’Argentina, rappresenta la chiave per passare da importatore a esportatore di energia, generando valuta pregiata (dollari ed euro) fondamentale per stabilizzare la sua economia ciclicamente in crisi. Gli investimenti esteri e le esportazioni di gas stanno diventando il nuovo motore economico del Paese, sostituendo la dipendenza storica dall’agricoltura.
C’è una contraddizione tra le politiche ambientali tedesche e questo accordo?
Assolutamente sì. La Germania vieta il fracking sul proprio territorio per timori ambientali legati alle falde acquifere e ai terremoti indotti. Tuttavia, importando gas estratto con la stessa tecnica dall’Argentina (o dagli USA), Berlino esternalizza l’impatto ambientale. È un compromesso dettato dalla Realpolitik: la necessità di mantenere in vita l’industria tedesca e riscaldare le case ha prevalso sulla coerenza ideologica “green”, accettando implicitamente metodi di estrazione che in patria sono illegali.









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