Attualità
La Francia minaccia Twitter si bando se smette di censurare
Twitter potrebbe essere bandito dal territorio europeo. Lunedì scorso, il ministro francese per gli Affari Digitali, Jean-Noël Barrot, ha espresso preoccupazione per le future normative sull’AI e sul GAFAM. Nel mirino del governo è finito in particolare Twitter. Il social network di Elon Musk ha recentemente annunciato l’intenzione di uscire dal codice di condotta dell’Unione Europea contro la disinformazione online, a cui è rimasto soggetto fino ad ora.
Un “pendio scivoloso”, secondo quanto dichiarato martedì da Jean-Noël Barrot, che potrebbe segnare la fine di Twitter in Francia e nell’UE, soggetto al GDPR. Intervistato da France Info TV, il ministro delegato agli Affari digitali non ha esitato a fare leva sulla minaccia: “Dal 25 agosto prossimo si applicheranno le regole che la Francia ha fatto adottare in Europa e Twitter dovrà conformarsi e lottare attivamente contro la disinformazione, altrimenti Twitter non sarà il benvenuto in Europa“. Ovviamente per “Disinformazione si intende quella che così viene definita dalle autorità europee.
Il problema è che la libertà di pensiero e di parola, che un tempo erano il fondamento dei diritti dei popoli europei e democratici, sono visti sempre più come una minaccia da parte di una Commissione che non ha nulla di democratico. Pensate a quale informazione sarà ammessa, ad esempio, sui vaccini da una commissione il cui presidente si è rifiutato di consegnare i propri messaggi relativi alla trattativa con Pfizer.
Questa storica sanzione nei confronti di Twitter sarebbe considerata solo come ultima risorsa, sottolinea il ministro. In caso di mancato rispetto del GDPR, in particolare sulla questione della disinformazione, “la Commissione europea potrebbe imporre a Twitter sanzioni fino al 6% del fatturato globale, ovvero circa 300 milioni di euro”. Solo in caso di recidiva, l’UE potrebbe prendere in considerazione la possibilità di vietare del tutto il social network. “Twitter svolge un ruolo importante nel dibattito pubblico, ma non possiamo correre il rischio che un social network come Twitter si lasci prendere in ostaggio da chi promuove la disinformazione e che, di conseguenza, il nostro dibattito pubblico e la nostra democrazia ne risentano“, ha dichiarato il politico per giustificare la decisione.
Il fatto che un social media debba lasciare la UE
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