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Energia

La francese Orano costretta a interrompere la produzione di uranio in Niger

La società francese Orano, che fornisce combustibile nucleare, è costretta a fermare la sua ultima miniera in Niger perché non riesce più a esportare l’uranio stesso. Fine delle forniture dal Niger alla Francia. Oranod dovrà rivolgersi altrove

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Una delle maggiori attività minerarie in Niger è la miniera di uranio di Arlit, nel nord del Niger,  gestita da Somaïr, di cui Orano possiede il 63,4% e Sopamin, di proprietà dello Stato nigeriano.

Orano, che possiede il 63,4% di Somaïr, ha annunciato di aver interrotto le operazioni estrattive dalla miniera a partire dal 31 ottobre, citando il peggioramento della situazione finanziaria di Somaïr.

La chiusura del principale corridoio di esportazione tra il Niger e il Benin ha lasciato bloccate 1.050 tonnellate di concentrato di uranio delle scorte 2023 e 2024. Il corridoio con il Benin è stato riaperto per il petrolio, ma, evidentemente, non per l’uranio.

Orano stima il valore dell’uranio bloccato a 300 milioni di euro, pari a quasi la metà della produzione media annuale del sito. La società francese ha dichiarato di aver esplorato varie opzioni per sbloccare le esportazioni, tra cui il trasporto aereo dell’uranio attraverso la Namibia. Tuttavia, “tutte le proposte fatte alle autorità nigeriane sono rimaste senza risposta”, ha dichiarato la società.

Nonostante abbia descritto la sospensione come una “misura temporanea”, Orano ha espresso preoccupazione per l’impatto sui dipendenti e sui subappaltatori di Somaïr.

Il sito impiega 780 lavoratori e altrettanti subappaltatori, il 99% dei quali sono nigeriani. I lavoratori continueranno ad essere pagati fino al 31 dicembre 2024.

Miniera di Arlit

Relazioni tese

La sospensione arriva nel contesto del deterioramento delle relazioni tra Francia e Niger. La giunta, che ha preso il potere nel luglio 2023, ha espulso le truppe francesi dispiegate per combattere i militanti islamisti a dicembre.

A giugno, inoltre, ha ritirato a Orano la licenza di sfruttamento della miniera di Imouraren, uno dei più grandi depositi di uranio al mondo, causando una perdita di 133 milioni di euro nella prima metà dell’anno.

Il mese scorso, il Consiglio dei Ministri del Niger ha annunciato la creazione della Timersoi National Uranium Company (TNUC), gestita dallo Stato, anche se i dettagli sul suo ruolo rimangono poco chiari.

Orano (ex Areva), che opera in Niger dal 1971, possiede ancora tre miniere nel Paese, ma Somaïr è l’ultima ancora in produzione.

Nonostante le interruzioni in Niger, Orano ha assicurato che le sue forniture di uranio rimangono sicure, indicando fonti alternative in Canada e Kazakistan.

L’EDF francese, che necessita  di 8.000 tonnellate di uranio all’anno per alimentare i suoi 56 reattori nucleari, non dovrebbe trovarsi di fronte a carenze.


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