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La Fed taglia i tassi (di nuovo), ma è il caos: il FOMC più diviso degli ultimi 37 anni e un “Taglio del Falco”
La Federal Reserve abbassa i tassi al 3,50%-3,75% con un voto spaccato (9-3). È un “taglio del falco”: previsti freni tirati per tutto il 2026 mentre ripartono gli acquisti di titoli.

La Federal Reserve ha fatto quello che i mercati si aspettavano, ma lo ha fatto nel modo più confuso e frammentato possibile. Nella riunione conclusasi oggi, 10 dicembre 2025, il FOMC (Federal Reserve Open Market Commettee, l’organo che decide la politica monetaria) ha deciso di tagliare i tassi sui federal funds di 25 punti base, portandoli in una forchetta compresa tra il 3,50% e il 3,75%.
Si tratta di una mossa che porta il costo del denaro ai livelli più bassi dal 2022, ma chi si aspettava una discesa rapida e indolore verso tassi più bassi dovrà ricredersi. Quello a cui abbiamo assistito è un classico “Taglio del Falco”: la Fed ti dà lo zuccherino oggi, ma ti avverte che la dieta sarà ferrea per tutto il prossimo anno. Ecco comunque il grafico del tasso di riferimento della Fed:
Un Comitato mai così diviso dal 1988
La vera notizia non è il taglio in sé, ormai scontato, ma la frattura interna al comitato. Il voto finale è stato di 9 a 3, una divisione che non si vedeva dai tempi della presidenza Greenspan. La Banca Centrale naviga a vista, e l’equipaggio non è d’accordo sulla rotta:
Il taglio (la maggioranza): Powell e altri 8 membri hanno votato per il -0,25%, citando i rischi al ribasso per l’occupazione.
L’ultra-colomba: Stephen Miran ha votato contro, ma perché voleva un taglio più aggressivo, di 50 punti base.
I falchi a sorpresa: Austan Goolsbee (solitamente una colomba, il che rende tutto più surreale) e Jeffrey Schmid hanno votato contro il taglio, preferendo lasciare i tassi invariati.
Questa confusione riflette una realtà macroeconomica scomoda: i dati “soft” (sondaggi, sentiment) sono pessimi, mentre i dati “hard” (PIL, inflazione) tengono ancora, seppur a fatica. La Fed sta cercando di calibrare la politica monetaria guardando uno specchietto retrovisore appannato. La confusione dei dati si traduce in una confusione della politica monetaria.
Il Dot Plot gela il 2026
Se il taglio odierno è una boccata d’ossigeno, le proiezioni future sono una doccia fredda. Il famoso “Dot Plot”, il grafico che riassume le previsioni dei singoli banchieri, è rimasto invariato rispetto a settembre. Cosa significa? Significa che la Fed prevede soltanto un taglio di 25 punti base per tutto il 2026.
L’inflazione, pur essendo scesa, ha mostrato recenti segnali di risveglio (“somewhat elevated”, recita il comunicato), e questo impedisce a Powell di dichiarare vittoria. L’obiettivo è il “soft landing”, ma il rischio è di atterrare su una pista piena di buche.
Ritorna il QE (ma non ditelo a voce alta)
Tra le righe tecniche del comunicato, c’è una “piccola” novità da 40 miliardi di dollari. La Fed ha annunciato che inizierà l’acquisto di titoli del Tesoro a breve termine (T-Bills) per mantenere ampie le riserve. Per i puristi della politica monetaria, questa è “Gestione delle Riserve”. Per noi, e per chi guarda ai fatti, il Quantitative Easing è tornato. Iniettare liquidità nel sistema mentre si dice di voler combattere l’inflazione residua è la classica contraddizione che solo una banca centrale può gestire senza arrossire.
Conclusioni
Siamo di fronte a una Fed che taglia perché deve (l’occupazione rallenta), ma che segnala di voler fermarsi perché teme (l’inflazione non è morta). È un equilibrio precario. Con un mercato del lavoro che scricchiola e un’inflazione che non demorde, il 2026 si preannuncia un anno di attesa snervante, molto lontano dalle speranze di liquidità facile che Wall Street coltivava fino a ieri.
Domande e risposte
Perché viene definito un “Taglio del Falco”? Si definisce “Taglio del Falco” una mossa in cui la Banca Centrale riduce i tassi di interesse nell’immediato, accontentando le attese del mercato, ma accompagna la decisione con dichiarazioni o proiezioni (come il Dot Plot) molto rigide per il futuro. In questo caso, la Fed ha tagliato oggi, ma ha segnalato che nel 2026 ci sarà probabilmente un solo ulteriore taglio, deludendo chi sperava in un ciclo espansivo rapido e continuo.
Cosa implica una divisione 9 a 3 nel voto del FOMC? Una divisione così netta, la più alta dal 1988, indica che all’interno della Federal Reserve non c’è consenso sulla salute reale dell’economia americana. Significa che i modelli predittivi stanno fornendo segnali contrastanti: alcuni governatori temono una recessione imminente (e volevano tagliare di più), mentre altri vedono ancora rischi di inflazione o un’economia troppo solida per giustificare aiuti (e volevano tassi fermi). Questa incertezza aumenta la volatilità sui mercati.
La Fed ha ricominciato a stampare moneta? Tecnicamente la Fed ha annunciato l’acquisto di 40 miliardi di dollari al mese in titoli di stato a breve termine. Ufficialmente, lo scopo è tecnico: gestire il livello delle riserve bancarie per evitare problemi di liquidità nel sistema interbancario. Tuttavia, all’atto pratico, si tratta di immissione di liquidità nel sistema finanziario. Sebbene non sia il massiccio QE (Quantitative Easing) del periodo Covid, è comunque una forma di espansione del bilancio della banca centrale.










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