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La Costituzione: L’arma dimenticata contro lo strapotere UE. La lezione di Rinaldi (e dei tedeschi)
Costituzioni Nazionali: L’ultimo scudo contro l’UE? Rinaldi (e la Germania) svelano il conflitto economico che nessuno racconta.

Mentre il dibattito pubblico si concentra su quisquilie e lapsus quotidiani, c’è una domanda che in pochi si pongono, o che forse fa comodo ignorare: vi siete accorti che negli ultimi anni i diritti costituzionali sembrano essere diventati… opzionali? Come sottolineato in una recente intervista su Radio Radio TV da Fabio Duranti, molti cittadini percepiscono un “calpestio” dei loro diritti fondamentali, ma faticano a inquadrare il mandante.
Nell’intervento, l’europarlamentare Antonio Maria Rinaldi (che, ricordiamolo, è una firma di Scenarieconomici.it) offre un’analisi tecnica e tagliente che va dritta al cuore del problema: il conflitto, sempre più palese, tra la sovranità nazionale (sancita dalle Costituzioni) e il potere, sempre più pervasivo, delle istituzioni europee.
Il tentativo, per ora fallito, di Bypassare i popoli
Rinaldi, con la consueta ironia, ci ricorda un fatto storico cruciale che molti hanno dimenticato: il tentativo di creare una Costituzione Europea . Un progetto ambizioso che, guarda caso, si arenò di fronte a un “piccolo” ostacolo: il referendum in Francia, che bocciò la proposta.
Perché tanta fretta di creare una super-costituzione? La risposta, secondo l’economista, è semplice: “bypassare” le costituzioni nazionali . Quei documenti, infatti, rappresentano l’unico, vero “freno” allo strapotere decisionale di Bruxelles e Strasburgo. Finché quelle restano in vigore, l’UE non può avocare a sé la totalità delle garanzie e delle decisioni.
Il Modello Tedesco: Quando la Costituzione è Presa sul Serio
Il vero nocciolo della tesi di Rinaldi, però, risiede nel paragone con la Germania. Spesso ci viene narrato che Berlino “blocca tutto” per puro egoismo nazionale. La realtà tecnica è ben diversa e si chiama Corte Costituzionale tedesca (la Bundesverfassungsgericht di Karlsruhe).
Rinaldi evidenzia una differenza giuridica fondamentale che spiega molte cose:
- In Germania: Qualsiasi cittadino, la “persona della strada”, può attivare un ricorso diretto alla Corte Costituzionale se ritiene un provvedimento (anche europeo) lesivo dei propri diritti.
- La Conseguenza: La Corte tedesca è costretta a pronunciarsi e, come abbiamo visto più volte (ad esempio sulle misure della BCE), non esita a bloccare provvedimenti economici se li ritiene ultra vires o contrari alla legge fondamentale tedesca.
- In Italia: Questo livello di tutela diretta del cittadino, semplicemente, non esiste.
È questo il motivo per cui ogni manovra economica europea passa al vaglio di Karlsruhe, non un presunto “egoismo” tedesco. Loro, semplicemente, usano lo scudo costituzionale che noi sembriamo aver riposto in soffitta.
Il segreto della Costituzione italiana: L’Anima Keynesiana
E l’Italia? Qui Rinaldi tocca il tasto forse più dolente, e più interessante per chi segue un’ottica keynesiana. Siamo abituati a sentirci dire che la nostra è “la Costituzione più bella del mondo”, spesso da personaggi che poi ne ignorano la sostanza.
Rinaldi fa notare che la nostra Costituzione (in particolare nei suoi primi articoli) disegna un modello preciso: una vera e propria “costituzione economica” . Non è un caso: il consulente economico dei padri costituenti fu nientemeno che Federico Caffè , uno dei massimi economisti italiani di chiara “impronta keynesiana”.
Questo cosa significa? Significa che la nostra Costituzione, per essere attuata, richiede un modello economico basato su principi (come la piena occupazione e l’intervento pubblico a sostegno della domanda) che sono l’esatto opposto del modello ordoliberista su cui si fondano i trattati europei e l’architettura dell’Eurozona.
La conclusione dell’analisi di Rinaldi è disarmante: se oggi la Costituzione italiana resta in gran parte “non applicata”, non è per distrazione. È perché abbiamo adottato un’architettura economica (l’UE) che è strutturalmente e ideologicamente incompatibile con il modello economico (keynesiano) che la nostra stessa Costituzione prescrive. Il vero scontro non è tra partiti; è tra due visioni del mondo, e una delle due è scritta nella nostra Carta fondamentale.
Ecco il video, buona visione:
Domande e Risposte sul Testo
1) Perché, secondo Rinaldi, l’Unione Europea teme le costituzioni nazionali?
Secondo Rinaldi, le costituzioni nazionali sono “l’unico freno” reale al potere di Bruxelles. Esse contengono garanzie per i cittadini che l’UE vorrebbe avocare a sé. Dimostrazione ne è il tentativo, fallito grazie al referendum francese , di creare una “Costituzione Europea” unificata, il cui scopo principale era proprio quello di “bypassare” le tutele e le sovranità nazionali.
2) Che differenza evidenzia Rinaldi tra la Corte Costituzionale tedesca e quella italiana?
La differenza chiave è l’accessibilità. Rinaldi sottolinea che in Germania qualsiasi cittadino può adire direttamente la Corte Costituzionale tedesca per contestare un provvedimento. Questo la rende uno strumento di difesa potente e costantemente utilizzato, specialmente contro misure economiche europee. In Italia, questo tipo di ricorso diretto da parte del singolo cittadino non è previsto, rendendo lo “scudo” costituzionale molto meno reattivo.
3) Cosa intende Rinaldi per “costituzione economica” keynesiana?
Rinaldi spiega che la Costituzione italiana non è solo un elenco di diritti civili, ma delinea un preciso modello economico . Questo modello, influenzato dal grande economista keynesiano Federico Caffè , è finalizzato alla piena occupazione e al benessere sociale. Rinaldi sostiene che questo modello è strutturalmente incompatibile con l’impostazione economica dell’Unione Europea , e questa è la vera ragione per cui la nostra Costituzione, di fatto, non viene pienamente applicata.







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