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La Corte di Cassazione spagnola boccia le limitazioni alla libertà tramite il Green pass
La Corte Suprema spagnola è stata la prima autorità giudiziaria massima in Europa a pronunciarsi contro l’uso dei covid-pass per limitare l’accesso agli spazi pubblici, in particolare alle attività ricettive (bar, ristoranti e discoteche). Non è il primo tribunale spagnolo a prendere posizione contro i passaporti vaccinali, ma è il più importante. Finora, solo cinque delle 17 regioni autonome spagnole – Isole Canarie, Ceuta e Melilla, Andalusia, Cantabria e Galizia – hanno proposto di utilizzare passaporti vaccinali per limitare l’accesso agli spazi pubblici. E tutti sono stati respinti dai giudici locali. La Corte Suprema Spagnola è corrispondente alla nostra Corte di Cassazione.
Il Green Pass dell’UE è un documento con codice QR in un unico pezzo che può essere rilasciato a un viaggiatore sia in formato cartaceo che digitale. Ha lo scopo di dimostrare che il titolare ha ricevuto uno dei quattro vaccini autorizzati dall’Agenzia europea per i medicinali (BioNTech-Pfizer, Moderna, AztraZeneca e Johnson & Johnson), è risultato negativo per Covid-19 nelle ultime 48 ore o è stato contagiato da Covid negli ultimi sei mesi e quindi dotato di immunità naturale. Tuttavia, alcuni paesi come la Francia hanno scelto di consentire l’ingresso solo ai viaggiatori completamente vaccinati.
Molti governi stanno anche utilizzando i documenti per limitare l’accesso dei cittadini non vaccinati a spazi e servizi pubblici con i propri paesi, ma finora i giudici spagnoli hanno contestato questa tendenza, sostenendo che violerebbe alcuni diritti individuali costituzionalmente riconosciuti, come il diritto all’integrità fisica e alla privacy, e nello stesso tempo avrebbe un impatto limitato sulla salute pubblica. Anche le Corti Supreme dell’Andalusia e di Ceuta e Melilla hanno affermato che le misure sono discriminatorie. Quando la Corte Suprema dell’Andalusia si è schierata con le imprese alberghiere locali nel loro ricorso contro le misure proposte dalla regione per il passaporto per i vaccini, l’autorità regionale ha portato il caso dinanzi alla Corte Suprema nazionale. E ha perso.
Anche considerazioni economiche possono aver avuto un ruolo nella decisione dei tribunali. Il settore dell’ospitalità in Spagna genera un’enorme quantità di denaro e un enorme numero di posti di lavoro, specialmente durante l’alta stagione turistica (cioè in questo momento). Il settore ha già attraversato la frantumazione del blocco nazionale di tre mesi dello scorso anno e sporadici blocchi regionali. Anche con l’introduzione dei passaporti vaccinali, i visitatori stranieri continuano ad arrivare, anche se in modo minore. Come lo scorso anno, è la domanda interna che tiene in vita molte aziende e danneggiarla potrebbe dare un colpo troppo dure all’economia spagnola.
Quindi tutti i livelli del potere giudiziario in Spagna ritengono le applicazioni del Green pass come violazioni dei diritti fondamentali che non valgono il prezzo della riduzione della diffusione del covid. Questo ci porta a due conclusioni:
- la prima è che la Spagna si avvia a essere una sorta di paradiso turistico per chi non ama mostrare documenti e pass ogni volta che entra al ristorante o in una discoteca;
- probabilmente anche le Corti di Cassazione o Costituzionali di altri paesi si comporterebbero nello stesso modo. Perfino quella italiana potrebbe pronunciarsi, dopo questo precedente, come quella spagnola. Il problema sono i tempi.
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