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La Commissione investe 5,4 miliardi nell’idrogeno, senza avere l’energia per produrlo. Soldi gettati via

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La Commissione europea ha approvato un pacchetto di 5,4 miliardi di euro per la ricerca e lo sviluppo dell’energia a idrogeno, proprio nel momento in cui l’Europa rischia di restare senza gas metano e senza nucleare, cioè senza le fonti energetiche per produrlo. 

L’idrogeno è spesso erroneamente salutato spesso come la soluzione al “cambiamento climatico” e alle emissioni di anidride carbonica, anche ammesso che questa sia la causa di un aumento delle tecnologie, ma , in realtà, l’idrogeno è solo un modo costoso e complicato per trasmettere, non per produrre, energia.

L’idrogeno è una tecnologia notoriamente difficile da produrre in termini di efficienza. Per essere completamente ecologico, l’idrogeno deve essere prodotto elettrolizzando l’acqua, che si scinde nell’H2 e nell’O di cui è composta, invece di produrre carbonio aggiuntivo come la benzina. Le celle a combustibile a idrogeno si dimostrano sempre al di sotto degli standard e perdono il 30% di energia nel processo di scissione dell’H2 dall’ossigeno, oltre alla perdita di energia del 26% dovuta al trasporto dell’acqua di elettrolizzazione. Quindi, per ora, non è un processo efficiente.

Perché la leadership dell’UE continua a perseguire tecnologie da favola quando ha già accesso alla produzione di energia verde sotto forma di energia nucleare, o trasmettere energia sotto forma di biometano, ammoniaca o elettricità? Sebbene l’energia nucleare sia spesso demonizzata dagli ambientalisti, si tratta di una fonte a “zero emissioni” già sviluppata e in attesa di essere utilizzata. Se avessero davvero a cuore una riduzione immediata delle emissioni di anidride carbonica, i governi smetterebbero di sprecare il loro tempo e le loro tasse in parchi eolici terribilmente inefficienti e in tecnologie da sogno come l’idrogeno e si concentrerebbero su fonti energetiche “pulite” già collaudate.

Il principale svantaggio dell’energia nucleare è il costo, che si aggira intorno ai 15 miliardi di dollari per impianto. Ma l’UE ha già speso 232 miliardi di dollari dal 2014 al 2020 per iniziative sul cambiamento climatico che, a quanto pare, non sono servite a nulla, visto che ancora oggi diffondono isteria sul riscaldamento globale. In questo lasso di tempo avrebbero potuto costruire decine di centrali nucleari in tutta Europa e farla finita. Ovviamente la UE non farà nulla per risolvere il problema del cambiamento climatico, perché non è una questione scientifica, ma ideologica.

Nel frattempo, le singole nazioni europee iniziano a rendersi conto di essere destinate al disastro in termini di economia e di capacità di fornire calore nei mesi più freddi. Alcuni stanno tornando ad utilizzare vecchie fonti energetiche, come il carbone, mentre si chiedono le forniture di gas russo. Presto la UE dovrà tornare alla base della politica e dell’energia e imparare da zero il vecchio detto latino: “Primum vivere, deinde philosophari”, prima sopravvivi, poi fai filosofia.


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