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La Colombia vuole liberarsi del petrolio: riuscirà la sua economia a reggere?

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Da quando Gustavo Petro, uomo di sinistra socialista, ha assunto la carica di Presidente della Colombia nel 2022, si è impegnato ad abbandonare il petrolio e il gas a favore di alternative verdi. Petro vuole dimostrare al mondo che un paese che dipende dai combustibili fossili può decarbonizzarsi e avere successo economico.

Molti rappresentanti dell’industria petrolifera e del gas colombiana non sono d’accordo con l’approccio di Petro e vedono un futuro per i combustibili fossili fino a quando ci sarà domanda. Molti operatori del settore ritengono che sia fondamentale continuare a produrre petrolio e gas per sostenere l’economia colombiana il più a lungo possibile, con diversi progetti in cantiere per continuare a sviluppare l’industria estrattiva e fornire l’economia colombiana di importantissime risorse finanziarie necessarie al suo sviluppo. Nel 2021 le risorse generate dell’export di petrolio colombiano sono state pari a 13,5 miliardi di Usd.

Da quando è entrato in carica, Petro ha bloccato le nuove trivellazioni di petrolio e gas e ha parlato pubblicamente del suo obiettivo di ridurre la produzione a favore di alternative rinnovabili. Questo approccio è piuttosto controverso per un Paese che è il quinto esportatore di carbone e un produttore di petrolio e gas con grandi riserve non sfruttate. Tuttavia, in occasione della conferenza sul clima COP28 di dicembre, Petro è stato il primo leader di un grande Paese e il primo Stato produttore di combustibili fossili ad appoggiare la richiesta di un trattato di non proliferazione dei combustibili fossili. In precedenza questa idea era stata sostenuta solo dalla società civile e dalle piccole nazioni insulari.

Alla COP28, Petro ha anche annunciato il lancio di un’importante politica nazionale sul clima, con l’obiettivo di stanziare 32 miliardi di dollari – pari a circa il 2,5% del PIL del Paese – per progetti di trasporto ecologico, energia pulita e adattamento al clima. A differenza di molti suoi omologhi latinoamericani, come AMLO in Messico e Madero in Venezuela, Petro non vede il petrolio e la produzione a lungo termine come la chiave della prosperità economica. Inoltre, alcuni pensano che Petro possa far parte di una nuova generazione di leader che attribuisce maggiore importanza all’ambiente e al potenziale impatto del cambiamento climatico.

Petro non è l’unico leader latinoamericano che, a parole, si sta allontanando dai combustibili fossili: il presidente brasiliano di sinistra Lula da Silva ha denunciato la prosecuzione delle trivellazioni per la ricerca di petrolio e gas come parte della sua campagna presidenziale dello scorso anno. I due Paesi ospitano un’ampia porzione della Foresta Amazzonica, che negli ultimi anni ha guadagnato sempre più attenzione grazie agli attivisti per il clima e alle organizzazioni internazionali che si battono per proteggere gli importanti ecosistemi della regione. Durante il loro breve mandato, Petro e Lula sono riusciti a ridurre in modo significativo la deforestazione nei loro paesi.

Nonostante le ambiziose promesse sul clima, nelle ultime settimane Lula è stato messo sotto accusa per aver annunciato che il Brasile sarebbe entrato a far parte dell’OPEC+ come osservatore. Ha dichiarato che la mossa era volta a convincere alcuni dei maggiori produttori di petrolio e gas del mondo a investire i profitti nel settore delle energie rinnovabili. Però si è trattato solo di parole: poco dopo l’annuncio, il governo brasiliano ha messo all’asta più di 602 lotti per lo sfruttamento di petrolio e gas. Il Brasile sta inoltre pianificando un aumento del petrolio e del gas rispettivamente del 63% e del 124% tra il 2022 e il 2032, per diventare il quarto paese produttore di petrolio al mondo. Questo ha lasciato molti dubbi sulla dedizione di Lula alle sue promesse sul clima e si chiede se altri leader latinoamericani, come Petro, seguiranno il suo esempio. Già ora il Brasile è un grande produttore di petrolio con 3,6 milioni di barili estratti al giorno:

Produzione ed esportazione di petrolio dal Brasile.

La Colombia non ha ancora interrotto la produzione di petrolio e gas e ha diversi progetti in corso d’opera. Lo scorso novembre, la compagnia petrolifera statale colombiana Ecopetrol e il partner brasiliano Petrobras hanno iniziato a perforare il pozzo di valutazione offshore Orca Norte 1 nel blocco Tayrona. Le due aziende sperano di trasportare il gas verso la terraferma attraverso un nuovo gasdotto che dovrebbe raggiungere anche il giacimento di gas di Chuchupa. Ecopetrol sta inoltre collaborando con Shell per sviluppare la scoperta di Gorgon nel blocco COL-5, che si trova in acque ultra-profonde.


Sulla terraferma, Geopark e Hocol stanno sviluppando il blocco Llanos 123, uno dei cinque blocchi di esplorazione che si sono aggiudicati nel 2019. Dopo due scoperte di successo, il duo spera di poterne fare altre nel corso del prossimo anno. Nel frattempo, il produttore canadese indipendente di gas Canacol prevede di perforare il pozzo esplorativo Pola-1 nel blocco VMM-45 nella prima metà del 2024, dopo tre recenti scoperte.

Questo mese, l’azienda canadese Arrow Exploration Corp ha annunciato l’intenzione di perforare 15 pozzi con un budget per il 2024 di 33,68 milioni di dollari. La società mira a espandere il blocco Tapir e a sviluppare il giacimento Carrizales Norte (CN). Ha in programma la perforazione di tre pozzi orizzontali a CN e di quattro pozzi verticali. L’amministratore delegato di Arrow, Marshall Abbott, ha dichiarato: “Arrow è orgogliosa del lavoro svolto e dei risultati ottenuti nel 2023. I nostri tassi medi di produzione sono più che raddoppiati nel corso dell’anno e la società ha dimostrato di essere in grado di eseguire un programma di lavoro aggressivo”. E ha aggiunto: “La società ritiene di essere in grado di ottenere una crescita di produzione simile nel 2024″. Arrow ha scoperto una nuova area centrale multizona e ha registrato un cambiamento positivo nelle riserve. Arrow è stata anche in grado di completare un programma sismico 3D di 100 chilometri quadrati e di sviluppare numerose nuove prospettive”.

Il presidente colombiano Petro nutre grandi speranze per la transizione ecologica del paese ricco di petrolio, dando seguito alle promesse sul clima fatte durante la sua campagna elettorale del 2022. Petro ha espresso chiaramente la sua posizione alla COP28, suggerendo che spera di rendere la Colombia una delle poche major petrolifere a passare rapidamente dai combustibili fossili alle alternative rinnovabili. Ciononostante, l’industria petrolifera colombiana continua a espandersi, con diversi progetti previsti per il medio termine. Inoltre, dopo le azioni incongruenti del Presidente brasiliano Lula in materia di impegni climatici e di industria petrolifera e del gas, molti si chiedono se Petro sarà in grado di rispettare i suoi impegni climatici e allo stesso tempo di stimolare la crescita economica del Paese sudamericano. La mancanza di crescita rischia di far ricadere il paese in un’instabilità politica da cui sembra esseresi, solo da poco, emancipato.


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