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Energia

La cinese Dongfeng presenta la mega-turbina eolica da 26 MW, me Trump blocca il settore Offshore USA

Gongfeng presenta la mega turbina eolica cinese da 26 MW, la più grande al mondo, confermando la supremazia cinese nelle energie rinnovabili, ma gli USA di Trum bloccano le licenze offshore, ponendo un freno al settore

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Lo scorso anno, le vendite e gli investimenti della Cina nel settore delle energie rinnovabili hanno raggiunto la cifra record di 13,6 miliardi di yuan (1,9 miliardi di dollari), superando il totale dei finanziamenti globali per i combustibili fossili, pari a 1,12 trilioni di dollari.

La capacità installata in Cina per le energie rinnovabili, tra cui l’eolico e il solare, ha raggiunto i 1.410 gigawatt, superando il carbone.

La Cina è diventata particolarmente dominante nella produzione di energia solare, avendo investito 10 volte di più dell’Europa nelle linee di produzione di pannelli solari e controllando circa il 95% del polisilicio e dei wafer mondiali.

La Cina, tuttavia, è altrettanto dominante nell’energia eolica e attualmente gestisce quasi la metà delle turbine eoliche offshore installate nel mondo, con 26 GW su un totale di 54 GW a livello mondiale.

Non sorprende quindi che la più grande economia asiatica sia anche la sede di alcune delle più impressionanti opere di ingegneria nel settore delle energie rinnovabili.

La Mega turbina Dongfeng (dongfeng)

La cinese Dongfang Electric Corporation ha lanciato una turbina eolica offshore da 26 megawatt (MW), la più grande al mondo sia per capacità che per dimensioni. Il produttore statale afferma che la turbina vanta un diametro delle pale di oltre 310 metri (1.107 piedi) e un’altezza del mozzo di 185 metri (607 piedi).

Questa turbina eolica offshore è progettata per aree con velocità del vento di 8 metri al secondo e oltre. Uno di questi giganti è in grado di generare 100 GWh di energia all’anno con venti medi di 10 metri al secondo, sufficienti ad alimentare 55.000 abitazioni. Ciò è sufficiente per ridurre il consumo standard di carbone di 30.000 tonnellate e le emissioni di CO2 di 80.000 tonnellate:

Il progetto segna una svolta nella transizione energetica globale. Le turbine eoliche offshore possono essere costruite in mare aperto, dove i venti soffiano più forti, e sono quindi una soluzione ideale per il mix di energia pulita che non occupa terreni preziosi.

 

Componente della mega turbina

Il blocco dell’energia eolica offshore di Trump

Purtroppo, il settore dell’energia eolica in America è ora ufficialmente nel limbo del secondo mandato di Trump nello Studio Ovale. Con una mossa molto controversa che ha provocato scosse nel settore dell’energia pulita, Trump ha emesso un ordine esecutivo nel suo primo giorno di ritorno alla Casa Bianca, che ha di fatto bloccato la crescita dell’energia eolica negli Stati Uniti.

L’ordine di vasta portata congela le approvazioni per i progetti sia onshore che offshore, sospende le vendite di contratti di locazione per l’energia eolica offshore e richiede una revisione completa dei contratti di locazione esistenti. Questo provvedimento ha creato una notevole incertezza sul futuro dell’energia eolica negli Stati Uniti e ha suscitato ampie critiche da parte di gruppi ambientalisti, operatori del settore e sostenitori delle energie rinnovabili.

L’incertezza è ulteriormente aggravata dalle potenziali ricadute economiche. L’energia eolica fornisce attualmente il 10% dell’elettricità statunitense ed è una delle fonti energetiche più convenienti, con un costo di circa 27 dollari per megawattora, anche se la fornitura è instabie e crea problemi alla rete. In confronto, le centrali a gas hanno un costo livellato dell’elettricità (LCOE) di circa 45 dollari per megawattora, mentre le centrali a carbone generano elettricità a 69 dollari per megawattora. La sospensione dello sviluppo dell’energia eolica rischia di mettere a repentaglio questo vantaggio di costo, con conseguente aumento dei prezzi dell’energia e dell’elettricità.

Campo eolico offshore USA

Il disprezzo di Trump per l’energia eolica è ben documentato. In precedenza, Trump si è lanciato in una bizzarra filippica, etichettando le turbine eoliche come “mulini a vento” e i più grandi uccisori di uccelli, quindi la sua ultima presa di posizione contro l’energia eolica potrebbe non essere una sorpresa.

Detto questo, l’energia eolica offshore è stata un po’ difficile da vendere negli Stati Uniti. La prima asta per l’energia eolica offshore nel Golfo del Messico, indetta dall’amministrazione Biden nel 2023, si è conclusa con una misera offerta di 5,6 milioni di dollari, evidenziando quanto possa essere difficile per le energie rinnovabili guadagnare terreno nelle roccaforti del petrolio e del gas.

La tedesca RWE si è aggiudicata i diritti su 102.480 acri (41.472 ettari) al largo della Louisiana. Si tratta dell’offerta più bassa per un contratto di locazione eolica offshore dall’inizio dell’amministrazione Obama. Le altre due aree in offerta al largo del Texas non hanno ricevuto offerte.

L’amministrazione Biden aveva fissato l’obiettivo di distribuire 30 gigawatt (GW) di energia eolica offshore entro il 2030, e le tre licenze del Golfo messe insieme avevano il potenziale per fornire più del 10% di tale quantità. Ora questo cambiamento di direzione cancella qusto obiettivo e comunque l’area del Gold del Messico, o d’America, non appare interessante, nonostante vi sia il Know-how locale necessario per costruire e manutenere questo tipo di strutture.


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