Attualità
La Cina torna a essere il primo importatore di gas naturale liquefatto: problemi per l’Europa
Lo scorso anno la Cina è tornata al primo posto tra gli importatori di GNL, con un aumento delle spedizioni del 12% a quasi 71 milioni di tonnellate, secondo quanto riportato da Bloomberg, dopo aver analizzato i dati di tracciamento delle navi cisterna.
La ripresa delle spedizioni di GNL fa seguito a un 2022 debole, in cui i prezzi elevati del GNL, dovuti alla crisi del gas in Europa, hanno frenato la domanda e hanno spinto la Cina a cercare alternative più convenienti al combustibile liquefatto.
Si ritiene che la Cina rimanga il principale motore della domanda di GNL a livello globale anche a lungo termine. Secondo Rystad Energy, il Paese vedrà un aumento del 20% della domanda di gas naturale liquefatto nei prossimi due anni, con un totale annuo di 84 milioni di tonnellate nel 2025. Secondo la società di consulenza, la domanda salirà ulteriormente a 136 milioni di tonnellate entro il 2030.
Se la crescita della domanda in Cina fosse più veloce dell’aggiunta di nuove capacità produttive, potremmo assistere ancora una volta a guerre sui prezzi, proprio nel momento in cui l’Europa aumenta la sua dipendenza dal combustibile liquefatto con un maggior numero di terminali di rigassificazione galleggianti.
L’anno scorso si temeva che l’Europa potesse trovarsi di nuovo in difficoltà per quanto riguarda il gas, dato che la Cina si era rivolta al mercato spot per assicurarsi i carichi per l’inverno, dopo aver firmato diversi accordi di fornitura a lungo termine con gli Stati Uniti e il Qatar.
Per il momento, questo non ha avuto alcun effetto sulla fornitura di gas in Europa, soprattutto a causa del clima relativamente mite, ma l’inverno non è ancora finito e l’offerta potrebbe ancora restringersi quando l’UE attingerà al suo stoccaggio invernale di gas.
Anche la Cina sta cercando di diversificare le proprie forniture. È uno dei principali clienti dei produttori di GNL statunitensi, ma è anche un grande investitore nel progetto Arctic LNG 2 della Russia, che è stato recentemente aggiunto alla lista delle sanzioni degli Stati Uniti. Secondo quanto riferito, ciò ha portato a una rara richiesta di esenzione dalle sanzioni da parte della Cina, che vuole rimanere un acquirente di GNL da entrambi i Paesi.
Paradossalmente le sanzioni USA che colpiscono lo sviluppo del GNL russso, soprattutto del grande giacimento Artic 2, potrebbero potenzialmente mettere in difficoltà il mercato del gas europeo con una stretta dell’offerta.
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