Attualità
La Cina sta valutando di emettere una stable coin in Yuan? Una rivoluzione per l’economia
La PBOC, la banca centrale cinese sta cercando di assumere specialisti nel settore dell criptovalute. Non solo programmatori, ma anche esperti nel settore legale e della finanzia il tutto con un bando ufficiale. Tutto ciò appare strano in un paese dove le criptovalute e le ICO sono bandite, almeno in modo ufficiale, a partire dalla metà del 2017 e tutte le attività correlate sono state costrette a trasferirsi o a Hong Kong o a Singapore o addirittura il Europa.
La mossa sembra voler anticipare la possibilità di emissione di una valuta virtuale “Ufficiale” basata sulla blockchain: infatti se si trattasse esclusivamente dello studio di un’applicazione pratica della DLT nella gestione distribuita dei dati non avremmo un coinvolgimento di economisti e di legali, ma solo di tecnici programmatori. In realtà l’introduzione di una valuta virtuale di Stato, usualmente denominata CBVC, Central Bank Virtual Currency, presenterebbe dei vantaggi estremamente rilevanti dal punto di vista dell’implementazione delle politiche monetarie., perchè ne permetterebbe l’applicazione in modo istantaneo, senza distorsioni legate al passaggio dal sistema creditizio, ma permettendo un’efficacia istantanea della misura stessa.
Normalmente la liquidità viene immessa dalle Banche Centrali tramite ‘interazione con il sistema bancario, cioè tramite l’acquisto di titoli dagli operatori (operazioni di mercato aperto) oppure l’abbassamento dei tassi di rifinanziamento. Purtroppo queste dinamiche si sono rivelate spesso inefficaci, da un lato per rigidità del sistema creditizio stesso, altre volte perchè le banche erano comunque eccessivamente cariche di NPL e quindi assorbivano la liquidità, ma non la riversavano nel credito, altre vole perchè il credito stesso veniva concesso a fronte di attività speculative, rischiose o economicamente indesiderate, come i buy back azionari. Immaginiamo una situazione in cui ogni azienda, anzi ogni cittadino, abbia a disposizione un wallet, per cui, l’azione di immissione di liquidità possa avvenire a livello retail ad esempio con la concessione di una Apertura di Credito sul wallet, regolata da smart contract, di una durata predeterminata. La Banca Centrale, o il Tesoro, in un momento di depressione, potrebbero far pervenire le risorse finanziarie direttamente alle aziende che le utilizzeranno , specificando le modalità di rientro nel tempo ed i tassi precisi di interesse applicati, se applicati. Potremmo avere i seguenti vantaggi:
- l’ente di governo monetario controllerebbe precisamente la quantità di valuta immessa;
- l’ente di controllo monetaria controllerebbe il tempo dell’azione, potendo determinare a priori la durata in modo automatico, oppure lasciando un tempo minimo oltre il quale si valuterà il ritorno;
- si potrebbero definire i settori industriali di intervento;
- vi sarebbe una minore possibilità di creazione di bolle immobiliari o dei mercati finanziari, la cui creazione non deriverebbe dall’intervento distorsivo degli istituti di credito, ma come effetto secondario dall’incremento della ricchezza generale;
- si potrebbero impedire i leverage buyback;
- volendo andare ancora più sul dettaglio sarebbe possibile attivare meccanismi di Helicopter Money, se necessario, o di Helicopter Credit, in cui sono direttamente i cittadini a poter godere di un contributo monetario o di una facilitazione creditizia direttamente al dettaglio, con il superamento pratico di molti dei limiti della politica monetaria e la possibilità di incidere in modo istantaneo sulla domanda, ad esempio dando un tempo di scadenza nell’utilizzo del denaro distribuito.
Appare chiaro che una politica monetaria del genere difficilmente può essere svolta da una Banca Centrale occidentale, perchè questa è espressione del sistema creditizio che, nell’operazione verrebbe completamente esautorato, mentre dovrebbe essere svolta in collaborazione fra il Tesoro e la Banca Centrale ed in accompagnamento con misure di politica fiscale, complementando le stesse. La differenziazione fra le due politiche non sarebbe tanto negli effetti o negli intermediari, quanto nella temporaneità o nella permanenza degli strumenti utilizzati, con quelli monetari rapidi, ad utilizzo spot, e quelli fiscali aventi invece un’azione di più ungo termine.
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