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La Cina spiega al mondo che gli USA non controllano più i mercati: Obama ha contribuito a dare la spallata finale al capitalismo? Gli US-dem (e l’EU) pagheranno lo scotto…

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Per chi non lo avesse capito quello che sta succedendo sui mercati in questi giorni è nipote di una guerra all’ultima moneta, della serie Obama con il suo avventurismo ideologico ci sta facendo accorgere che la fine del dollaro come valuta di riserva globale causerà problemi per tutti. In ogni caso troppo facile dare la colpa al primo presidente nero degli USA: egli è certamente stato molto avventuriero ed ideologico in politica estera ma i suoi predecessori non erano stati da meno. La grande differenza tra lui e gli altri presidenti è che i predecessori recenti erano intervenuti a livello globale con l’accordo di tutti i partner, per altro senza uccidere i propri alleati storici. Obama no, ha preferito fare qualcosa di nuovo, ha cancellato i riferimenti storici degli USA, ha aperto numerosissimi fronti di guerra senza per altro chiudere i vecchi ed ha attuato una politica economica suicida non solo per l’economica degli States ma anche per il mondo occidentale .

Mi spiego. Il capitalismo, la meno imperfetta dottrina di gestione socioeconomica organizzata dell’esistenza umana, ha due enormi difetti: non controlla nè la disoccupazione nè la distribuzione della ricchezza (verrebbe da dire che non controlla nemmeno l’inflazione, almeno con l’arma monetaria, se non fosse che l’headline inflation che ci viene propinata dai governi sottostima l’inflazione reale, fate conto dell’evoluzione dei prezzi dei beni di prima necessità venduti al supermarket negli anni e mi direte…). In un’elaborata analisi Marx aveva visto proprio questo e ne aveva costruito una sofisticata teoria, sull’accumulo della ricchezza, sulla valorizzazione dei fattori produttivi, sul prezzo delle commodity partendo proprio dai difetti del mondo dei ricchi.

Obama in tutto questo che ha fatto? Temo il peggio. A valle della sue elezione gli USA non sono veramente riusciti a riprendersi ed oggi non sono in forma, tutt’altro: la finanza allegra e gli stra-eccessi dei QE Obamiani hanno salvato la classe più ricca e le banche ma a farne le spese sono state le varie classi medie americane, gli USA sono un federazione enorme (i QE post Lehman erano necessari, poi sono diventati inutili se non per l’upper 0,001% della popolazione che si è arricchita a dismisura). In tutto questo le politiche obamiane hanno da un parte cercato una soluzione solo finanziaria alla crisi, il crollo di questa giorni farà giustizia dei vari monetaristi scuola Helicopter Ben. Dall’altra hanno minato l’economia reale, Bottarelli* columnist del Sussidiario sta debitamente commentando le parole a sproposito del più obamiano tra i media group Italiani, quelli locali di proprietà Exor che hanno avuto la benedizione Dem da quando venne salvata la Chrysler (facile previsione che gli investimenti in Italia della famiglia, calcio incluso, saranno prossimi allo zero nei prossimi 5 anni, vedasi oltre). Per misurare la crisi USA basterebbe dire che gli occupati USA di oggi sono solo di poco superiori a quelli del 2007 ma con paghe più basse tenendo conto dell’inflazione; che la disoccupazione USA è in un certo qual modo taroccata in quanto chi non trova lavoro per due anni consecutivi viene tolto dalle statistiche (si chiama labour participation rate). FireShot Screen Capture #186 - 'United States Average Hourly Wages I 2006-2015 I Data I Chart I Calendar' - www_tradingeconomics_com_united-states_wages

FireShot Screen Capture #187 - 'United States Labor Force Participation Rate I 1950-2015 I Data I Chart' - www_tradingeconomics_com_united-states_labor-force-participation-rate

FireShot Screen Capture #186 - 'United States Average Hourly Wages I 2006-2015 I Data I Chart I Calendar' - www_tradingeconomics_com_united-states_wages

O che i costi federali per i voucher (food stamps) per chi non ha da mangiare stanno esplodendo tanto che il governo li ha dovuti tagliare.

Foodstamp2 Feeding_Usa

E che i valori di GDP USA degli scorsi anni sono stati sempre REGOLARMENTE corretti al ribasso ex post (oggi si modificano i dati del GDP USA del 2012, e poi ci si lamenta dei cinesi taroccatori di dati statistici…).

FireShot Screen Capture #189 - 'News Release_ Gross Domestic Product' - www_bea_gov_newsreleases_national_gdp_gdpnewsrelease_htmFireShot Screen Capture #188 - 'News Release_ Gross Domestic Product' - www_bea_gov_newsreleases_national_gdp_gdpnewsrelease_htm

In tutto questo la storia ci dice che i cittadini votanti americani – quelli che stanno bene – quando perdono soldi si arrabbiano e dunque voltano le spalle al partito del presidente alle elezioni successive (Bye Bye Mrs. Clinton?).

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In tutto questo che c’entra la Cina? C’entra eccome. Infatti nella folle politica estera degli scorsi 6 anni la corrente amministrazione USA ha costantemente esportato volatilità, minando governi democraticamente eletti in quanto non allineati alla sua politica di apertura al nuovo (è l’unica costante rappresentativa che ho saputo trovare nella politica estera obamiana) senza però preoccuparsi delle necessarie transizioni. Ed ecco la chiusura con Israele – per altro supportando sempre e comunque l’Arabia con il ruolo di potenza regionale, ndr – ma senza risolvere il problema palestinese, ecco le primavere arabe che hanno aperto le porte all’Isis ed al caos, ecco l’abbattimento di governi amici (Egitto nel 2010/11, Italia nel 2011, Turchia dal 2011 ecc.). Le aperture ad Iran e Cuba sono solo di facciata, soprattutto per quanto riguarda Teheran la cui supposta pace verrà ribaltata dal prossimo governo soprattutto se repubblicano e/o filosionista.

Dulcis in fundo la sfida più grande, quella alla Russia via Ucraina, ossia al paese nucleare detentore della maggior parte delle risorse naturali mondiali. Ed anche il paese più grande. Ed anche un paese sotto molti versi con grandi radici socialiste, almeno dal 1917. E confinante con il vero paese socialista, al grandissimo paese chiamato Cina, ossia a quello che ha la maggiore popolazione del mondo e ritmi potenziali di crescita da paura. Chiaramente l’attacco americano voleva solo essere alla Russia, non a Pechino: stessi modi del 1998 per costringere alla privatizzazione degli assets l’orso moscovita, stesso strumento usato per indurre la fine (di stenti) del comunismo, il crollo delle materie prime in generale incluso il prezzo del greggio e del gas. Peccato che la classe dirigente cinese abbia dimostrato assoluta superiorità schierandosi nel risiko globale apertamente con Mosca: il messaggio di Pechino è stato qualcosa del tipo “io ti aiuto con gli USA, tu mi dai le materie prime”.

E così fu: contratti pluriennnali di gas e chissà cosa altro. Dal lato russo si è ottenuta la liquidità per evitare che la Russia si schiantasse finanziariamente durante la crisi del rublo di inizio anno, leggasi swap yuan/rubli scambiati a mercato aperto. A Washington non hanno capito l’antifona, la Cina non è la Russia, è una cultura differente, se uno avesse solo letto L’Arte della Guerra, scritto da un cinese secoli fa capirebbe che i cinesi combattono le guerre solo quando sono sicuri di vincerle (la sfida alla Russia ha dato la chance che mancava alla Cina per sfidare l’egemonia USA).

Ed infatti stanno vincendo: Obama ha continuato le provocazioni non solo in Ucraina ma ha anche fatto rimostranze aperte o malcelate contro l’espansionismo cinese in Asia. Scelta disastrosa. E come se non basasse ha reiterato la sfida alla Russia, dimenticandosi che a prezzi bassi del petrolio è vero che la Russia soffre ma se Mosca è opportunamente supportata dal paese grandissimo consumatore che gode dei prezzi bassi – encore, la Cina – alla fine l’alleanza diventa micidiale.

E micidiale lo è, credetemi. Un mese fa le banche Usa hanno dato l’ultima botta al ribasso all’oro, durante le festività sono partiti ordini assurdi fatti apposta per annientare il prezzo dell’oro in un liquidity dip e fargli sfondare il livello tecnico di 1’080 USD/oz, senza riuscirci. Questo probabilmente sta nelle more della guerra sulle materie prime in corso che si sta concentrando sul petrolio; o in altre situazioni che non conosciamo, tipo rendere l’oro per l’opinione pubblica un investimento “obsoleto” ed “insicuro”, “non necessario” casomai qualcuno non avesse tutto l’oro che dichiara di avere. E’ comunque certo che, in tutto questo marasma, gli USA abbiano fatto in modo che l’FMI rimandasse la decisione se inserire o meno la Cina tra le valute di riserva globali e questo ha infastidito enormemente Pechino. Chiaro che le riserve auree cinesi sono ad oggi sottostimate e di fatto la Cina avrà vinto se solo a valle della decisione di ammettere lo yuan a status di valuta di riserva venissero annunciate depositi aurei superiori a quelli USA. Appunto, il crollo del prezzo dell’oro voleva forse evitare che ci fosse il ritiro del metallo giallo in Agosto e Settembre prima dell’annuncio dell’FMI portandosi dietro gli hedge funds americani nella speculazione che avrebbe anche potuto bloccare il mercato del metallo giallo, chissà… Sta di fatto che, ripeto, se a valle della decisione dell’FMI attesa per ottobre (ed implementabile il prossimo anno) lo yuan divenisse valuta di riserva a successivamente annunciasse riserve aurifere superiori agli USA la fiducia nella Cina supererebbe quella negli USA; o almeno ce ne sarebbero i presupposti.

China vs US currency war

I due ingredienti che mancano per rendere la pozione cinese micidiale per gli occidentali sono quelli aggiunti in questi giorni: un crollo delle borse, guarda caso innescato dal messaggio in codice lanciato da Pechino con la svalutazione dello yuan [della serie, possiamo ridurre i nostri costi per via valutaria quanto vogliamo soprattutto in un contesto di bassi prezzi delle materie prime – il contrario di quello che succede ai paesi EU deboli come l’Italia inchiodata nella bara nell’euro, ndr -, ossia possiamo spiazzare tutta la manifattura del mondo] e soprattutto il successivo crollo del dollaro che stiamo vedendo in questi giorni, due elementi che minano alla radice il sistema economico basato sul capitalismo USA come l’abbiamo conosciuto dalla fine dell’ultima guerra. Se ad Ottobre la Cina varcherà il Rubicone e sarà ammessa come valuta di riserva sarà automatico spiazzare il dollaro con l’annuncio ex post delle enormi riserve auree accumulate, soprattutto se questo accadrà in contemporanea ad un crollo del dollaro e delle borse occidentali (la borsa in Cina vale come il due di picche a briscola, la maggior parte delle imprese – certamente le banche – sono legate all’economia statale). Della serie, alla fine la Cina se ne può fregare dei crolli di borsa, l’Occidente no… [oggi la Cina deliberatamente non è intervenuta per fermare il crollo, probabilmente a questo punto in un certo qual modo voluto: speriamo Obama lo capisca, ndr]

FireShot Screen Capture #196 - 'Euro, EURUSD Quick Chart - (TPI) EURUSD, Euro Stock Price - BigCharts_com' - bigcharts_marketwatch_com_quickchart_quickchart_asp_symb=eurusd&insttype=&freq=1&show=&time=

La cosa triste è vedere un paese che sempre ho stimato e sempre stimerò, gli Usa, fare errori così grossolani. Ed il timore è che avendo fatto enormi stupidaggini qualcuno al di là dell’Atlantico voglia uscirne attraverso un conflitto aperto, una panacea per chi rischia di essere dichiarato responsabile da qui a 6 mesi del disastro anche alla luce delle enormi perdite nei conti dei cittadini americani a seguito del crollo borsistico in corso.

Ma la cosa che più mi rattrista è che l’Europa sarà la più colpita dal caos che seguirà, per la precisione i paesi deboli in EU come l’Italia che speravano di vedere una ripresa grazie ad un dollaro alto. Ora con l’Euro che si sta rivalutando rispetto a tutte le altre valute le cose cambieranno radicalmente, magari la Germania vorrà continuare con l’austerità portando a termine il progetto neocoloniale europeo ma a questo punto non basterà schierarsi a parole con chi fino ad oggi ha permesso l’eurocasino attuale (encore, gli USA di Obama), il passo successivo sarà dichiarare guerra alla Russia in veste occidentale. O girare la frittata ed allinearsi a Mosca…

Dopo questo caos l’Europa è già finita e non ce ne siamo nemmeno accorti….

Mitt Dolcino

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* http://www.rischiocalcolato.it/2015/08/per-la-stampa-lamerica-e-in-ripresa-prima-parte-del-contro-reportage1.html


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