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La Cina lancia la repressione sui giornalisti stranieri non registrati

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Pechino stringerà i controlli contro i giornalisti e le testate giornalistiche che operano in modo non ufficiale nella Cina continentale.
La campagna – iniziata nel 2022 e che ha come obiettivo i media d’oltremare e i “media internet non autorizzati” – ha “fatto nuovi progressi” e il Dipartimento centrale della propaganda continuerà quest’anno, ha riferito mercoledì l’agenzia di stampa statale Xinhua.
La Cina dispone di un ampio e sofisticato sistema di controllo delle informazioni online e il governo ha anche imposto severi requisiti di licenza per la pubblicazione e la trasmissione di notizie.

Nell’ambito dell’ultima campagna, Pechino intende reprimere coloro che ricattano le aziende con notizie, si fingono giornalisti e diffondono “fake news”, in particolare contenuti legati al Partito Comunista al potere e alle politiche governative, si legge nel rapporto.
I media saranno controllati e quelli che pubblicano “notizie false”, che svolgono attività illegali o che sono stati fondati senza autorizzazione saranno chiusi.
La campagna si concentrerà sui media d’oltremare e, secondo la Xinhua, saranno punite “le organizzazioni e il personale dei media che conducono illegalmente attività nel continente a nome di media stranieri”.
“Nell’ultimo anno abbiamo punito… i siti web commerciali, le organizzazioni internet e i conti pubblici che riportavano illegalmente notizie, abbiamo ripulito i media falsi e punito le organizzazioni e il personale dei media che pubblicavano notizie a scopo di lucro”, si legge nel rapporto.
“Abbiamo efficacemente mantenuto l’ordine nella diffusione delle notizie, salvaguardato attivamente i diritti e gli interessi del pubblico e salvaguardato la nostra sicurezza ideologica”.

La campagna è l’ultima spinta a ripulire i contenuti della rete cinese, soprattutto quelli provenienti da media e social media stranieri. Negli ultimi anni il governo si è mosso per rafforzare i controlli anche in seguito all’aumento del citizen journalism.
I giornalisti autonomi non possono essere accreditati dalla National Press and Publication Administration, che gestisce i test e concede le credenziali di stampa necessarie per lavorare come giornalisti in Cina. Per avere l’autorizzazione a lavorare è necessario essere parte di una testata riconosciuta e autorizzata, cosa che limita di molto la libertà di stampa.

 


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