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La Bundeswehr fa acqua da tutte le parti, e le nuove corvette “Köln” ne sono l’emblema

La corvetta della Marina tedesca Köln doveva già pattugliare il Baltino e rendere sicure le infrastrutture tedesche dagli attacchi di Putin. Invece no, e non sarà in mare ancora per tempo. La Marina Tedesca non fa paura a nessuno…

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La Marina tedesca sognava di pattugliare il Mar Baltico e il Mare di Norvegia con una flotta di nuove corvette all’avanguardia. Peccato che il sogno si sia infranto contro la dura realtà, fatta di ritardi, problemi tecnici e costi lievitati.

L’ironia della sorte vuole che le corvette si chiamino “Köln”,nome simile a quello dell’ex cancelliere Helmut Kohl, noto per la sua stazza imponente e la sua lentezza proverbiale.

“Proteggere il fianco settentrionale” con navi fantasma?

Il Vice Ammiraglio Jan Christian Kaack, nel suo documento “Intenzioni 2025”, aveva dichiarato che il compito principale della Marina era “proteggere il fianco settentrionale”. Belle parole, se non fosse che le nuove corvette, previste per l’inizio degli anni 2020, sono ancora in alto mare, quindi, al massimo, potranno proteggere il Baltico o il Mare del Nord tedesco come barriere frangiflutti.

La “Köln”, in particolare, si trova ormeggiata ad Amburgo, afflitta da problemi informatici, soprattutto a livello di armi e sensori, il che suona incredibile nell’ottica del mito della tecnologia tedesca: nessuno aveva pensato a integrare hardware e sfotware prima?

 

Richieste stravaganti e problemi a non finire

La Bundeswehr si giustifica con le “molte, troppe richieste della Marina”. Tra queste, la critica al tasso di ricambio dell’aria all’interno della nave: un dettaglio non da poco, che ha costretto a migliorare o sostituire molti componenti e che dimostra come in Germania si progetti per comparti, senza mai pensare che poi i pezzi debbano finire su una stessa nave o uno stesso edificio.

Insomma, la “Köln” sembra più una nave da crociera in fase di ristrutturazione, con pezzi di ricambio che vanno e vengono,  che una corvetta pronta a difendere i confini.

La guerra in Ucraina come scusa?

Con un pizzico di ottimismo, si potrebbe dire che i ritardi permetteranno di aggiornare il software delle corvette alla luce degli sviluppi della guerra in Ucraina. Perché il problema principale della nave, è che il sistema informatico che la governa è altamente vulnerabile agli attacchi hacker. Un problema non secondario per una nave da guerra moderna e che richiederà almeno due anni per essere risolto.

Un magro conforto, considerando che l’incidente con il pontile galleggiante ad Amburgo ha già causato danni e ulteriori ritardi, con una crepa nello scafo. E pensare che, una volta, in Germania si costruivano corazzate.

“Emden”, l’eccezione che conferma la regola?

Mentre la “Köln” languisce in porto, la “Emden” è già in fase di prova. Sarà la settima corvetta della Marina tedesca, ma il traguardo sembra ancora lontano.

L’Ostsee-Zeitung ha già ribattezzato la “Köln” una “nave da soccorso”, e l’autore Axel Büssem mette in dubbio la capacità militare della Bundeswehr. Dipende: la nave pul essere ottima, se non viene utilizzata per attività militari.

Impotenza navale

Le corvette “Köln” dovevano essere un simbolo di efficienza e potenza, ma si sono trasformate in un monumento all’inefficienza e agli sprechi. La Marina tedesca si ritrova con navi fantasma, costi esorbitanti:  riscordiamo la fregata Baden-Württemberg, che ha avuto paura di transitare nel Mar Rosso perché non dotata di sufficiente difesa aerea. La “Köln” e le sue sorelle sono la dimostrazione che, a volte, la realtà supera la fantasia, anche quando si tratta di disastri navali.

Chissà se Putin trema quando pensa alla flotta tedesca del Mar Baltico. Per fortuna che i tedeschi possono sempre chiedere aiuto agli svedesi, ora membri NATO.


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