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LA BCE BACCHETTA GUALTIERI SUL CASH BACK: l’Interrogazione di Rinaldi sul contante era corretta

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Clamorosa presa di posizione della BCE che sconfessa il cashback sui pagamenti elettronici voluto dal ministro Gualtieri e dal governo giallo fucsia per incentivare l’uso delle carte bancarie.

Come riporta l’AGI  con una lettera firmata da Yves Mersch, la Banca Centrale si  lamenta con il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri per  il fatto di non essere stato consultato e fa alcune osservazioni sull’effettiva efficacia dello strumento.

Come riporta Repubblica, che pubblica spezzoni della missiva: “Dovrebbe inoltre tenersi presente che la possibilità di pagare in contanti rimane particolarmente importante per taluni gruppi sociali che, per varie legittime ragioni, preferiscono utilizzare il contante piuttosto che altri strumenti di pagamento. Il contante è altresì generalmente apprezzato come strumento di pagamento in quanto, quale corso legale, è ampiamente accettato, è rapido e agevola il controllo sulla spesa di chi paga.
Costituisce, inoltre, un mezzo di pagamento che consente ai cittadini di regolare istantaneamente un’operazione ed è l’unico metodo di regolamento in denaro della banca centrale e al valore nominale per il quale non sussiste la possibilità giuridica di imporre tariffe”.

La BCE si lamenta perché, giustamente, la sola moneta di corso legale nell’area della moneta unica è l’euro in contanti, che è il solo strumento che cancella i debito in modo istantaneo, con la sua consegna. Inoltre il pagamento in contanti non ha costi di transazione né ritardi nei pagamenti, ed è accessibile anche alle fasce più povere della società.

Antonio Maria Rinaldi lo scorso 4 dicembre fece un’interrogazione, che vi proponiamo qui di seguito, nella quale si prevedevano esattamente le osservazioni fatte dalla BCE. Il contante è un fattore di inclusione sociale perché utilizzabile da tutti, anche da coloro che sono stati esclusi dal sistema creditizio. Non tenerne conto è illogico ed antisociale.

 

Oggetto: Tassazione indiretta del contante e violazione dei principi UE.

Il governo italiano ha di recente introdotto una norma che garantisce un cashback del 10% (nel limite massimo di € 150) nel caso di spese effettuate tramite moneta elettronica entro il 31 dicembre 2020. Tale norma si configura come una indiretta limitazione al pagamento tramite contanti, protetto dai principi dell’UE, in quanto genera uno svantaggio economico e quindi un costo in caso, appunto, di pagamento tramite contanti. È importante ricordare come la stessa BCE, ha più volte ribadito come il contante sia l’unico mezzo di pagamento per il quale non è possibile imporre una commissione per l’utilizzo. Inoltre si rammenta che la stessa BCE ha anche sottolineato più volte il ruolo inclusivo del contante a livello economico e pertanto appare quanto mai iniquo concedere una detassazione a chi utilizza altri mezzi di pagamento.
Alla luce di quanto sopra esposto:

la Commissione intende intervenire nei confronti del governo italiano affinché inserisca nella citata norma l’agevolazione anche per i pagamenti effettuati in contante?

Inoltre, ritiene che la tassazione del contante, ancorché indiretta, sia corretta, equa ed ammissibile escludendo in modo discriminatorio l’uso di questo a danno delle fasce economicamente più deboli che non hanno pari accesso a mezzi di pagamento elettronico?


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