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La Banca Centrale Ungherese ha aumentato le riserve auree del 3000% in 30 mesi. Euro? no grazie…

In trenta mesi la banca centrale ungherese ha aumentato di trenta volte le proprie riserve auree

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La banca centrale dell’Ungheria, la Magyar Nemzeti Bank (MNB), ha appena annunciato un acquisto di ben 63 tonnellate di lingotti d’oro, e così facendo ha triplicato le riserve auree della nazione da 31,5 a 94,5 tonnellate nell’arco degli ultimi due anni e mezzo. 

Nel suo comunicato stampa sull’enorme transazione, pubblicato il 7 aprile, la banca centrale ungherese spiega la sua logica per il drammatico acquisto di circa 5040 lingotti d’oro di grandi dimensioni (400 once), sottolineando che l’oro non ha alcun rischio di credito e nessun rischio di controparte, e rafforza così la fiducia sovrana su tutti gli ambienti economici (normali ed estremi), pur essendo una delle attività di riserva più cruciali che una banca centrale può detenere.

Infatti nell’ottobre 2018 la MNB aveva comperato 28,4 tonnellate d’oro, passando da 3,1 a 31, 5 tonnellate possedute, con un aumento del 1000%, una mossa avvenuta a sorpresa, dato che ci aspettava che l’Ungheria convergesse verso l’Euro e quindi contasse, più che altro, sull’appoggio della BCE.. Ora lo ha triplicato, in due anni e mezzo siamo a un aumento di trenta volte.

Ciò significa che in esattamente due anni e mezzo, gli ungheresi hanno aumentato le loro riserve auree sovrane di un incredibile 3000%, o 30 volte, da 3,1 tonnellate a 34,5 tonnellate,e quindi a  un aumento assoluto di 91,4 tonnellate.

L’acquisto del 2018 era stato fatto dalla Bank of England con consegna del prezioso metallo. Questa volta non è stato noto chi sia l’ente venditore,  ma il sospetto è che si sia ripetuta la stessa operazione di trenta mesa fa, con l’acquisto e la consegna da un’altra banca centrale, probabilmente quella britannica.

La Magyar Nemzeti Bank afferma che parte della motivazione per il nuovo acquisto di oro è nella “gestione di nuovi rischi derivanti dalla pandemia di coronavirus”. Un  modo sottile per dire che, dal momento che le banche centrali e i governi in giro il mondo hanno usato la scusa Covid per aumentare i livelli del debito, c’è un rischio inflazionistico globale che la MNB pensa di poter contrastare aumentando le proprie scorte d’oro. Quindi queste preoccupazioni, secondo le parole della Banca centrale,  “aumentano ulteriormente l’importanza dell’oro nella strategia nazionale come bene rifugio e come riserva di valore”. Peccato che sia stata proprio la flessibilità del fiorno, passato in 2 anni da 300 per un euro a 350 per un euro, ad aver permesso la stabile crescita economica ungherese.

Comunque una cosa è certa: nel futuro dell’Ungheria non c’è la BCE o l’euro, ma una saggia e forte autonomia monetaria


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