Economia
Kazakistan non lascerà OPEC+ nonostante produzione in eccesso: le ragioni
Il Kazakistan, pur superando le quote OPEC+ con una produzione di petrolio in crescita, conferma di non voler lasciare l’alleanza. Scopri le dinamiche e gli interessi nazionali dietro questa decisione.

Il Kazakistan, produttore non OPEC che sta aumentando la propria produzione di petrolio in contrasto con le quote stabilite nell’accordo OPEC+, non intende lasciare l’alleanza dei produttori, secondo quanto dichiarato martedì dai massimi funzionari del Paese.
Il Kazakistan non sta valutando l’ipotesi di abbandonare il patto OPEC+, poiché ritiene che contribuisca a stabilizzare il mercato petrolifero, ha affermato martedì il primo ministro Olzhas Bektenov, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa russa Interfax.
“Faremo del nostro meglio per adempiere ai nostri obblighi, ma terremo conto degli interessi nazionali”, ha dichiarato il primo ministro.
La produzione di petrolio in Kazakistan è aumentata dell’11,6% nella prima metà del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, poiché le grandi compagnie internazionali che operano nel Paese stanno espandendo i principali giacimenti petroliferi e aumentando la produzione.
Anche le esportazioni dovrebbero aumentare quest’anno, ha dichiarato martedì il ministro dell’Energia Yerlan Akkenzhenov. Lo stato centro asiatico cerca anche di migliorare i collegamenti internazionali via oleodotto.
Il Kazakistan è stato un grave grattacapo per gli altri produttori dell’OPEC+, poiché non ha rispettato la sua quota. Il Paese sostiene di non poter obbligare le supermajor a ridurre la produzione, mentre un aumento della produzione è in realtà nell’interesse nazionale.
Gli altri produttori dell’OPEC+ non hanno gradito la sovrapproduzione del Kazakistan, che supera la sua quota di centinaia di migliaia di barili al giorno.
Ad esempio, il rapporto mensile dell’OPEC pubblicato oggi ha mostrato che il Kazakistan continua ad aumentare la produzione, con un incremento di 64.000 barili al giorno a giugno, raggiungendo 1,847 milioni di barili al giorno, ben al di sopra della sua quota di 1,5 milioni di barili al giorno.
Il Kazakistan ha sfidato apertamente gli obiettivi del gruppo, continuando ad aumentare la produzione da progetti che coinvolgono grandi compagnie internazionali come Chevron.
Il ministro dell’Energia Akkenzhenov ha confermato a maggio che “la repubblica non ha il diritto di imporre tagli alla produzione” agli operatori stranieri.
L’amministratore delegato di Chevron, Mike Wirth, ha dichiarato agli analisti durante la conferenza sui risultati del primo trimestre della supermajor che “sull’OPEC plus in Kazakistan, come sapete, non ci sono state discussioni in merito. Non partecipiamo a discussioni sull’OPEC o sull’OPEC plus”.
Ricordiamo che non sarebbe la prima volta che un produttore petrolifero, anche importante, lascia il cartello: nel 2023 l‘Angola lasciò il cartello, sempre per una questione di limitazione nella capacità produttiva.
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