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Kanye West (ora Ye) si compra Parler. Social media obiettivo della comunicazione

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Kanye West sta per acquisire la piattaforma sociale conservatrice Parler. La società madre di Parler, Parlement Technologies, ha annunciato la mossa in un comunicato stampa lunedì, affermando di aver concluso un accordo di principio per la vendita dell’applicazione di social media a West, che ha legalmente cambiato il suo nome in Ye.

L’acquisizione proposta assicurerà a Parler un ruolo futuro nella creazione di un ecosistema non cancellabile in cui tutte le voci sono benvenute“, ha dichiarato la società nel comunicato stampa. Parler si vanta di essere un social media dove non è possibile la censura, ma, in realtà, sino a ieri era un esperimento di non particolare successo.

All’inizio del mese West è stato escluso dai suoi account Twitter e Instagram per post controversi. Da allora ha creato un account su Parler, lanciato nel settembre 2018 e favorito da molti conservatori che si oppongono alle politiche di moderazione delle app tradizionali come Facebook e Twitter.

“In un mondo in cui le opinioni conservatrici sono considerate controverse, dobbiamo assicurarci di avere il diritto di esprimerci liberamente”, ha dichiarato West nel comunicato stampa.

Parler ha accettato di vendere completamente l’app a West, ma le parti non hanno ancora stipulato un contratto di acquisto definitivo. Prevedono di concludere l’affare nel quarto trimestre del 2022.

L’ex presidente Donald Trump ha contribuito a lanciare una piattaforma simile – Truth Social – dopo essere stato cacciato da Twitter nel gennaio 2021, in modo molto contestato e quando era ancora presidente degli Stati Uniti, il tutto senza nessun procedimento legale, ma solo per pura volontà della piattaforma.

L’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, si è offerto di acquistare Twitter per circa 44 miliardi di dollari, affermando di voler utilizzare la piattaforma per promuovere la libertà di parola e di voler ripristinare l’account di Trump. Musk ha twittato la scorsa settimana di aver parlato con West e di avergli “espresso le mie preoccupazioni per il suo recente tweet, che credo abbia preso a cuore”.

La crisi dei social media tradizionali, condizionati da una visione progressista e “Woke” che non è maggioritaria, se non in certi ambienti, apre la strada a esperimenti anche eccentrici, proprio come Parler o Truth social. Forse il futuro è di una piattaforma che colleghi i diversi social media di ogni colore, alla faccia della censura da ovunque provenga.


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