Attualità
Juncker: l’uomo giusto al posto giusto!
Voci di palazzo rappresentano un presidente della Commissione Europea caduto dalle grazie della potente Cancelleria tedesca, la sede dell’unico sponsor dell’originale personaggio lussemburghese. Non sappiamo se corrisponda al vero la storia che Angela Merkel voglia la testa di Jean-Claude Juncker, per poi magari prenderne il posto tra un anno.
In ogni caso noi siamo contrarissimi a ogni ipotesi di dimissioni del pittoresco ex primo ministro del Granducato.
La ragione è presto detta: Juncker è il perfetto rappresentante dell’Unione Europea. Grande attenzione agli interessi dei paesi più potenti, Germania in primis, arroganza, vicinanza alle lobby industriali e bancarie, disprezzo per il voto popolare, e infine una manifesta inadeguatezza personale. Insomma il miglior volto di questa Europa delle banche e delle multinazionali a trazione tedesca.
Senza ricordare i momenti imbarazzanti o folcloristici del personaggio, dai baci in fronte alle sberle in faccia passando per le dichiarazioni su pianeti alieni e via delirando, vogliamo citare 5 casi emblematici che daranno la misura del personaggio e la sua perfetta adeguatezza per il ruolo di capo politico dell’Unione Europea.
I casi esemplari sono i seguenti:
- LuxLeaks: lo scandalo degli accordi segreti del Granducato del Lussemburgo con oltre 340 grandi imprese, che ha sottratto tra 50 e 70 miliardi al fisco degli altri paesi. Juncker fu a detta di molti il vero architetto di questo sistema tuttora in vigore, che grazie al mercato unico europeo permette alle multinazionali di pagare in Lussemburgo tasse del 2%, 1% e anche 0% sui profitti realizzati in altri paesi.
- I lavori della Commissione per una direttiva che regolamenti e limiti il fiscal dumping in UE: lavori insabbiati da anni, e documenti tenuti segreti perfino ai deputati europei. Possiamo fin da ora scommettere che i fiscal rulings non verranno mai seriamente contrastati dalla UE.
- La protezione dei whistleblowers: gli informatori fiscali, anche agenti in modo disinterassato nell’esclusivo interesse generale, sono oggi esposti a processi in tutti i paesi UE come mostra la recente condanna a pene detentive dei due cittadini che hanno passato alla stampa i documenti di LuxLeaks. La Commissione si guarda bene dall’emanare una direttiva che protegga i benemeriti whistleblowers che svelano le magagne dei poteri finanziari e industriali. Non solo, ad oggi solo due Istituzioni UE su nove hanno adottato il codice per la protezione dei whistleblowers interni obbligatorio dal 1° gennaio 2014. Una vera priorità per loro …
- La recente direttiva sul segreto industriale: senza nessuna reale urgenza, il Consiglio in accordo con Commissione e parlamento ha varato lo scorso maggio una direttiva molto favorevole alle aziende e assolutamente punitiva per i potenziali whistleblowers. In pratica viene considerato segreto industriale e tutelato con pesanti sanzioni tutto quello che decidono le aziende. Nonostante l’asserita protezione dei whistleblowers, l’onere della prova ricade interamente su di loro: si parte cioè da una presunzione di colpevolezza degli informatori che devono provare di aver agito nel pubblico interesse. Niente più LuxLeaks, insomma. Una direttiva che sembra direttamente scritta dalle lobby.
- Per finire, l’arroganza estrema dimostrata prima e dopo il referendum per il Brexit, quando un nominato come Juncker si è permesso di insolentire e sbeffeggiare politici eletti dal popolo come Farage, nonché gli stessi elettori inglesi che a maggioranza hanno votato Leave.
Questi esempi ben rappresentano cos’è oggi l’Unione Europea: la riserva di caccia delle élites sovranazionali, dove la selvaggina sono i denari e gli interessi dei cittadini, e le armi sono i commissari europei e il loro presidente Juncker.
Quindi ancora una volta: quale miglior presidente di Juncker, per questa Europa delle lobby e delle oligarchie? Merkel, giù le mani da Jean-Claude! Lascialo lavorare come sa fare, e fra tre anni non ci sarà più nessuna Unione Europea …
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