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Johnson & Johnson vuole chiedere per la terza volta la bancarotta per sfuggire alle richieste di danni dei consumatori

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Johnson & Johnson sta decidendo di chiedere  per la terza volta la bancarotta, per potersi liberare dalle cause miliardarie che dovrebbe affrontare nel 2024 per i danni che ha causato, in molti anni, la contaminazione con amianto del proprio talco per bambini. 

Coome abbiamo scritto tempo fa J&J ha per anni distribuito talco che conteneva una certa percentuale di amianto, materiale estremamente pericoloso. Questo è avveenuto dal 1971 al 2000, e nel frattempo la società ha sempre negato questo fatto, pur essendone a conoscenza. La presenza dell’amianto ha causato danni a un gran numero di consumatori che ora sta facendo causa all’azienda, con ottime possibilità di vincerla.

J&J negli USA ha una moltitudine di accuse , dalla Pennsylvania alla California, tra novembre e dicembre 2024, alcuni dei quali coinvolgono rivendicazioni di più di una mezza dozzina di querelanti, secondo i loro avvocati. Tali processi sono stati programmati dopo che un giudice a luglio ha respinto la richiesta di J&J di utilizzare il Chapter 11 e risolvere in modo consolidato tutte le richieste di risarcimento.

Dal 2016, J&J ha ha pagato almeno 2,5 miliardi di dollari in risarcimenti per le cause legate a tumori portati dal suo talco, secondo i dati compilati da Bloomberg. Si calcola però che almeno altri 50 mila consumatori vogliano chiedere risarcimenti, per cui la cifra complessiva rischia di essere di molti miliardi da pagare.

“Con tutti quei processi davanti a loro,  gli amministratori ovviamente vogliono che si riapra la bancarotta”, ha detto Carl Tobias, un professore dell’Università di Richmond che insegna sugli illeciti di massa e ha seguito i casi del talco. “Stanno giocando per guadagnare tempo ed evitare di sborsare centinaia di milioni di dollari in avvocati per difendere tutti quei processi”.

Un’altra dichiarazione di fallimento da parte della filiale LTL Management di J&J darebbe alla società l’opportunità di chiedere a un giudice di sospendere tutti i processi mentre la società negozia ancora una volta con gli avvocati che rappresentano le vittime. I giudici lo hanno fatto nei primi due documenti presentati ai sensi del Capitolo 11 da parte dell’unità LTL, ma quei casi sono stati respinti.

Erik Haas, avvocato interno di J&J responsabile del contenzioso, ha detto in una conferenza sugli utili all’inizio di questo mese che il più grande produttore mondiale di prodotti sanitari sta riflettendo su un’altra istanza di Capitolo 11 da parte di un’unità nella speranza di rilanciare il suo accordo transattivo da 8,9 miliardi di dollari.

La società vuole la bancarotta per poter giungere a un accordo complessivo su tutti i risarcimenti attuali e futuri, riproponendo l’offerta già fatta di quasi 9 miliairdi di dollari.  Ovviamente i consumatori in causa, 51  mila, vorrebbero invece che la società rispondesse in pieno alle loro richieste di risarcimento. Il giudice deciderà chi ha ragione.


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