Economia
“Italia quarta potenza” – Corriere della Sera (16 maggio 1991)
Molte volte abbiamo visto in rete la prima pagina del Corriere della Sera “Italia quarta potenza”, ma in quanti si sono fermati a leggere l’articolo?
Ripeschiamo allora dall’archivio del giornale il numero del 16 maggio 1991, le pagine a riguardo dell’argomento ovvero la prima pagina e pagina 3.
Leggendo le parole di ormai 30 anni fa è evidente di come si sia trattato di un “canto del cigno“, in quanto la classe politica di allora ci stava già scavando la fossa della gabbia unionista.
Nel testo infatti c’è l’intervista a Gianni De Michelis (ministro degli affari esteri del governo Andreotti VII) ovvero colui che andrà, assieme a Guido Carli (ministro del Tesoro), a negoziare e firmare il trattato di Maastricht il 7 febbraio 1992 (foto sotto).
FONTE: Rai Storia – fotogramma di questo video
Fatta questa piccola premessa, torniamo al 1991. Ecco la trascrizione integrale dei documenti originali.
Buona lettura.
ITALIA QUARTA POTENZA (FONTE)
Andreotti e De Michelis fiduciosi: il Paese è in serie A e può restarci.
Ciampi: non siamo sorvegliati speciali ma occorre aggredire l’inflazione
ROMA – Altro che serie B! L’Italia è ben salda in serie A e anzi le spetta il quarto posto nella classifica dei Paesi più ricchi, avendo sorpassato, dopo la Gran Bretagna, anche la Francia. È il ministro degli Esteri, Gianni De Michelis, ad annunciare che la nostra ricchezza nazionale, secondo i calcoli appena sfornati da Business International, ha ormai davanti solo americani, giapponesi e tedeschi.
De Michelis ha parlato davanti a una platea di manager di grandi multinazionali, la stessa alla quale Giulio Andreotti ha lanciato messaggi rassicuranti: “L’Italia è in serie A e deve rimanerci. Lo sforzo è notevole perché gli altri camminano di buona lena, ma sono convinto che abbiamo tutte le possibilità di farcela”.
La quotazione dell’Italia “è veramente molto alta, e siamo rispettati”. “Ma – aggiunge il presidente del Consiglio – dobbiamo fare uno sforzo maggiore. Più che di ottimismo parlerei di fiducia costruttiva. Abbiamo una riserva nazionale occulta che ha sempre garantito, nei momenti più difficili, una ripresa”. Questo, ammonisce però il Governatore della Banca d’Italia, non deve farci rilassare: anche se non è infatti accettabile “una lavagna dei buoni e cattivi o peggio ancora dei sorvegliati speciali, bisogna riconoscere che in Italia c’è una contraddizione nelle politiche economiche”. Ciampi chiede due anni di impegno straordinario per abbassare l’inflazione e ridurre il deficit.
Soldi nelle casse dello Stato dovrebbero venire dalla privatizzazioni.
“Vogliamo fare sul serio”, assicura Andreotti promettendo tempi brevi, modalità trasparenti e regole certe.
SIAMO LA QUARTA POTENZA DEL MONDO (FONTE)
De Michelis: “Basta con gli euroscemi e gli sfascisti che fanno solo allarmismo”
“Bonn sta peggio di noi, se qualcuno salterà sarà Poehl e non l’Italia dalla serie A”
Roma – Ora basta con gli euroscemi e gli sfascisti che fanno solo allarmismo. La nostra classe dirigente deve smetterla di fare un terrorismo autolesionista basato sul nulla. L’Italia è un Paese, pur con tutti i suoi problemi, forte e ricco. Siamo la quarta potenza economica del mondo, davanti alla Francia e all’Inghilterra. Nessuno, in Europa, potrà imporci alcunché. E se qualcuno salterà sarà il presidente della Bundesbank Poehl e non l’Italia da serie “A”.
Gianni De Michelis ha appena cominciato e già il centinaio di manager delle più grandi aziende del mondo che Business International ha convocato per il consueto check-up annuale dell’economia italiana ha l’aria sbigottita. Da tempo questi signori non sentono parlare che dei mali dell’Italia. Ora all’improvviso, la musica cambia e il ministro degli Esteri ribalta tutto con il consueto piglio, in crescendo. I manager sgranano gli occhi. “L’unificazione europea – attacca De Michelis – procede in maniera molto veloce, superando le previsioni più ottimistiche. Io non chiamo più europessimisti ma euroscemi quelli che continuano a non rendersi conto di come stanno le cose e lanciano in Italia un messaggio che serve solo a non far preparare il Paese a quella che ormai è una realtà”.
Euroscemi? Non sarà un errore di traduzione? No, chiarisce l’esuberante ministro: “Nonostante quello che pensano gli euroscemi – ripete –, l’unità economica e monetaria europea è cosa fatta. Quanto all’Italia, non mi sento un ottimista scemo: so che razza di problemi abbiamo, dal deficit pubblico alle pensioni, al pubblico impiego, al Mezzogiorno, ma è ora di finirla con l’allarmismo. A leggere la stampa sembra che invece dell’Italia si parli dell’Ucraina. Non è così e va detto una volta per tutte. Guardiamo i dati. Il nostro paese si presenta nelle condizioni migliori che abbia mai avuto. E questo anche rispetto agli altri”.
Qualcuno ha dubbi? De Michelis spiega: i tedeschi, dal punto di vista politico, sono in condizioni molto più difficili delle nostre, hanno forti problemi strutturali. “Non dobbiamo continuare a pensare alla Germania di ieri, ma a quella di oggi e di domani, con il peso dell’unificazione. E che dire dell’Inghilterra? Ancora non si voterà ed è assai incerto che tipo di governo potrà venir fuori. Quindi, mentre il futuro dell’Italia è facilmente prevedibile, almeno fino al 1995, quello inglese e tedesco no.”
Neanche la Francia si salva: “Ha una stabilità legata al sistema presidenziale. Ma la situazione interna è complessa”. A conti fatti, dunque, “siamo il Paese che da questo punto di vista può guardare al futuro in condizioni non peggiori degli altri e se, come io spero, ed è l’unico commento che faccio da socialista, avremo Craxi presidente del Consiglio, anche con una mano più salda”.
Nella sala qualcuno è incredulo. Pensa a un colpo di reni revanscista. Due giorni fa Eurostat aveva dato l’Italia sesta potenza mondiale (sulla base dell’unità statistica Spa, cioè standard di potere d’acquisto), risorpassata dall’Inghilterra. Ma da Bruxelles arrivano cifre basate sul calcolo del Pil a prezzi correnti di mercato, che ci rimettono al quinto posto. E De Michelis annuncia che uno studio freschissimo di Business International, non ancora noto in Europa, indica che l’Italia ha superato la Francia ed è la quarta potenza economica del mondo.
“Può darsi – aggiunge – che questi dati siano parziali, ma qui c’è scritto che il Pil dell’Italia è nel 1991 di 1.268 miliardi di dollari e quello della Francia di 1.209 miliardi. L’Inghilterra ormai è indietro in modo irreversibile. Se per caso la Francia avesse superato la Germania, avremmo visto parate sui Campi Elisi e feste nazionali. Perché l’Italia deve essere sempre un Paese autolesionista”?
FONTE: Rai Storia – fotogramma di questo video
Ma, allora, le preoccupazioni di Carli? Lo spettro della “serie B”? “Quando Carli parla dei vincoli di bilancio, dice una cosa giusta e sbagliata nello stesso tempo: giusta sostanzialmente, ma sbagliata nel senso che l’Italia ha l’autorevolezza e il peso politico ed economico per dire no. Siccome il negoziato per l’unità europea si fa con noi, io vi garantisco che non ci verrà imposto nulla che non siamo in grado di accettare e che quindi se ci sarà uno che salterà sarà Poehl (che infatti sta per dimettersi n.d.r.) e non l’Italia dalla serie “A”.
Ma in Europa si va con manovre come quella varata sabato scorso dal governo? “Quella – attacca anche su questo fronte De Michelis – è stata bollata come manovretta, tentando di ridicolizzarla con la storia dei telefonini. Ma una manovra dell’1% sul Pil non è cosa da niente. Abbiamo portato il bilancio in avanzo. Dobbiamo ora risolvere il problema pensioni: appoggio in pieno Carli. La riforma va fatta con criteri rigorosi, ma nella dimensione giusta, che tenga conto cioè dei diritti sociali da preservare e dell’equilibrio economico da raggiungere”.
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