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Difesa

Italia e Regno Unito: come fa l’Italia a spendere la metà e avere un esercito simile a quello britannico

L’Italia spende la metà del Regno Unito nella difesa, eppure le forze armate non sono così diverse come entità e forza

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https://www.youtube.com/watch?v=BhxMgZs-ZGs

In Europa un esercito sottovalutato, forse per ragioni storiche, forse perché così fa comodo, è quello italiano. Eppure le Forze Armate italiane, numeri alla mano, non sono messe così male e, soprattutto, sono create con un’estrema attenzione alla spesa.

Diamo alcuni dati sul confronto diretto fra l’esercito di Sua Maestà britannica e quello della Repubblica,  considerando esercito, marina, e aviazione,Guardando  non solo ai numeri ma anche alla qualità dei mezzi, alla strategia di difesa e agli impegni internazionali.

Esercito di Terra

  • Regno Unito: L’esercito britannico è noto per la sua alta professionalità e per essere ben equipaggiato. È più piccolo in termini di numeri rispetto a molti eserciti europei, ma ha una lunga tradizione di impiego in missioni internazionali, anche se recentmente ne è stata messa in dubbio la capacità di difendere il paese.  I mezzi includono veicoli come il Warrior, il Challenger 2 (carro armato principale), e stanno introducendo il Boxer come veicolo da combattimento della fanteria. L’esercito britannico è anche dotato di droni e sistemi di comunicazione avanzati. Dal punto di vista dei numeri questi sono contenuti, 138 mila, ma vi sono 30 mila uomini di riserva. 
  • Italia: L’Esercito Italiano è più numeroso rispetto al britannico ma ha affrontato tagli nel budget che hanno influenzato le capacità operative. Possiede carri armati come l’Ariete, in vari stati di aggiornamento,  e veicoli da combattimento come il Dardo, piuttosto moderni. Ha anche una forte componente di fanteria meccanizzata e unità speciali, L’artiglieria punta sui PZH 2000 di costruzione tedesca. L’Italia ha partecipato a numerose missioni internazionali, spesso in collaborazione con la NATO.

    Ariete C2

L’esercito britannico è ridotto all’osso, o forse anche meno. Quello italiano riesce a mantenere reparti spesso con il rischio di “Svuotamento”; cioè mantenendo poche forze con un alto grado di preparazione e manutezione, contando di concentrarle per gli interventi esteri. Inoltre se quello britannico ha deciso di aggiornalre i Challenger, quello Italiano sembra confuso sulla strada da seguire sui MBT, i carri da battaglia, ma forse non è un male, viste le evoluzioni attuali.

Marina

  • Regno Unito: La Royal Navy ha subito dei tagli ma rimane una delle marine più avanzate. Possiede due portaerei, HMS Queen Elizabeth e HMS Prince of Wales, che sono tra le più grandi al mondo. La flotta include anche cacciatorpediniere Tipo 45, fregate Tipo 23 e sottomarini della classe Astute con capacità nucleare. La Royal Navy ha una forte presenza globale e una capacità di proiezione di potenza lontano dalle proprie coste.

    HMS Prince of Wales and HMS Queen Elizabeth pictured at sea for the first time.

  • Italia: La Marina Militare Italiana è focalizzata principalmente sul Mediterraneo ma ha capacità di proiezione globale se necessario. Ha una flotta di fregate, corvette, e sottomarini, tra cui le fregate FREMM e i sottomarini della classe Todaro. Non ha ufficialmente portaerei in servizio, ma dispone di navi da assalto anfibio come la Trieste, che possono operare con elicotteri e droni e che infatti hanno operato con Harrier 2 e che opereranno con F-35 B, di cui è autorizzato l’acquisto di 18 aerei. La Marina Italiana è anche famosa per le sue unità subacquee speciali, dalla grande tradizione e con un supporto tecnico nazionale notevole.

    Nave Trieste

In questo caso la Marina Italiana è avvantaggiata dal fatto che la Repubblica Italiana non vuole essere una potenza globale in senso assoluto, come il Regno Unito, ma concentra gli interessi nel “Mediterraneo allargato”, cioè nell’area che parte dalla Guinea da un lato al Mar Rosso dall’altro, dove ha partecipato in missioni internazionali. Questo permette di ottimizzare le forze a questo obiettivo limitato.

Aviazione

  • Regno Unito: La Royal Air Force (RAF) è equipaggiata con aerei come gli F-35B Lightning II, 136  Typhoon, e gli E-7 Wedgetail per il controllo aereo. Ha una capacità di lancio di droni come il Protector RG1. La RAF è altamente integrata con altre forze armate per operazioni congiunte.
  • Italia: L’Aeronautica Militare Italiana opera con Eurofighter Typhoon, 96, almeno 27  F-35 A e 4 B, mentre sono stati dismessi gli AMX. per missioni di attacco e presto verranno dismessi anche i Tornado . Ha anche una flotta di trasporti come il C-130J e aerei da ricognizione come il P-72A oltre  che addestratori/attacco leggero M 346 e M 345.  Anche la flotta di aerei per il rifornimento in volo è adeguata alle necessitàL’Italia collabora strettamente con altri paesi europei e la NATO, con una capacità significativa di partecipare a missioni internazionali.

Dati gli obiettivi limitati dell’Aviazione Militare, vale un po’ il discorso della Marina: non essendo una forza aerea con obiettivi globaliè adeguata alle proprie necessità

Industria

Entrambe i paesi sono sede di complessi industriali militari o convertibili, ma l’Italia, allo stato attuale, si trova avvantaggiata per la presenza di industrie di proprietà pubblica concentrate nel settore militare e contornate ancora da un ambiente industriale adeguato al supporto.

Considerazioni Generali

  • Budget e Strategia: Il Regno Unito ha un budget di difesa più alto e una strategia che mira alla proiezione di potenza globale, con un forte focus sulla deterrenza nucleare e la capacità di operare lontano da casa. L’Italia, sebbene abbia un budget inferiore, ha una strategia più focalizzata sulla difesa del Mediterraneo e la partecipazione a missioni internazionali, spesso con un’attenzione particolare alla cooperazione europea.
  • Impegno Internazionale: Entrambe le nazioni sono membri della NATO e partecipano attivamente a missioni internazionali, ma il Regno Unito ha spesso un ruolo più visibile e una presenza più ampia grazie anche alla sua storia coloniale e alle sue alleanze globali.
  • Tecnologia e Innovazione: Il Regno Unito ha investito molto in ricerca e sviluppo, mantenendo un vantaggio in alcune tecnologie militari. L’Italia, pur avendo industrie di difesa robuste, spesso collabora in progetti internazionali per condividere costi e sviluppare tecnologie. Inoltre, cosa poco nota, l’Italia ha una propria costellazione di satelliti per osservazione e telecomunicazioni, centrata sul Mediterraneo o sulle aree di interesse, cosa per la quale il Regno Unito deve appoggiarsi agli USA.

 

In sintesi, mentre il Regno Unito eccelle in termini di capacità di proiezione globale e tecnologia avanzata, l’Italia offre una forza armata versatile e ben integrata, concentrata su obiettivi  limitati, il cui problema è soprattutto quello di riuscire a garantire un’adeguato grado di manutenzione..

… e il prezzo

L’Italia mantiene quello che mantiene, letteralmente, a metà prezzo. Vediamo la spesa militare italiana:
E qui quella del Regno Unito:
La Guerra in Ucraina e il nuovo quadro mondiale hanno obbligato entrambe gli stati a spendere di più nella Difesa, ma la concentrazione degli interessi dell’Italia ha permesso di ottenere di più, spendendo meno.

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