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Iscrizione al Registro OAM per gli operatori cripto: requisiti, obblighi e sanzioni
Per garantire maggiore trasparenza nel campo delle valute virtuali, i soggetti che operano in Italia devono registrarsi all’Organismo Agenti e Mediatori. Che cosa si rischia in caso di irregolarità?
Dal 16 maggio 2022, secondo quanto stabilito dal Decreto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), le persone fisiche e giuridiche che operano in Italia nel campo delle criptovalute, hanno l’obbligo di iscriversi alla sezione speciale del Registro dell’Organismo Agenti e Mediatori (OAM). Una misura che tutela i consumatori e garantisce maggiore trasparenza nelle operazioni.
L’obbligo interessa società italiane, ma anche colossi di livello globale che hanno operatività sui nostri mercati. Le multinazionali che ricoprono ruoli di spicco nelle “cripto” hanno accolto con grande entusiasmo questa norma, che è stata recepita come una misura volta a regolamentare il settore, permette agli investitori di sentirsi maggiormente tutelati e, di conseguenza, più propensi a indirizzare parte dei propri investimenti verso Bitcoin et similia. Oltre a una funzione di tutela e di trasparenza, il Decreto del MEF ha anche lo scopo di contrastare attività di riciclaggio di denaro e finanziamento di attività illecite, che prima era agevolato dalla possibilità di eseguire certe operazioni nel totale anonimato.
Obblighi e sanzioni
Con l’entrata in vigore della normativa, ogni tre mesi gli operatori nel campo delle criptovalute sono tenuti a comunicare al Registro dell’OAM il dettaglio delle transazioni svolte. Il mancato rispetto degli obblighi può costare la sospensione delle attività da tre mesi fino a un massimo di un anno e, in caso di irregolarità frequenti, anche la cessazione definitiva delle operazioni. Inoltre, chi esercita senza l’iscrizione al Registro OAM è perseguibile penalmente per esercizio abusivo della professione e rischia anche una sanzione amministrativa che va da 2.065 a 10.329 euro.
Dal canto proprio, l’OAM ogni semestre passa al Ministero dell’Economia e delle Finanze i dati raccolti e questo li conserverà per dieci anni, in modo da agevolare eventuali indagini da parte di Guardia di Finanza, Forze di Polizia e Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.
Come ci si iscrive all’OAM e quanto costa
L’iscrizione all’OAM è disponibile alla pagina web www.organismo-am.it e costa, una tantum, 500 euro per le persone fisiche o 8.300 euro per le società. A questo si aggiunge il pagamento di una tassa di iscrizione annuale che varia da soggetto a soggetto. Una volta completata la registrazione, l’utente ha a disposizione un’area privata con una serie di servizi telematici. Qui è possibile visionare la lista completa degli operatori attualmente registrati.
Il MiCAR: un’ulteriore tutela del consumatore
A ulteriore tutela degli investitori in criptovalute, nel 2020 la Commissione Europea ha proposto il MiCAR, cioè il Market in Crypto-Asset Regulation, un quadro normativo disegnato per armonizzare i mercati delle criptovalute e dei cripto-asset. Simile all’OAM, questo regolamento obbliga gli emittenti a pubblicare un white paper che fornisca tutti i dettagli relativi alle operazioni, dei rischi ad esse associati e dei diritti degli investitori. Il MiCAR prevede anche un regime di supervisione da parte dell’autorità Europea degli Strumenti Finanziari e dei Mercato (ESMA) e sanzioni per garantire il rispetto delle norme. Quando entrerà in vigore, faciliterà l’adozione delle criptovalute e dei cripto-asset all’interno dell’economia continentale.
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