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Iran Scuote il Medio Oriente: Basi USA in Kuwait nel Mirino, Rischio Escalation

L’Iran accusa gli USA di complicità con Israele, minacciando attacchi alle basi americane. Il Kuwait, con le sue ampie strutture militari, emerge come bersaglio chiave. Si profila un conflitto diretto dagli esiti imprevedibili.

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Le tensioni in Medio Oriente raggiungono un nuovo picco con l’Iran che lancia accuse gravissime contro gli Stati Uniti, considerati complici degli attacchi israeliani contro Teheran. Un recente rapporto dell’agenzia ufficiale FARS ha evidenziato una netta escalation verbale, suggerendo la crescente probabilità di un attacco alle basi statunitensi nella regione, con conseguenze imprevedibili.

L’Ambasciatore iraniano presso le Nazioni Unite, Amir Saeid Iravani, ha duramente criticato gli Stati Uniti durante una riunione d’emergenza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Iravani ha accusato Washington di “complicità” nell’aiutare e abilitare gli attacchi di Israele, sottolineando come civili e ufficiali militari iraniani abbiano perso la vita a causa degli assalti del regime sionista, perpetrati con armi ed equipaggiamenti militari americani.

Ha chiesto al Consiglio di Sicurezza di “condannare fermamente” l’“attacco illegale” di Israele, esigendo misure urgenti e concrete per ritenere il regime responsabile e prevenire un’ulteriore destabilizzazione della pace e della sicurezza internazionale. L’ambasciatore ha descritto i recenti raid come “massacri deliberati e atti di terrorismo”, violando il diritto internazionale e la coscienza umana, e ha ribadito l’inaction del Consiglio di Sicurezza e dell’agenzia nucleare dell’ONU di fronte alle minacce israeliane alle strutture nucleari iraniane. Ha inoltre avvertito delle potenziali “catastrofiche conseguenze radiologiche” di un attacco a siti nucleari protetti, con effetti che potrebbero estendersi ben oltre i confini dell’Iran.

La posizione iraniana è stata ulteriormente rafforzata dal Leader Supremo della Rivoluzione Islamica, l’Ayatollah Seyed Ali Khamenei, che ha dichiarato che Israele ha “iniziato una guerra” e “non gli sarà permesso di fare attacchi ‘mordi e fuggi’ senza gravi conseguenze”. L’Ayatollah Khamenei ha rassicurato la nazione che “il regime sionista malvagio e perverso ha commesso un grave errore, le cui conseguenze lo renderanno impotente”, promettendo che le forze armate iraniane “agiranno con potenza” e infliggeranno “duri colpi” a Israele. Ha sottolineato l’unità di tutti i funzionari e fazioni politiche iraniane sulla necessità di una “misura potente” contro il regime sionista terrorista.

Le basi USA nell’area, e il caso Kuwait

Alla luce di queste minacce, diventa cruciale analizzare la presenza militare statunitense in Medio Oriente. Secondo Al Jazeera, gli Stati Uniti operano una vasta rete di siti militari, sia permanenti che temporanei, in almeno 19 località della regione, di cui otto sono basi permanenti situate in Bahrain, Egitto, Iraq, Giordania, Kuwait, Qatar, Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti.

Basi USA in Medio Oriente (fonte Al Jazeera)

 

A metà del 2025, si stima che tra i 40.000 e i 50.000 soldati statunitensi siano di stanza nella regione, con le maggiori concentrazioni in Qatar, Bahrain, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. Queste installazioni fungono da snodi cruciali per operazioni aeree e navali, logistica regionale, raccolta di intelligence e proiezione di forza. Tra le basi più note si annoverano Al Udeid in Qatar (la più grande, quartier generale del CENTCOM), Naval Support Activity in Bahrain (sede della Quinta Flotta della Marina USA), e la base aerea di Al-Dhafra negli Emirati Arabi Uniti.

Un focus particolare si pone sul Camp Arifjan in Kuwait. Questa è una delle principali basi dell’Esercito statunitense, situata a circa 55 km a sud-est di Kuwait City. Costruita nel 1999, funge da principale centro logistico, di rifornimento e di comando per le operazioni militari statunitensi nel Medio Oriente, in particolare nell’area di responsabilità del Comando Centrale degli Stati Uniti (CENTCOM).

Camps Arifjam e il enorme deposito di mezzi. 

Il Kuwait è considerato un potenziale bersaglio preferenziale per un attacco iraniano per diverse ragioni: ospita un alto numero di risorse militari statunitensi e, soprattutto, l’emirato non è un paese politicamente e militarmente influente come l’Arabia Saudita, rendendolo un obiettivo relativamente più “morbido” e strategicamente meno rischioso per l’Iran, pur garantendo un impatto significativo. Camp Arifjan è anche un enorme deposito militare per dotare di mezzi un eventuale corpo di spedizione USA, quindi un obiettivo vicino, semplice e d’effetto.

Un attacco mirato a una base statunitense, specialmente in un paese come il Kuwait, porterebbe inevitabilmente a un intervento diretto degli Stati Uniti, innescando una spirale di violenza con conseguenze difficilmente prevedibili per l’intera regione e oltre. La situazione è estremamente volatile, con l’Iran che chiarisce di non permettere ad Israele di “colpire e scappare”, e gli Stati Uniti che potrebbero essere costretti a una risposta decisa, allargando il conflitto e dandogli una base ideologica maggiora. Però la mossa , nel medio termine, rischierebbe di essere suicida.


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