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Iran: dopo le bombe, la natura? Un terremoto scuote l’impianto nucleare di Natanz

Terremoto colpisce il sito nucleare iraniano di Natanz già bombardato. La natura fa più paura dei missili? I rischi dopo la scossa.

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Un fatto curioso è successo in Iran. Un forte terremoto di magnitudo 5,3 della scala Richter ha colpito venerdì mattina la zona di Zavari, nella provincia orientale di Isfahan, scuotendo le vicinanze del complesso nucleare iraniano di Natanz e propagandosi oltre i confini delle province di Qom e Teheran.

I media statali iraniani hanno riferito che il terremoto, registrato a una profondità di 10 chilometri, è stato avvertito con forza nelle province vicine. L’agenzia di stampa Tasnim, vicina al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC), ha confermato la scossa, affermando che sia i residenti di Qom che quelli di Teheran hanno avvertito la forza del terremoto. Le autorità hanno assicurato che non sono state segnalate vittime, ma non sono stati forniti dettagli sui potenziali danni materiali e, ovviamente, non sono state date notizie su eventuali danni alle strutture nucleare.

La vulnerabilità sismica dell’Iran è ben documentata. Situato su diverse faglie tettoniche, il Paese è una delle nazioni più soggette a terremoti al mondo. La tragedia moderna più devastante si è verificata nel 1990, quando un terremoto di magnitudo 7,7 nel nord-ovest dell’Iran ha causato quasi 37.000 vittime e 100.000 feriti.

Faglie tettoniche in Iran, da Reserachgate

L’impianto di Natanz, già sinonimo di controversie nucleari, è stato oggetto di ripetuti attacchi militari negli ultimi mesi. Il 17 giugno 2025, Israele ha condotto una grande offensiva contro le infrastrutture nucleari iraniane, con l’agenzia nucleare dell’ONU che ha successivamente confermato che l’impianto di Natanz aveva subito danni diretti nel sottosuolo. Inizialmente, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) ha valutato solo i danni in superficie, compresi quelli alle sale di arricchimento dell’uranio e alle infrastrutture energetiche. Tuttavia, le continue analisi satellitari hanno rivelato “impatti diretti” sulle strutture sotterranee di arricchimento, segnando un duro colpo al programma iraniano sull’uranio.

Natanz ospita quasi 70 cascate di centrifughe utilizzate per l’arricchimento dell’uranio, un processo fondamentale per le controverse attività nucleari dell’Iran. Mentre Teheran sostiene che il suo programma è pacifico e finalizzato a scopi energetici e medici, i livelli di arricchimento, spinti fino al 60%, ben al di sopra del limite del 3,67% previsto dall’accordo nucleare del 2015, hanno alimentato l’allarme internazionale sul potenziale sviluppo di armi.

Il direttore generale dell’AIEA Rafael Grossi ha annunciato all’epoca la sua disponibilità a recarsi immediatamente in Iran, sottolineando l’urgenza di ispezioni indipendenti.

Meno di un mese dopo, il 5 luglio 2025, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha alzato la posta in gioco. Parlando a bordo dell’Air Force One, Trump ha vantato che gli attacchi aerei statunitensi avevano “completamente distrutto” Natanz, insieme ad altri importanti siti nucleari iraniani a Fordow ed Esfahan.

“Se dovessero farlo di nuovo, farebbero meglio a iniziare in un luogo diverso, perché quello è stato completamente distrutto”, ha detto Trump, avvertendo che qualsiasi tentativo da parte dell’Iran di ricostruire avrebbe causato un “problema” e provocato ulteriori ritorsioni americane. “Non permetteremmo che ciò accadesse”, ha affermato con fermezza. Nonostante questo non vi è certezza che gli impianti nucleari siano stati completamente distrutti.

Ora, curiosamente, un terremoto viene a capitare proprio nell’area  dell’impianto. Un caso sicuramente, Trump non è il Padreterno e gli USA non hanno armi in grado di causare dei terremoti, ma è possibile che questo evento abbia causato più danni dei bombardamenti.

Domande e Risposte sull’articolo

1) Qual è il rischio reale di un incidente nucleare a Natanz dopo un terremoto?

Il rischio è difficile da quantificare senza dati certi. In teoria, gli impianti nucleari sono costruiti con criteri antisismici molto rigorosi. Tuttavia, la situazione di Natanz è unica: la struttura ha subito recenti e pesanti danni sotterranei a causa di attacchi militari. Un terremoto, anche di magnitudo moderata come questo, potrebbe aver aggravato falle strutturali preesistenti, con rischi per il contenimento dei materiali radioattivi e per la stabilità delle centrifughe. Il silenzio delle autorità iraniane e l’assenza di ispezioni indipendenti dell’AIEA rendono impossibile una valutazione precisa del pericolo attuale.

2) Perché la profondità del terremoto (10 km) è un dato rilevante?

La profondità dell’ipocentro (il punto dove si origina il terremoto) è fondamentale. Un terremoto “superficiale”, come questo a soli 10 km, sprigiona la sua energia molto vicino alla superficie terrestre. Questo si traduce in scuotimenti più intensi e potenzialmente più dannosi per gli edifici e le infrastrutture, a parità di magnitudo, rispetto a un terremoto più profondo, la cui energia si dissipa maggiormente prima di raggiungere la superficie. Pertanto, un sisma relativamente superficiale vicino a un sito sensibile come Natanz è motivo di maggiore preoccupazione.

3) Come potrebbe l’Iran sfruttare politicamente questo evento?

Teheran potrebbe utilizzare questo terremoto in diverse maniere. Da un lato, potrebbe usarlo come pretesto per limitare ulteriormente l’accesso degli ispettori dell’AIEA, citando ragioni di sicurezza. Dall’altro, potrebbe sfruttarlo a livello propagandistico, denunciando come gli attacchi precedenti di Israele e USA abbiano reso l’impianto vulnerabile a disastri naturali, cercando di guadagnare simpatie internazionali e di dipingersi come vittima. Infine, potrebbe minimizzare l’accaduto per proiettare un’immagine di controllo e resilienza, sia verso la propria popolazione sia verso i nemici esterni.

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