Economia
Cyberattacchi paralizzano il sistema bancario iraniano: Bancomat fuori uso e sospetti su Israele
Un devastante cyberattacco ha mandato in tilt la Sepah Bank in Iran, lasciando milioni di correntisti senza accesso ai fondi alla vigilia dei pagamenti. File interminabili e bancomat fuori uso gettano il Paese nel caos. Dietro l’attacco, l’ombra di un gruppo hacker legato a Israele.

Negli ultimi giorni, il sistema bancario iraniano è stato travolto da una grave crisi informatica che ha colpito in particolare la Sepah Bank, una delle principali istituzioni finanziarie del Paese, legata al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane (IRGC). Secondo quanto riportato dal Times, la banca ha subito un blackout totale dei suoi sistemi IT, lasciando milioni di clienti senza accesso ai servizi bancari, inclusi i prelievi agli ATM.
La situazione sta generando caos in città come Teheran, Isfahan, Shiraz, Yazd e Tabriz, dove i bancomat risultano fuori servizio e le filiali non riescono a garantire operazioni in presenza né l’accesso alle applicazioni di digital banking.
La Sepah Bank, che conta circa 30 milioni di clienti, è un pilastro del sistema finanziario iraniano, ma è anche nota per essere stata sanzionata da Stati Uniti e Regno Unito per il suo presunto ruolo nel finanziamento di forze proxy, nonché dei programmi missilistico e nucleare dell’Iran. La crisi attuale, che si verifica a ridosso della data di pagamento degli stipendi (il 22 di ogni mese nel calendario iraniano), rischia di lasciare senza salario milioni di lavoratori e dipendenti pubblici, aggravando le difficoltà economiche dei cittadini.
Le speculazioni puntano il dito contro un possibile cyberattacco orchestrato da Israele, che dall’inizio di ottobre ha intensificato le operazioni contro l’infrastruttura militare iraniana. Sebbene le autorità israeliane non abbiano commentato, un gruppo di “hacktivisti” autoproclamatosi Gonjeshke Darande (Passeri Predatori), con presunti legami con Israele, ha rivendicato la responsabilità dell’attacco. Questo collettivo aveva già colpito in passato ferrovie e distributori di benzina iraniani, dimostrando capacità di compromettere infrastrutture critiche.
Sui social media, in particolare su X, si moltiplicano le segnalazioni di disservizi: “Gli ATM di Sepah a Teheran e in altre città sono fuori uso, le file alle filiali sono interminabili”, scrive un utente. Video circolati online mostrano bancomat oscurati e clienti frustrati, un’immagine che sottolinea l’impatto diretto della crisi sulla popolazione.
Nel frattempo, il Comando di Sicurezza Cibernetica dell’IRGC ha vietato a funzionari e squadre di protezione l’uso di dispositivi connessi a reti pubbliche di comunicazione, segno di un’ulteriore escalation delle misure di sicurezza.
La Sepah Bank, che opera anche in Europa con una filiale a Londra, si trova ora al centro di una tempesta che potrebbe avere ripercussioni geopolitiche ed economiche.
Questo attacco, se confermato, evidenzia la crescente vulnerabilità delle infrastrutture digitali iraniane e il ruolo strategico della cyber-guerra nel conflitto tra Israele e Iran. Per i cittadini iraniani, il rischio è quello di un collasso finanziario temporaneo, con conseguenze immediate sulla vita quotidiana. La situazione resta fluida, ma il silenzio delle autorità e l’entità del disservizio alimentano timori di ulteriori escalation.
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