Analisi e studi
Inflazione USA stabile al 2,7% a luglio: i dazi non pesano, ma la Fed è sotto pressione e Trump furioso
Contrariamente alle previsioni, l’inflazione statunitense non accelera, smentendo i timori legati ai dazi. Mentre i prezzi al consumo restano stabili, l’inflazione “core” sale al 3,1%, alimentando il dibattito. Intanto, Trump attacca frontalmente il presidente della Fed, Jerome Powell, la cui posizione appare sempre più incerta.
Per l’ennesimo mese le previsioni terrificanti di un’esplosione dell’inflazione USA a causa dei dazi vengono smentite. Il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è rimasto al 2,7% nel luglio 2025, lo stesso dato di giugno e al di sotto delle previsioni del 2,8%. Ecco il relativo grafico:
Le pressioni sui prezzi sono aumentate per le auto e i camion usati (4,8% contro il 2,8% di giugno), i servizi di trasporto (3,5% contro il 3,4%) e i veicoli nuovi (0,4% contro lo 0,2%), mentre l’inflazione è rimasta stabile per i prodotti alimentari (2,9% contro il 2,9%).
D’altro canto, l’inflazione ha registrato un leggero rallentamento per gli alloggi (3,7% contro 3,8%) e i costi energetici sono diminuiti ulteriormente (-1,6% contro -0,8%). I prezzi della benzina (-9,5% contro -8,3%) e del gasolio (-2,9% contro -4,7%) hanno continuato a diminuire, mentre l’aumento dei prezzi del gas naturale è rimasto elevato (13,8% contro 14,2%).
Su base mensile, l’IPC è aumentato dello 0,2%, appena al di sotto del +0,3% di giugno, che era stato il dato più forte da gennaio e in linea con le aspettative.
Nel frattempo, l’inflazione core, che esclude alimentari ed energia, ha accelerato al 3,1%, il livello più alto degli ultimi cinque mesi, rispetto al 2,9% di giugno e al di sopra delle previsioni del 3%. L’IPC core mensile è aumentato dello 0,3% come previsto, registrando il rialzo più marcato degli ultimi sei mesi, dopo lo 0,2% precedente. Questo significa che la dinamica salariale americana è ben attiva.
Trump ovviamente ha colto l’occasione, dal suo social Truth, per attaccare
Migliaia di miliardi di dollari vengono incassati grazie ai dazi, il che è incredibile per il nostro Paese, il suo mercato azionario, la sua ricchezza generale e praticamente tutto il resto. È stato dimostrato che, anche in questa fase avanzata, i dazi non hanno causato inflazione né altri problemi per l’America, se non l’afflusso di ingenti quantità di DENARO CONTANTE nelle casse del Tesoro. Inoltre, è stato dimostrato che, nella maggior parte dei casi, non sono nemmeno i consumatori a pagare questi dazi, ma sono soprattutto le aziende e i governi, molti dei quali stranieri, a pagare il conto. Ma David Solomon e Goldman Sachs si rifiutano di dare credito a chi lo merita. Hanno fatto una previsione sbagliata molto tempo fa sia sulle ripercussioni sul mercato che sui dazi stessi, e si sono sbagliati, proprio come si sbagliano su tante altre cose. Penso che David dovrebbe andarsene e trovarsi un nuovo economista o, forse, dovrebbe semplicemente concentrarsi sul suo lavoro di DJ e non preoccuparsi di dirigere un’importante istituzione finanziaria.
Jerome “Troppo Tardi” Powell deve ORA abbassare il tasso. Steve “Manouychin” mi ha fatto proprio un bel “regalo” quando ha sostenuto questo perdente. Il danno che ha fatto essendo sempre Troppo Tardi è incalcolabile. Fortunatamente, l’economia è cooosì forte che abbiamo passato sopra a Powell e al Consiglio compiacente. Sto, comunque, valutando di permettere che una grossa causa legale contro Powell vada avanti a causa del lavoro orribile, e grossolanamente incompetente, che ha fatto nella gestione della costruzione degli edifici della Fed. Tre Miliardi di Dollari per un lavoro che sarebbe dovuto essere una sistemazione da 50 Milioni di Dollari. Non va bene
Trump se la prende con le banche e con la Federal Reserve che, nonostante l’inflazione non sia cresciuta, ancora non hanno allargato la borsa del credito verso privati e aziende. Però la posizione di Jerome Powell sta diventando sempre più debole e diversi governatori regionali iniziano a chiedere una riduzione dei tassi d’interesse. Powell sta apparendo sempre più debole e politico in questa sua difesa dei tassi elevati.
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