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Analisi e studi

Inflazione USA: rialzo leggero, ma gli stati democratici sono più colpiti

L’inflazione USA sale al 2,4% a maggio 2025, sotto le attese. Stati democratici come California e New York registrano tassi più elevati

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A maggio 2025, l’inflazione negli Stati Uniti ha registrato un lieve rialzo, interrompendo un trend di quattro mesi di rallentamento.

Nonostante ciò, il dato rimane inferiore rispetto a marzo e alle aspettative degli analisti, evidenziando una dinamica di prezzi che, pur in crescita, si mantiene sotto controllo. Parallelamente, un’analisi geografica dei dati rivela significative divergenze: gli stati governati dai Democratici, in particolare lungo le coste est e ovest, registrano tassi di inflazione sensibilmente più alti rispetto alle roccaforti repubblicane nel cuore del Paese.

Inflazione in Leggero Aumento, ma Sotto le Aspettative

Secondo i dati ufficiali, il tasso di inflazione annuale negli Stati Uniti è salito al 2,4% a maggio 2025, rispetto al 2,3% di aprile, il livello più basso dal 2021.

Sebbene si tratti del primo aumento dopo quattro mesi, il dato è inferiore alle previsioni degli analisti, che si attendevano un 2,5%. A trainare il rialzo sono stati i prezzi di generi alimentari (+2,9% rispetto al 2,8% di aprile), dei servizi di trasporto (+2,8% contro il 2,5%), delle auto usate (+1,8% vs 1,5%) e dei veicoli nuovi (+0,4% vs 0,3%).
Al contrario, l’inflazione nel settore immobiliare ha mostrato un lieve calo, passando dal 4% al 3,9%.

Sul fronte energetico, i costi sono diminuiti del 3,5%, in linea con il -3,7% di aprile, con ribassi significativi per benzina (-12%) e olio combustibile (-8,6%), mentre i prezzi del gas naturale restano elevati (+15,3%).

Ecco il relativo grafico:

Su base mensile, l’indice dei prezzi al consumo (CPI) è aumentato solo dello 0,1%, inferiore allo 0,2% di aprile e alle attese dello 0,2%.

L’inflazione core, che esclude i prezzi volatili di cibo ed energia, è rimasta stabile al 2,8%, il livello più basso dal 2021, contro previsioni di un aumento al 2,9%. Anche il CPI core mensile è cresciuto dello 0,1%, sotto lo 0,2% di aprile e le attese dello 0,3%.

Questi dati suggeriscono che, nonostante il lieve rialzo, le pressioni inflazionistiche restano moderate, offrendo un quadro di relativa stabilità economica. La cura Trump, bene o male, funziona e non cè shock inflazionistica per i dazi. 

Divergenze Geografiche: Inflazione Più Alta negli Stati Democratici

Un’analisi geografica condotta da Bloomberg evidenzia profonde differenze nei tassi di inflazione tra le regioni degli Stati Uniti, con una chiara correlazione politica. Gli stati costieri, prevalentemente governati dai Democratici, registrano tassi di inflazione significativamente più alti rispetto alle aree centrali e meridionali, dominate dai Repubblicani.

Inflazione maggio USA stato per stato Bloomberg

Sulla Costa Ovest, l’inflazione media a maggio si è attestata al 2,8%. Nell’area metropolitana di Los Angeles, roccaforte democratica, il tasso ha raggiunto il 3%, mentre a San Diego ha toccato il 3,8%. Sulla Costa Est, l’inflazione è stata altrettanto elevata, con un tasso medio del 2,8% negli stati del Mid-Atlantic e del New England. A New York City, altro bastione democratico, l’inflazione è scesa al 3,4% dal 3,9% di aprile, ma rimane tra le più alte a livello metropolitano. In queste aree, i prezzi sono spinti soprattutto dai costi di alloggi e affitti.

Al contrario, la regione con l’inflazione più bassa è il West South Central, che include stati come Arkansas, Louisiana, Oklahoma e Texas, tutti a guida repubblicana. Qui il tasso si è fermato all’1,4%, il più basso del Paese. La differenza è netta: l’inflazione nelle regioni più care è doppia rispetto a quella delle aree con la crescita dei prezzi più contenuta.

Un Costo Politico?

Questi dati suggeriscono che le politiche economiche e sociali adottate nei diversi stati possono influenzare significativamente i tassi di inflazione. Le regioni democratiche, spesso caratterizzate da regolamentazioni più stringenti, tasse più alte e costi abitativi elevati, sembrano affrontare pressioni inflazionistiche più intense. Al contrario, gli stati repubblicani, con politiche più orientate al libero mercato e costi della vita generalmente più bassi, registrano un’inflazione più contenuta.

In conclusione, mentre l’inflazione complessiva negli Stati Uniti rimane sotto controllo, le disparità geografiche evidenziano come le scelte politiche locali possano avere un impatto tangibile sul costo della vita. Per i cittadini, la differenza si traduce in un divario significativo nel potere d’acquisto, con gli stati democratici che si confermano, almeno per ora, i più costosi in cui vivere.


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