Economia
Industria della difesa in affanno: i motivi del calo sui mercati europei
Giornata negativa per le borse europee del settore difesa. Le tensioni geopolitiche si raffreddano? Tra l’ipotesi di un embargo tedesco a Israele e un possibile vertice USA-Russia, i titoli da Rheinmetall a Leonardo registrano forti cali, mettendo in discussione i profitti futuri.

Una giornata difficile per il settore della difesa sui mercati europei. Ciò che può essere interpretato come un segnale positivo per la pace si traduce in una battuta d’arresto per l’industria bellica e i suoi investitori. Una serie di eventi sta creando incertezza tra i produttori di armi, mettendo in discussione il potenziale di un comparto che ha dominato le borse negli ultimi mesi.
Il calo è stato generalizzato: la tedesca Rheinmetall, una delle aziende leader del settore, ha ceduto il 4% in apertura. A seguire, l’italiana Leonardo ha perso il 2%, la spagnola Indra è scesa dell’1,5% prima di recuperare parzialmente, mentre la britannica BAE Systems ha registrato un -1%, la francese Thales -1,5% e la svedese Saab -2%.
Ecco Leonardo:
E Indra:
Le cause di questa flessione sono da ricercare in tre fattori principali:
- il possibile embargo tedesco sulle armi destinate a Israele,
- l’ipotesi di un vertice in Alaska tra i presidenti Vladimir Putin e Donald Trump sull’Ucraina,
- le aspettative di profitto che diverse aziende non sono riuscite a soddisfare.
In sintesi, gli investitori temono che né le guerre in corso si intensifichino, né le aziende militari riescano a generare i profitti attesi. Purtroppo qui vale ancora il detto “Finché c’è guerra c’è speranza”.ò
Da Gaza all’Ucraina, venti di incertezza
Il primo colpo arriva dalla Germania, il secondo fornitore di armi a Israele. Lo Stato ebraico rappresenta una fonte di ricavi strategica per l’industria tedesca, con stime dello Stockholm International Peace Research Institute che indicano come il 13% delle esportazioni militari tedesche tra il 2022 e il 2024 sia diretto a Tel Aviv.
Tuttavia, di fronte alla crisi umanitaria a Gaza, con un bilancio che supera i 61.000 morti, il governo tedesco starebbe valutando di bloccare le esportazioni di armi. Se da un lato questa mossa potrebbe favorire una de-escalation del conflitto, dall’altro rappresenta un “cattivo affare” per i produttori di armi e i loro contratti.
L’altro fronte di turbolenza arriva dal Pacifico. Il vertice in Alaska tra Putin e Trump, previsto per venerdì, alimenta le speranze di un cessate il fuoco in Ucraina. Questo incontro, che si svolgerebbe alle spalle di Kiev e del resto d’Europa, preoccupa gli investitori. Un accordo tra Russia e Stati Uniti potrebbe indebolire le ambizioni della Commissione Europea in materia di difesa, smilitarizzare il principale cliente delle aziende del settore e rallentare il processo di riarmo del continente.
Profitti deludenti e la corsa dei mercati
Le elevate aspettative sui risultati del secondo trimestre si sono rivelate eccessive. Diverse aziende, inclusa Rheinmetall, non hanno raggiunto gli obiettivi previsti dal mercato, segnalando che i ricavi milionari derivanti dal riarmo europeo richiederanno più tempo del previsto per concretizzarsi.
Non si tratta del crollo di una bolla speculativa. Aziende come Indra e Saab hanno raddoppiato il loro valore dall’inizio dell’anno; Rheinmetall è cresciuta di oltre il 150%, e altre come BAE Systems e Leonardo hanno registrato apprezzamenti tra il 50% e il 70%. La flessione odierna è piuttosto un invito alla cautela. Del resto i grandi ordini per gli eserciti europei sono molto difficili da mettere a terra.
Il trend di fondo, inoltre, non sembra destinato a invertirsi. La maggior parte dei servizi di intelligence europei ritiene che, anche in caso di pace in Ucraina, la Russia potrebbe rappresentare una minaccia per i Paesi baltici nei prossimi anni. Tutti gli Stati membri della NATO si sono impegnati ad aumentare la spesa militare per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti, come dimostra la recente commessa tedesca per la produzione di 3.500 carri armati Leopard 2 e veicoli blindati GTX Boxer.
I profitti dell’industria bellica appaiono quindi assicurati per i prossimi trimestri. Tuttavia, la giornata odierna suggerisce che il mercato sta scontando un futuro prossimo con utili inferiori alle attese. Forse l’entusiasmo per la guerra si sta raffreddando, ma le sue fondamenta strategiche rimangono, per ora, ben salde.
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