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L’Indicatore Infallibile che anticipa le recessioni USA lancia un segnale d’allarme: Cosa sta succedendo davvero?

Scopri l’indicatore di disoccupazione che ha previsto le passate recessioni USA senza errori. Sebbene il livello sia ancora basso, il trend attuale mostra un’accelerazione preoccupante. Analisi completa del rischio reale.

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Mentre analisti e istituzioni si perdono in congetture, esiste un indicatore economico che, storicamente, ha previsto l’inizio delle recessioni americane con una precisione chirurgica e senza mai dare falsi allarmi e che viene analizzat in modo continuo da Wolfstreet, un sito economico americano molto interessante. Non è un modello complesso né un sondaggio, ma un dato grezzo, settimanale e quasi istantaneo. E oggi, questo indicatore sta mostrando una dinamica che non può essere ignorata.

Dimenticate le dichiarazioni ufficiali del National Bureau of Economic Research (NBER), che arrivano sempre a cose fatte, mesi dopo l’inizio della tempesta. La vera sentinella del ciclo economico è un’altra, ed è fondamentale capire cosa ci sta dicendo adesso.

Il Segnale Perfetto: Preciso, Immediato e Senza Ritardi

L’indicatore più affidabile non sono le nuove richieste di disoccupazione, ma le richieste di sussidi di disoccupazione continuativi (“Insured Unemployment”). Questo dato non misura chi ha appena perso il lavoro, ma conta le persone che, settimana dopo settimana, non riescono a trovarne uno nuovo e continuano a dipendere dal sussidio.

È questo il vero termometro della salute del mercato del lavoro. Ed è un dato potentissimo per tre motivi:

  1. È quasi in tempo reale: Viene pubblicato settimanalmente con un ritardo di pochi giorni.
  2. Non è un sondaggio: Si basa su dati reali e non su opinioni o stime.
  3. Non ha mai fallito: A differenza della curva dei rendimenti o della Sahm Rule, che hanno dato falsi positivi, questo indicatore ha anticipato correttamente le recessioni cicliche del 1990, 2001 e 2008 senza mai sbagliare un colpo.

Ed infatti il grafico che indicaquesto  valore, ripreso da Worlstreet, mostra con una certa precisione le recessioni:

La “Soglia di Recessione”: Il Punto di Non Ritorno

Esiste un livello critico, il “Recession Marker”, che storicamente ha segnato l’inizio di una recessione. Questa soglia non è fissa, ma cresce lentamente negli anni insieme alla forza lavoro totale. Per il 2025, questo punto di non ritorno si attesta a circa 2,7 milioni di richieste continuative.

E le recessioni passate? Sono iniziate quando l’indicatore ha toccato questi livelli:

  • 2,64 milioni a dicembre 2008 (Grande Recessione)
  • 2,56 milioni a marzo 2001 (Recessione .com)
  • 2,49 milioni a luglio 1990 (Recessione inizio anni ’90)

La Situazione Attuale: Il Campanello d’Allarme Sta Suonando?

Oggi dove siamo? La media mobile a quattro settimane è salita a 1,914 milioni. Siamo ancora lontani dalla soglia critica di 2,7 milioni. E allora dov’è il problema?

Il problema non è il livello, ma la direzione e la velocità del trend.

Il dato attuale mostra che, sebbene non ci sia un’ondata di licenziamenti di massa, le persone che perdono il lavoro fanno sempre più fatica a essere riassorbite dal mercato. Il ritmo di crescita delle richieste continuative è accelerato in modo significativo.

Se questa tendenza non si inverte, ci dirigeremo verso la massa critica. Anche se in passato è successo che trend simili si siano poi arrestati, la velocità attuale del deterioramento è un segnale che non può essere sottovalutato. L’economia non è ancora in recessione, ma l’indicatore che non sbaglia mai sta lanciando un avvertimento forte e chiaro. Se la traiettoria non cambia, la campana della recessione suonerà.


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