Attualità
India: il secondo paese più popoloso al mondo per metà senza energia, nel marzo più caldo da un secolo
L’estate soffocante e la grave scarsità di carbone per uso termico stanno innescando blackout in ampie aree dell’India, aumentando i timori di una nuova crisi che può sconvolgere il secondo paese più popolato al mondo e la terza economia asiatica.
Un’impennata della domanda di elettricità ha spinto stati tra cui Punjab e Uttar Pradesh a nord e Andhra Pradesh a sud a interrompere l’approvvigionamento energetico. L‘interruzione, fino a otto ore in alcuni luoghi, sta costringendo i clienti a sopportare il caldo o a cercare opzioni di backup più costose e inquinanti, come i generatori diesel.
Sebbene le interruzioni non siano rare in India, la situazione di quest’anno indica in particolare una “crisi energetica incombente”, ha affermato Shailendra Dubey, presidente della All India Power Engineers Federation, un gruppo di difesa. I blackout provocati dalla scarsità di carbone, il combustibile fossile che rappresenta il 70% della produzione di elettricità dell’India, stanno minacciando di ostacolare l’economia da 2,7 trilioni di dollari che sta cercando di accendere tutti i suoi motori dopo essere uscita da una contrazione record causata dalla pandemia. Stanno anche alimentando l’inflazione in un momento in cui i responsabili politici stanno lottando per tenere a freno i prezzi dell’energia in fuga alimentati dalla guerra russa in Ucraina.
Dipingendo un quadro ancora più drammatico, le autorità elettriche indiane hanno notato che il 18 aprile le scorte di carbone erano pari a 22,52 milioni di tonnellate, mentre normalmente in questo periodo dell’anno dovrebbero essere quasi 67 milioni di tonnellate. In altre parole, le scorte di carbone sono scese di un terzo rispetto ai livelli abituali.
“Le centrali termiche in tutto il paese sono alle prese con la carenza di carbone poiché la domanda di energia negli stati è aumentata e molte di esse non sono in grado di colmare il divario tra domanda e offerta a causa delle scorte di carbone insufficienti nelle centrali termiche”, ha affermato il presidente dell’AIPEF Shailendra Dubey in una dichiarazione rilasciata da ABP.
Dato questo livello così basso di carbone molti temono che si possa realizzare uno shock stagflazionistico drammatico, tale da causare un’esplosione dei prezzi e quindi alimentare l’insicurezza sociale in un paese densamente popolato con oltre 1,3 miliardi di abitanti.
Le piccole e medie aziende, che sono la base del tessuto produttivo indiano, potrebbero essere duramente colpite, andando in crisi e ponendo ancora di più in miseria un paese che avrebbe dovuto invece crescere del 9,5% quest’anno.
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