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Il Telescopio spaziale James Webb osserva il misterioso intruso 3I/ATLAS. Cosa ha compreso?

Il telescopio James Webb (JWST) ha analizzato la cometa interstellare 3I/ATLAS, scoprendo una composizione chimica unica. Scopri perché questa scoperta sfida le teorie sulla formazione dei sistemi stellari e cosa rivela sulla sua origine misteriosa.

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Il James Webb Space Telescope (JWST) ha rivolto il suo sguardo a un ospite inatteso e affascinante: la cometa interstellare 3I/ATLAS. Questo oggetto, il terzo nel suo genere a essere scoperto nel nostro sistema solare, sta offrendo agli scienziati una prospettiva unica sulle origini di altri sistemi stellari.

La sua particolarità non è solo l’origine, ma anche la sua composizione chimica, che sta sfidando le aspettative degli astronomi. Cosa ha notato di particolare il più avanzato telescopio spaziale?

Lo sguardo di Webb su una visitatrice interstellare

Il 6 agosto 2025, il JWST ha utilizzato il suo strumento NIRSpec (Near-Infrared Spectrograph) per analizzare la cometa 3I/ATLAS, individuata per la prima volta solo un mese prima dal telescopio ATLAS. A differenza delle comete del nostro sistema solare, si ritiene che 3I/ATLAS provenga da un altro sistema stellare, rendendola un oggetto di studio prezioso.

Le sue osservazioni seguono quelle di altri grandi telescopi come Hubble, ma con un vantaggio significativo: la capacità di Webb di scrutare l’universo nell’infrarosso ha permesso di analizzare la composizione chimica della cometa con una precisione senza precedenti.

Come appare 3I/ATLAS  Al LAs Combres ESA Obesrvatory

Un enigma nella composizione chimica

Quando una cometa si avvicina al Sole, il suo calore provoca un processo di sublimazione, trasformando i materiali ghiacciati direttamente in gas che formano la famosa chioma e coda della cometa stessa. L’analisi della chioma di 3I/ATLAS ha rivelato la presenza di anidride carbonica, acqua, monossido di carbonio e solfuro di carbonile, quest’ultimo un gas che, se avvertito dall’uomo, sarebbe puzzolente.

Tuttavia, ciò che ha sorpreso gli scienziati è il rapporto tra anidride carbonica e acqua, il più alto mai osservato in una cometa. Questa anomalia suggerisce due possibili scenari sulla sua formazione:

  • Un nucleo ricco di anidride carbonica: La cometa potrebbe contenere ghiacci esposti a livelli di radiazione molto più elevati rispetto a quelli delle comete nel nostro sistema solare. 
  • Formazione nella “linea del ghiaccio di anidride carbonica”: 3I/ATLAS potrebbe essersi formata in una regione specifica del suo sistema stellare d’origine, dove la temperatura era sufficientemente bassa da permettere all’anidride carbonica di solidificarsi e dove questa era particolarmente abbondante.

Inoltre, la scarsa quantità di vapore acqueo rispetto all’anidride carbonica fa pensare a qualcosa che stia impedendo al calore di penetrare nel nucleo ghiacciato della cometa, rallentando la sublimazione dell’acqua. Quindi chioma e coda si stanno formando molto più lentamente di quanto accada alle comete del sistema solare, più ricche d’acqua. E se questa abbondanza fosse una caratteristica del nostro sistema planetario?

Il JWST ha confermato invece l’età della cometa, veramente eccezionale: 7 miliardi di anni, 3 in più del sistema solare. Anche questo dato viene a confermare l’origine extrasolare dell’incredibile oggetto.

E tu cosa ne pensi?

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