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Economia

Il Senato francese respinge il CETA. Forte rischio di decadenza di tutto il trattato

Il Senato francese respinge l’accordo di libero scambio con il Canada, soprattutto per l’opposzione degli agricoltori. Ora il trattato dovrà tornare di fronte all’Assemblea Nazionale dove l’approvazione è tutt’altro che certa. Rischia di saltare in tutta la UE

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Oggi il Senato  francese ha votato contro la ratifica dell’accordo di libero scambio CETA tra l’Unione Europea e il Canada, grazie ad un’alleanza tra sinistra e destra. In un’atmosfera estremamente tesa, i senatori hanno respinto con 211 voti contro 44 la sezione del disegno di legge relativa a questo trattato, applicato provvisoriamente dal 2017 ma mai presentato alla Camera alta. Hanno confermato questo rifiuto pochi minuti dopo, in una votazione finale.

Il rifiuto è stato descritto come una “buona notizia” dal Presidente della Fédération Nationale Bovine (FNB). “Patrick Bénézit, secondo vicepresidente del sindacato maggioritario degli agricoltori FNSEA, ha esultato, affermando che i senatori hanno “finalmente avuto l’opportunità di fare la scelta giusta, quella di non ratificare un trattato che autorizza alimenti che non rispettano le nostre condizioni di produzione”. Erano soprattutto gli agricoltori a spingere perché fosse respinto questo accordo di libero scambio che vedeva le produzioni cerealicole e di carne minacciate dalle importazioni d’Oltreoceano

La sua opinione non è condivisa all’unanimità. Nicolas Ozanam, Delegato Generale della Federazione Francese degli Esportatori di Vino e Liquori (FEVS), ha spiegato: “In un momento di difficoltà economica (per le esportazioni del settore), metterci in una posizione delicata dopo una buona dinamica (da quando il trattato è stato implementato) ci sembra totalmente surreale”. Ovviamente l’opposizione al patto non è uguale in tutti i settori dell’economia francese.

Una storia complessa di un trattato poco amato e mai approvato completamente

Firmato alla fine del 2016, adottato dal Parlamento Europeo alla fine del 2017 e applicato provvisoriamente da allora, il CETA non è ancora stato ratificato da tutti i parlamenti nazionali dell’UE. L’Assemblea Nazionale, da parte sua, l’aveva approvato di stretta misura il 23 luglio 2019 con 266 voti contro 213, provocando un tasso di astensione record nelle file di Macronist all’epoca. Il governo italiano ha approvato il CETA nel 2017 e il parlamento nel 2023.

In Francia il trattato non era mai stato presentato alla Camera alta, nonostante le numerose promesse del governo. La bocciatura del Senato non è di per sé sufficiente a denunciare l’accordo a livello europeo, ma i problemi per il governo sono tutt’altro che finiti. Ora doverà tornare all’Assemblea per un voto tutt’altro che certo nel risultato.

Sulla scia del voto del Senato, i deputati comunisti hanno annunciato giovedì la loro intenzione di mettere il trattato all’ordine del giorno dell’Assemblea Nazionale il 30 maggio, durante la giornata a loro riservata alla Camera. Il voto del Senato “non può rimanere lettera morta”, hanno dichiarato in un comunicato stampa, indicando che il loro gruppo desidera includere il testo nella sua “nicchia parlamentare”.

“La conferma da parte dell’Assemblea Nazionale del rifiuto del CETA metterà fine alla sua applicazione”.

Se un parlamento nazionale, come quello francese, respingesse l’accordo questo cesserebbe di avere effetto su tutto il territorio dell’Unione. Uno scacco tremendo per la Commissione e per Gentiloni, che ne aveva perorato l’approvazione.


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