Difesa
Il russo Su-30 batte il francese Rafale nella contesa per il Kazakistan
A novembre Macron ha fatto un viaggio in Kazakistan e molti si aspettavano che fosse anche riuscito a vendere i caccia francesi Rafale. Invece l’aviazione centro asiatica ha ricevuto sei nuovi Sukhoi Si-30SM, proseguendo nel proprio impegno con Mosca. Cambiare costa troppo
Il Kazakistan ha ricevuto sei cacciabombardieri Sukhoi Su-30 che entreranno a far parte dell’aviazione dello stato centro asiatico. Questi aerei, contrassegnati dai numeri dal 51 al 56 in rosso, sono ora di stanza presso l’unità di aviazione dell’aeroporto di Shymkent. Sostituiscono i vecchi caccia MiG-29 di epoca sovietica, che sono stati dismessi.
Nel 2020 si sono concluse le consegne nell’ambito di tre precedenti contratti, che hanno portato 24 caccia Su-30SM alle forze aeree del Kazakistan. Dopo la perdita di un velivolo nel 2021 a causa di un incidente di volo, nell’autunno del 2023 sono stati presentati i piani per nuove acquisizioni. All’inizio del 2024 le forze di difesa aerea sono state dotate di 23 caccia e, con l’aggiunta di questi sei nuovi arrivi, la flotta è ora composta da 29 Su-30SM pronti al combattimento.
Alla fine dello scorso anno, si è diffusa la notizia che il Kazakistan potrebbe diventare l’ultimo operatore del Dassault Rafale di produzione francese. Alcune fonti occidentali e orientali hanno ipotizzato che “dopo che Astana ha scelto di mandare in pensione i MiG-29 e MiG-31 sovietici, l’attenzione del Kazakistan si è spostata sull’Europa occidentale, in particolare su Parigi”.
Invece non è stato così.
Il fallimento di Macron
Secondo alcune voci, la Dassault Aviation stava corteggiando da tempo due nazioni dell’Asia centrale. Secondo vari rapporti, la Francia mirava a rafforzare le relazioni bilaterali con questi Paesi, un tema chiave durante le visite di Emmanuel Macron in Kazakistan e Uzbekistan l’1 e il 2 novembre.
Il viaggio vorticoso del presidente francese ha seguito da vicino la visita del presidente uzbeko Shavkat Mirziyoyev in Francia il 21 e 22 novembre 2022, a cui ha fatto presto eco la visita del presidente kazako Kassym-Jomart Tokayev in Francia il 29 e 30 novembre. La testata francese La Tribune ha sintetizzato il sentimento quando ha osservato: “L’idea sbalorditiva che avevamo previsto all’inizio del decennio si è ora trasformata in una probabile realtà”, approfondendo i potenziali – ma ancora non confermati – ordini di Uzbekistan e Kazakistan.
Invece era solo un sogno, un’illusione: il viaggio di Macron non è riuscito a convincere i dirigenti politici e militari di Astana che hanno invece scelto di proseguire con l’acquisto del cacciabombardiere russo.
Il Su-30SM presenta troppi vantaggi
La decisione di espandere la flotta di Su-30SM è sostenuta dai vantaggi di rimanere con una classe di caccia già integrata nella struttura militare del Kazakistan. In questo modo si evitano le numerose complicazioni e i costi aggiuntivi che derivano dall’introduzione di un nuovo tipo di velivolo, come l’addestramento diverso, i requisiti per i pezzi di ricambio, le esigenze infrastrutturali e la compatibilità degli armamenti.
Gli esperti militari kazaki tengono in grande considerazione i caccia Su-30SM. Un alto ufficiale dell’Aeronautica militare kazaka ha sottolineato l’avionica e gli armamenti avanzati del velivolo, che rafforzano in modo significativo le capacità di difesa aerea della nazione. Secondo l’ufficiale, i Su-30SM sono particolarmente preziosi per la loro versatilità nell’eseguire missioni aria-aria e aria-terra. Inoltre, si comportano in modo affidabile nelle varie e spesso difficili condizioni meteorologiche della regione.
L’introduzione di questi velivoli segna un passo fondamentale nella modernizzazione delle forze aeree del Kazakistan, sostituendo piattaforme più vecchie come il MiG-29. Il successo dell’integrazione del Su-30SM nella flotta, con il dispiegamento in basi aeree chiave come Shymkent e Karaganda, ne evidenzia l’importanza strategica.
Il Su-30SM è un caccia multiruolo sviluppato dalla Sukhoi, un’importante azienda aerospaziale russa. È una variante avanzata della famiglia Su-30, progettata per svolgere un’ampia gamma di missioni, tra cui superiorità aerea, attacco al suolo e operazioni di attacco marittimo. La designazione “SM” sta per “Serial Modernized” (Modernizzato di Serie), a indicare che incorpora numerosi aggiornamenti rispetto ai modelli precedenti.
Il Su-30SM ha dimensioni impressionanti che contribuiscono alla sua versatilità ed efficacia in combattimento. Ha una lunghezza di circa 21,9 metri, un’apertura alare di circa 14,7 metri e un’altezza di circa 6,4 metri. Queste dimensioni gli consentono di trasportare un notevole carico utile mantenendo un’eccellente manovrabilità.
L’armamento del Su-30SM è altamente versatile e consente di trasportare un’ampia gamma di armi per diversi profili di missione. Può essere armato con missili aria-aria come l’R-77 e l’R-73, missili aria-terra come il Kh-29 e il Kh-31, e varie bombe guidate e non guidate. Inoltre, l’aereo è dotato di un cannone GSh-30-1 da 30 mm per il combattimento a distanza ravvicinata.
Il raggio d’azione del Su-30SM è un altro aspetto significativo del suo progetto. Con un raggio d’azione massimo di circa 3.000 chilometri senza serbatoi di carburante esterni, l’aereo può condurre missioni a lungo raggio senza bisogno di frequenti rifornimenti. Questo raggio d’azione può essere ulteriormente esteso con l’uso di rifornimenti aerei, rendendo il Su-30SM una risorsa formidabile per operazioni prolungate.
Il passaggio al caccia francese di 4,5 generazione sarebbe stato un salto troppo rapido a uno standard d’arma completamente diverso. Probabilmente perfino se la Francia avesse regalato i caccia, questi sarebbero stati rifiutati, perché il cambiamento di standard sarebbe stato comunque troppo complesso.
Come dimostra il caso ucraino con gli F-16, quando si sposa la tecnologia di un lato, questa è quasi per sempre. Solo l’India riesce a gestire nello stesso tempo i Rafale francesi, i Mig 29 e i Su-30, ma si tratta di un paese con risorse molto più grandi e che, tradizionalmente, ha tenuto i piedi in due scarpe. Il Kazakistan non vuole, né può, permetterselo.
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