Attualità
Il Regno Unito deve aprire il portafoglio per non far chiudere le industrie per il caro gas
Marcia indietro nel Regno Unito, dove, fra boom del costo del gas naturale e tasse ambientali stavano saltando diverse aziende. La società statunitense CF Industries riavvierà la produzione di anidride carbonica (CO2) questa settimana in uno dei suoi due stabilimenti britannici chiusi dopo che il governo ha offerto sostegno finanziario. CF utilizza il CO2 ricavato dal gas natura per una serie di processi chimici legati alla produzione di fertilizzanti partendo dall’ammoniaca a Billingham.
“Il governo fornirà un supporto finanziario limitato per i costi operativi dei fertilizzanti CF per tre settimane mentre il mercato della CO2 si adatterà ai prezzi globali del gas”, ha affermato martedì il Dipartimento per le imprese, l’energia e la strategia industriale. Fonti hanno detto a FT che il supporto finanziario potrebbe essere superiore a 20 milioni di sterline.
Il segretario commerciale britannico Kwasi Kwarteng ha affermato che l’accordo finanziario a breve termine con CF durerà diverse settimane per aumentare la produzione di CO2 per le industrie critiche. LaCO2 , definito un nemico del clina, in realtà ha una pluralità di usi industriali: nel settore alimentare, nelle saldature e perfino nel settore nucleare oppure sotto forma di ghiaccio secco..
La chiusura degli stabilimenti di Billingham e Ince di CF rappresentava circa il 45% della produzione commerciale di CO2 del Paese. Il governo ha avvertito che, con forniture limitate di CO2 a causa del prezzo del Gas, c’è il rischio d’impennate nel prezzo dell’anidride carbonica con la necessità di razionarne l’uso ai settori principali ed essenziali, fertilizzanti in testa.
Comunque se la crisi del gas sta colpendo così tanto il Regno Unito la responsabilità è soprattutto dei governi britannici stessi: nel 2017 è stato chiuso l’ultimo sito di deposito di gas naturale e lungo termine: si voleva puntare solo sulla produzione “Verde” di energia da eolico o dalle maree. Un sogno molto bello, che si è concluso con un disastro pagato dalle industrie e dai consumatori inglesi: si calcola che quest’anno ognuno di loro pagherà almeno 178 sterline un più per il riscaldamento…
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