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Il “Re del Nord” che fa tremare Starmer. E anche i mercati

La luna di miele è finita per il premier laburista Keir Starmer. Pressato dall’inflazione e dai conti pubblici, ora deve affrontare un rivale interno, BUrnham, che vuole sfidare i mercati con nazionalizzazioni e spesa a debito, evocando lo spettro di una nuova crisi stile Liz Truss.

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Fino a pochi mesi fa, il leader laburista sembrava in stato di grazia: aveva riportato il suo partito al governo dopo 14 anni di digiuno, la sua immagine da manager serio e persino un po’ noioso rassicurava, e aveva persino mostrato una certa abilità nel gestire un personaggio come Donald Trump.

Ora, quella solidità si sta sciogliendo come neve al sole. Il governo Starmer non riesce a mettere una pezza alle disastrate finanze pubbliche ereditate dai Conservatori, mentre l‘inflazione continua a mordere i portafogli dei cittadini ed è stabilmente elevata, anche se non drammatica:

Il tutto con il fiato sul collo dei mercati del debito, i famosi “bond vigilantes“, che hanno messo il Regno Unito nel mirino, nonostante quadri fiscali persino peggiori in Francia o negli Stati Uniti. In questo clima di turbolenza, un’ombra si allunga minacciosa su Downing Street: quella del “Re del Nord”.

L’assalto del sindaco di Manchester

“Re del Nord” è il soprannome di Andy Burnham, il popolarissimo sindaco laburista di Manchester. Amato nella sua città e sempre più influente nella base del partito grazie a politiche marcatamente di sinistra, Burnham sta mettendo in seria difficoltà Starmer proprio nel suo momento di massima debolezza. La polarizzazione politica, anche nel Regno Unito, è ai massimi storici e la sinistra del Labour chiede una risposta più forte e decisa alla destra populista di Nigel Farage, l’uomo della Brexit, che ora svetta nei sondaggi con il suo partito, Reform UK, mentre Starmer è il primo ministro più impopolare della storia britannica recente:

Stamer, per IPSOS , è il primo ministro più impopoare degli untimi 35 anni

L’ala sinistra del partito osserva con crescente fastidio i tentativi di Starmer e della sua Cancelliera dello Scacchiere, Rachel Reeves, di quadrare i conti flirtando con tagli alla spesa sociale. La debolezza del governo si è plasticamente manifestata nelle lacrime della stessa Reeves, costretta a ritirare una proposta di tagli alle indennità di invalidità di fronte alla minaccia di una rivolta di un centinaio di parlamentari laburisti. Se non bastasse, la posizione del governo sulla crisi a Gaza è stata giudicata troppo tiepida da una parte del partito.

La ricetta di Burnham: Nazionalizzare e sfidare i mercati

In questo scenario si è inserito con forza Andy Burnham. Già Sottosegretario e Segretario di Stato nei governi Blair e Brown, dal 2017 è sindaco di Manchester, dove ha guadagnato la sua fama investendo massicciamente nei servizi pubblici. Il suo obiettivo dichiarato è invertire la “rivoluzione” liberale di Margaret Thatcher, non solo a Manchester, ma in tutto il paese.

Le sue proposte, tipiche di una sinistra più tradizionale, stanno facendo breccia e lo stanno trasformando nel principale rivale interno di Starmer. Ecco i punti principali del suo programma:

  • Maggior controllo pubblico: Propone di riportare sotto un maggiore controllo statale, se non di nazionalizzare, settori chiave come l’edilizia abitativa, l’energia, le forniture idriche e le ferrovie.
  • Edilizia sociale: Per contrastare la crisi abitativa, suggerisce un indebitamento aggiuntivo di 40 miliardi di sterline per costruire nuove case popolari.
  • Tassazione: Invoca un aumento delle tasse sui più ricchi, con un’aliquota al 50% per i redditi più alti e un incremento delle imposte sulle case di maggior valore.
  • Sfidare i mercati: Il punto più dirompente. Burnham ha dichiarato senza mezzi termini: “Dobbiamo andare oltre il semplice legame con i mercati obbligazionari”.

Questa affermazione è musica per le orecchie della base laburista, ma un allarme rosso per la City. Le sue parole hanno già causato un leggero rialzo nei rendimenti dei titoli di stato britannici (i gilt) e un indebolimento della sterlina.

Il fantasma di Liz Truss e il “materasso di nitroglicerina”

Sebbene Burnham non abbia al momento la possibilità concreta di scalzare Starmer, la sua offensiva indebolisce enormemente il Primo Ministro. I mercati temono che qualsiasi concessione all’ala sinistra, o un’improbabile sostituzione di Starmer, possa portare a una politica fiscale indisciplinata.

Il ricordo di quanto accaduto nell’autunno del 2022 con l’effimero governo di Liz Truss è ancora vivissimo. Il suo ambizioso piano di tagli fiscali non coperti mandò in tilt il mercato obbligazionario, costringendola a una rapida marcia indietro e alle dimissioni. Il rischio, come ha affermato l’analista Albert Edwards di Société Générale, è che il mercato obbligazionario britannico poggi su un “materasso di nitroglicerina”.

Gli analisti sono concordi: le politiche di Burnham sarebbero un replay del disastro della Truss. Mark Dowding di RBC BlueBay Asset Management è stato tranchant: “La fiducia del mercato si deteriorerebbe molto rapidamente. I rendimenti aumenterebbero e la sterlina finirebbe sotto pressione”. Un alleato di Starmer ha usato un’efficace metafora per descrivere la proposta di Burnham di ignorare i mercati: “È come dire a qualcuno su un cornicione di non preoccuparsi della gravità”.

Politica PropostaImpatto Previsto sui Mercati
Starmer/Reeves (attuale)Cautela, tentativi di disciplina fiscale
Burnham (sfidante)Aumento della spesa in deficit, nazionalizzazioni
Mercati/InvestitoriStabilità, controllo del debito
Mercati/InvestitoriForte reazione negativa, aumento dei tassi, crisi

Moneta da due sterline – unsplash

Domande e Risposte

1) Perché Andy Burnham è considerato una minaccia per Starmer, se non può diventare subito Primo Ministro?

Burnham non è una minaccia diretta alla leadership, poiché non è neanche un membro del Parlamento. Tuttavia, la sua popolarità e le sue idee danno voce e forza all’ala sinistra del Partito Laburista. Questo costringe Starmer a un difficile equilibrismo: se ignora le richieste di Burnham, rischia una ribellione interna che può paralizzare l’azione di governo e portare a una crisi di fiducia. Se invece acconsente a una maggiore spesa, rischia di scatenare una reazione negativa dei mercati finanziari, indebolendo ulteriormente la sua posizione e l’economia del paese.

2) Cosa significa concretamente che i “mercati obbligazionari” hanno preso di mira il Regno Unito?

Significa che gli investitori che comprano il debito pubblico britannico (i cosiddetti “gilt”) chiedono un interesse più alto per prestare soldi al governo. Questo perché percepiscono un rischio maggiore che il paese non sia in grado di ripagare il suo debito a causa di politiche fiscali insostenibili. L’esperienza del governo Truss ha dimostrato che i mercati possono “punire” un governo ritenuto inaffidabile, vendendo i suoi titoli di stato. Questo fa crollare il loro prezzo e ne alza il rendimento (il costo del prestito), innescando una potenziale crisi finanziaria.

3) Le politiche di nazionalizzazione proposte da Burnham sono realistiche per l’economia britannica attuale?

Dal punto di vista teorico, sono possibili, ma estremamente rischiose nel contesto attuale. Riportare sotto il controllo pubblico settori come energia, acqua e ferrovie richiederebbe enormi capitali, che il governo dovrebbe trovare indebitandosi ulteriormente. In un momento in cui i conti pubblici sono già fragili e i tassi d’interesse alti, un’operazione del genere spaventerebbe gli investitori internazionali. Ciò potrebbe causare una fuga di capitali, un crollo della sterlina e un’impennata dei costi di finanziamento per lo Stato, vanificando i potenziali benefici del controllo pubblico sui servizi essenziali.

E tu cosa ne pensi?

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