Euro crisis
Il pro-Europeismo dei media: si aggiusta la realtà per non far capire che i soldi EU dati alla Grecia in realtà hanno salvato le banche francesi e tedesche a fronte di maggiori tasse pagate dagli italiani?
Ieri una primaria testata nazionale, prima pagina della versione online, annunciava: “Soldi alle banche greche non al popolo”. Forse si sarebbe dovuto dire, “Soldi alle banche e non al popolo greco” invece di sottilmente implicare che i soldi europei erano effettivamente arrivati in Grecia, che dite?
Infatti la maggior parte dei soldi sborsati dall’EU per “salvare la Grecia” è andata a pagare debiti precedenti detenuti soprattutto da istituti finanziari (ca. 80%) dove la parte del leone la facevano quelli franco-tedeschi (*****) che infatti grazie a tale manavra si sono sgravati di circa l’80% dei propri debiti verso Atene (vedasi oltre). Probabilmente un errore della testata – perfettamente scusabile, effettivamente l’articolo ed il titolo sono stati “cancellati” dai radar, peccato che abbia fatto un pdf… -. Sta di fatto che né il popolo greco né la banche greche – se non in minima parte – hanno ottenuto soldi europei (vedasi sotto), i denari teoricamente per salvare la Grecia hanno invece salvato i conti degli istituti di credito francesi e tedeschi che nella follia globale dei prestiti facili avevano dato soldi a gogo ad Atene anche e soprattutto per supportare i consumi ellenici [ossia, in massima parte sono stati usati per ripagare i debiti precedentemente contratti]!
Il dilemma di cui al titolo è tale fino ad un certo punto: come sostenuto da tempo, chi si avvantaggia dall’euro e da questa europa austera – rigorosamente con la “e” minuscola – sono la Germania e tutti i grandi potentati locali possessori di rilevanti patrimoni – alla stregua di piccoli feudatari distribuiti nei vari territori dell’unione -, elites che con l’avvento dell’euro hanno trasformato i propri enormi capitali da instabile lira a solido pseudo marco. In questo contesto esiste un’unità di intenti tra le storiche elites periferiche, i cd. Poteri Forti, e l’Europa tedesca che invece se ne avvantaggia come sistema integrato. Chiaramente molti di questi potentati locali, appunto i Poteri Forti per quanto riguarda l’Italia, controllano non solo la grande finanza ma anche i media, i giornali. Prendo ad esempio il Corriere della Sera, esso rappresenta bene quanto sopra descritto, è un caso emblematico: di proprietà dei poteri più forti d’Italia, nobile famiglia con grande esposizione internazionale [addirittura con residenze se non nazionalità straniere, ndr] è chiaramente da annoverare tra coloro che non si fanno molti problemi nel difendere l’euro a tutti costi, ne va anche dell’interesse della proprietà, è totalmente comprensibile e perfettamente lecito (per altro, sulla residenza straniera, il caso di Margherita Agnelli che denunciò il padre e la famiglia di detenere all’estero miliardi di euro è emblematico.…*).
Tornando alla sostanza, in maggiore dettaglio quello che Tsipras ha spiegato ieri al Parlamento EU è che i soldi arrivati in Grecia sono stati usati nella stragrande maggioranza per salvare le banche tedesche e francesi che avevano enormi esposizioni in Grecia, e – aggiungo io – di fatto costringendo con i vari programmi di salvataggio della BCE a far partecipare paesi che prima non avevano nessuna esposizione creditoria verso Atene, soprattutto Spagna ed in massima parte Italia, vedasi immagine seguente. I media fanno in modo di NON enfatizzare tale scandalo, l’Italia ci ha pesantemente rimesso, l’Italia ha contribuito a salvare le banche francesi e tedesche a fronte di aumento delle tasse pagate dagli italiani via incremento dell’esposizione verso la Grecia, invece bassissima nel 2009!
Dal grafico proposto si rileva che – grazie all’escamotage europeo – oggi l’Italia si trova ad avere circa [almeno] 41 miliardi di esposizione/crediti che non verranno restituiti da Atene, crediti accumulati via programmi della BCE: ciò significa che quando i greci non pagheranno bisognerà ulteriormente aumentare le tasse agli italiani per compensare! Ossia ad ascoltare i tedeschi ed i francesi il salvataggio di Atene ha salvato l’economia greca mentre a sentire Tsipras sono state le banche tedesche e francesi ad essere salvate con quei soldi che il popolo greco invece ha visto solo col binocolo: se nel 2011 le banche franco tedesche fallivano – come dovevano – saltava l’economia dei due principali paesi dell’euro per cui con un brillante escamotage, da una parte si è fatto passare il messaggio al grande pubblico che con tali soldi si salvava Atene [falso, come ha precisato Tsipras al Parlamento EU] e dall’altra si è spostato il debito prima detenuto quasi in toto dalle banche dei nostri cari vicini (quota parte) a paesi che nulla c’entravano con i crediti facili dati in passato nel Peloponneso! Tsipras in questo senso ha aperto il vaso di Pandora, un po’ come ha fatto D’Alema la scorsa settimana spiegando l’arcano in termini leggermente diversi**.
Dunque, sembrerebbe che il mantra sia “non bisogna fare capire alla gente che in Italia si aumentano le tasse anche per salvare le banche francesi e tedesche“, ossia di quegli stessi paesi che sono tanto inflessibili nell’austerità imposta alla Grecia quanto nel non accettare sforamenti nel deficit dell’Italia, mai oltre il 3%, mentre alla Francia è permesso.
Per quanto riguarda l’Italia mi sembra di rivivere la scena del ragionier Fantozzi quando si convinse che la moglie lo tradiva e pur trovando pane a iosa non capì se non molto dopo (…) che il colpevole era il panettiere: cosa devono ancora farci i nostri “amati partners EU” perché si capisca che il consesso franco-tedesco sta attentando al benessere italico? Ci siamo dimenticati l’attacco degli interessi italiani in Libya via Sarkozy (innescato nella guerriglia urbana da un carico di armi tedesche della Heckler & Koch “apparso” improvvisamente a Tripoli***)? O E. Letta cooptato nella scuola di geopolitica di Parigi? O parti importanti di Finmeccanica nella perenni mire dei gruppi della difesa francesi? O Ansaldo Energia che Siemens sempre ha cercato di accaparrarsi? O le aziende alimentari e del lusso italiane sempre in cima della wish list francese? O l’attacco solo apparentemente gratuito di Segolene Royal ad un emblema nazionale come la Ferrero per la Nutella e l’olio di palma, tacendo però il piano EU di imporre il latte in polvere per fare formaggi anche all’Italia dove oggi è vietato [la Francia e la Germania sono tra i maggiori produttori di latte in polvere, ndr]? O Enel che quando cercò di comprare Elecrabel si scontrò con il veto francese? O Continental negata a Pirelli? O Societe Generale de Belgique negata a Debenedetti? O La Cinq di Berlusconi sempre boiciottata in Francia?
E noi invece – idioti – apriamo tutti i nostri mercati ad ogni cenno dell’Europa interessata, ad esempio ricordiamo EDF – azienda che stimo moltissimo – che per oltre il 70% è pubblica**** mentre a noi l’EU ci dice che lo Stato deve scendere sotto il 30% di ENEL [per renderla contendibile], sotto il limite dell’OPA obbligatoria. O Air France assieme ai microscopici operatori di KLM che cercarono di prendersi Alitalia per un tozzo di pane, solo per notare le reazioni rabbiose in sede EU di Lufthansa quando grazie ad Etihad realizzò che un europeo non sarebbe riuscito a comprare la nostra compagnia di bandiera, ora le aviolinee EU hanno un competitor vero e non possono pensare di ridurre la concorrenza a proprio vantaggio comprandosi il vettore italiano per poco o niente [cfr. annientandolo con lo smembramento, ad esempio come fatto per i cargo Alitalia gestiti ancora oggi dal consesso franco olandese per gentile concessione passata durante le trattative per la (s)vendita a Parigi].
Sveglia italiani, qui se non tiriamo fuori gli attributi e cominciano ad entrare negli argomenti importanti – che i media tradizionali invece sembrano adattare – rischiamo di fare la fine del tacchino nel giorno del ringraziamento
Jetlag per Mitt Dolcino
_________________________
*** http://www.thelocal.de/20110831/37283
****ad esempio Enti pubblici tedeschi detengono quote di controllo ben maggiori nel settore energetico tedesco, ad es. RWE, EnBW assolutamente non contendibili; in Francia EDF; in Svezia Vattenfall nemmeno quotata in borsa etc. etc. La stessa Volskwagen – che di strategico non ha nulla, intendo sicurezza della nazione in termini di informazioni, difesa ed energia – è partecipata in modo sostanziale dal settore pubblico tedesco
Grazie al nostro canale Telegram potete rimanere aggiornati sulla pubblicazione di nuovi articoli di Scenari Economici.