Attualità
Il Primo ministro cinese lascerà il proprio posto. L’economia non è liscia come sempre
Mentre il presidente Xi si prepara ad accettare formalmente un terzo mandato come principale leader politico della Repubblica Popolare cinese, sembra che il Politburo abbia deciso di sacrificare un altro leader di prima grandezza: il primo ministro cinese Li Keqiang si dimetterà, secondo un annuncio fatto venerdì durante un’importante conferenza stampa annuale del PCC. Il tutto mentre Xi diventerà il primo leader dopo Mao ad aver retto il partito per più di due mandati.
Sembra che Li Keqiang, assurto al suo ruolo anche perché noto economista, verrà a pagare il rallentamento economico cinese, con un PIL in crescita solo del 4% a gennaio. Il 4% è una cifra bassissima per il sistema cinese. Insomma anche in Cina se qualcosa non va bene qualcuno deve pagare. Non siamo mica in Italia dove nessuno paga mai per i propri errori, ormai da trenta anni. Comunque il primo ministro si è detto sicuro che la Cina rispetterà i propri obiettivi economici. Inoltre Li ha confermato la ricerca di un dialogo con gli USA, posizione che indica come non ci sia da aspettarsi un appoggio immediato e assoluto alla Russia sulla questione ucraina.
Il presidente Xi esercita un enorme potere guidando il Comitato Centrale del Partito Comunista Cinese insieme al Politburo e al Comitato permanente del Politburo, che sono gruppi di leadership più esclusivi organizzati a servizio del presidente. Il primo ministro guida il Consiglio di Stato, organo amministrativo chiave al quale riferiscono tutti i vari capi dipartimento a livello di gabinetto. Il primo dà la guida politica, il secondo la implementa amministrativamente.
“Hai detto che quest’anno è l’ultimo anno nell’attuale ruolo governo cinese“, ha detto Li, 66 anni, ai giornalisti all’Assemblea nazionale del popolo di Pechino. “Quest’anno è anche l’ultimo anno nella mia premiership“.
In autunno si terrà invece il congresso del partito Comunista, durante il quale verrà confermata per la terza volta la leadership assoluta di Xi Jinping. Li ha comunque confermato fiducia nell’operato di Xi. “Sono fiducioso che sotto la forte guida del Comitato Centrale del PCC, con il compagno Xi Jinping al centro, con un forte sostegno di vari settori, e soprattutto con il duro lavoro congiunto del popolo cinese in tutto il paese, l’economia cinese sarà in grado di superare le difficoltà“, ha detto Li. “Saremo in grado di raggiungere tutti i principali obiettivi e compiti per lo sviluppo economico e sociale fissati per l’intero anno e gettare le dovute e solide basi per lo sviluppo del Paese in futuro“.
Comunque li manterrà un’importante carica all’interno del Partito, quindi non si può parlare di siluramento completo. Magari Li, che è economista abbastanza raffinato, ha capito che la tempesta ucraina rischia di coinvolgere economicamente anche la Cina. Una depressione mondiale colpirebbe il suo export e le spinte deflazionistiche non possono lasciare intatta pechino. Forse è meglio alleggerire le responsabilità in questo momento difficile.
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