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Il Perù si gioca il Futuro tra petrolio USA e litio Saudita

Il Perù punta a triplicare la produzione di petrolio con Chevron e a diventare una potenza del litio grazie a un accordo con l’Arabia Saudita: ecco la doppia strategia per uscire dalla crisi.

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Il Perù, un gigante sudamericano dalle immense ricchezze minerarie ma dalla cronica instabilità politica, prova a giocare una doppia partita per rilanciare la propria economia. Da un lato, punta a far ripartire la sua produzione petrolifera, ormai ai minimi storici; dall’altro, sogna di entrare nel business del futuro, quello del litio. Per farlo, si affida a due partner d’eccezione, quasi a voler simboleggiare questa duplice strategia: gli Stati Uniti, con il colosso Chevron, e l’Arabia Saudita, nuovo attore globale negli investimenti strategici.

Un paese che, nonostante un sottosuolo ricchissimo di rame e altri minerali, fatica a tradurre questo potenziale in benessere diffuso, principalmente a causa di una crisi politica e di sicurezza che sembra non finire mai. Ora, il governo della presidente Dina Boluarte tenta una mossa audace.

Il ritorno dell’Oro Nero con Chevron

Diciamolo chiaramente: la produzione petrolifera peruviana è crollata. Dai quasi 140.000 barili al giorno del 1995, si è scesi a meno di 50.000. Un tracollo che costringe il paese a costose importazioni. Per invertire la rotta, Lima ha aperto le porte a Chevron, che ha acquisito una quota del 35% in tre blocchi offshore operati da Occidental.

L’obiettivo è ambizioso, quasi sfacciato:

  • Inizio delle trivellazioni esplorative: Previsto per l’inizio del 2026.
  • Produzione potenziale: Se le riserve saranno confermate, si potrebbe raggiungere una produzione di 250.000-300.000 barili al giorno. Un bel salto per il Paese
  • Indipendenza energetica: A questi ritmi, il Perù potrebbe azzerare le importazioni di greggio entro tre anni dall’inizio della produzione.

Nel frattempo, per tamponare l’emergenza, la compagnia statale Petroperu sta finalizzando un accordo con l’omologa ecuadoriana Petroecuador per utilizzare l’oleodotto Norperuano, oggi sottoutilizzato, e trasportare greggio da processare nella raffineria di Talara. Una soluzione pragmatica che porta ossigeno a entrambe le economie.

Giacimento di litio del lago salato del Salar de Uyuni, fra Bolivia e Cile

Il sogno del Litio: il “Quadrato” al posto del “Triangolo”

Se il petrolio è il presente, il litio è il futuro. Il Perù ambisce a trasformare il famoso “triangolo del litio” (Cile, Argentina, Bolivia), che detiene oltre la metà delle riserve mondiali, in un “quadrato del litio”, come riconosciuto anche da EY. Le riserve ci sono e sono significative. Per sfruttarle, a novembre è attesa la firma di un accordo strategico con l’Arabia Saudita, interessata a investire non solo nel litio ma anche in altri minerali strategici e persino in impianti di desalinizzazione a servizio del settore minerario.

A muoversi è già la società canadese American Lithium, che sta sviluppando il progetto Falchani, considerato il sesto giacimento di litio da roccia dura più grande al mondo. Dopo una sentenza favorevole, la società ha annunciato un aumento degli investimenti a 847 milioni di dollari.

La strada per il Perù è tracciata: sfruttare le risorse tradizionali per garantirsi stabilità nel presente e investire in quelle del futuro per assicurarsi un ruolo da protagonista nella transizione energetica. Il vero ostacolo, come sempre da quelle parti, non è sotto terra, ma nei palazzi del potere di Lima. La stabilità politica resta la variabile più incerta e, allo stesso tempo, la più decisiva.

Miniera di litio nel deserto di Atacama

Domande e Risposte per il Lettore

D: Perché il Perù, un paese così ricco di risorse, ha bisogno di investitori stranieri come USA e Arabia Saudita? R: Il Perù soffre di una cronica instabilità politica e di una forte crisi di sicurezza interna. Questi fattori hanno scoraggiato per anni gli investimenti, sia locali che internazionali, e hanno reso difficile per lo Stato gestire in modo efficiente le proprie immense risorse. L’intervento di colossi come Chevron e il supporto finanziario e strategico dell’Arabia Saudita forniscono il capitale, la tecnologia e la credibilità internazionale necessari per avviare progetti su larga scala che il paese, da solo, faticherebbe a realizzare in tempi brevi.

D: Che impatto potrebbe avere l’ingresso del Perù nel mercato del litio? R: L’ingresso del Perù potrebbe alterare gli equilibri geopolitici del “triangolo del litio” (Cile, Argentina, Bolivia), trasformandolo in un “quadrato”. Questo aumenterebbe l’offerta globale di un metallo cruciale per la transizione energetica (batterie per auto elettriche e sistemi di accumulo). Per l’Occidente, rappresenterebbe un’importante diversificazione delle fonti di approvvigionamento, riducendo la dipendenza da un numero ristretto di paesi. Per il Perù, significherebbe entrare in un mercato ad altissimo potenziale di crescita, con enormi benefici economici.

D: Quali sono i principali rischi che potrebbero far fallire questi progetti? R: Il rischio principale è la già citata instabilità politica. Un cambio di governo improvviso potrebbe portare a una rinegoziazione dei contratti o a un blocco dei progetti. Altri rischi includono le proteste delle comunità locali, spesso preoccupate per l’impatto ambientale delle attività estrattive, e la corruzione endemica, che potrebbe dirottare i profitti e minare la sostenibilità a lungo termine delle operazioni. Senza un quadro politico e sociale stabile, anche i migliori piani industriali rischiano di arenarsi.

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