Economia
IL PENSIONATO IMMORALE
Un ex bancario pensionato a 2.100 € al mese si lamenta sul “Corriere(1)” perché gli hanno bloccato l’indicizzazione e, di fatto, ogni anno percepisce sempre meno. Questo perché, con 2.100 € netti, oltrepassando i tremila lordi, per il governo fa parte dei “ricchi” che devono pagare per gli altri. Il bancario non ci sta. Ha lavorato tutta la vita, cominciando a 17 anni, e dice, risentito: “Non ho rubato niente a nessuno!”
Non solo ha ragione da vendere; non solo il quantum del trattamento di quiescenza non dovrebbe mai essere toccato, perché risulta da un contratto liberamente sottoscritto dalle parti: ma ha ragione anche chi la pensione l’ha “rubata”. E questo deve essere spiegato.
In passato in questo campo si è molto largheggiato. Dal momento che pagava lo Stato, si è stati generosi con tutti. Non si è nemmeno tenuto conto dell’elementare principio che la pensione doveva risultare dall’accantonamento di parti della retribuzione, per coprire (con logica attuariale) gli anni della vecchiaia. Invece si è permesso a giovani di lasciare il lavoro per ricevere una somma mensile dignitosa per molti anni, fino ad arrivare all’assurdo che si poteva essere a riposo per un tempo notevolmente più lungo di quello passato a lavorare. Nella scuola, per esempio, vent’anni sulla cattedra e poi, se uno era longevo, quarant’anni a spese dello Stato. Cioè dei connazionali.
Per molto tempo è stato di moda stramaledire quelli che erano chiamati baby pensionati. Li si trattava da profittatori e da ladri. Con qualche ragione, naturalmente, dal punto di vista astrattamente economico. Ma in concreto?
Immaginiamo che un signore anziano, non interdetto e neppure inabilitato (il che in diritto corrisponde a dire “perfettamente in grado di intendere e di volere”) un giorno ritiri in banconote da cento la massima parte del suo patrimonio e poi vada in strada a seminarle al vento, affinché siano raccolte dai passanti. Naturalmente i figli – futuri eredi – potrebbero essere furenti, vedendo così regalare quel patrimonio che legittimamente si aspettavano di ereditare. Potrebbero anche rimpiangere di non avere portato in tempo il padre dinanzi ad un giudice per toglierli la possibilità di fare operazioni di banca. Ma dal momento che non l’hanno fatto – e non è neanche detto che il giudice avrebbe dato loro ragione – devono assistere impietriti a quella scena agghiacciante.
E tuttavia qui non interessano né il ricco signore né i suoi figli: interessano i passanti. Chi raccoglie quel denaro non lo ruba a nessuno. Nel momento in cui le dita del legittimo proprietario allentano la presa, quelle banconote sono res nullius, cosa che appartiene legittimamente al primo che la raccoglie. È certo vero che i passanti potrebbero fare l’ipotesi che l’uomo non abbia tutte le rotelle a posto: ma ciò sarebbe giuridicamente senza conseguenze. Non potrebbero impedirgli di buttare per aria il suo denaro, se già non possono impedirglielo i suoi figli. Non potrebbero impedire agli altri passanti di raccogliere le belle banconote verdi. E il singolo che si astenesse dal raccoglierle non salverebbe né il vecchio né i suoi eredi.
La parabola è trasparente. Se lo Stato italiano è stato tanto demente da regalare pensioni ai giovani, perché vivessero a lungo girandosi i pollici; se è stato tanto demente da dare pensioni molto più generose di ciò che corrispondeva ai contributi versati, i beneficiari non ne hanno colpa. Non potevano certo farsi nominare tutori di uno Stato interdetto. Se qualcuno c’è da rimproverare è tutta una classe politica di demagoghi e di economisti “de sinistra” che hanno creduto di poter essere generosi a spese della crescita dell’economia, delle generazioni future e in fin dei conti dello Stellone italiano. Né va dimenticato che mentre facevano questo erano applauditi da tutta la pubblicistica nazionale. Se un Paese ha creduto per decenni che si potesse spendere più di quanto si guadagnava (deficit dello Stato), quello stesso Paese ora non si deve lamentare se la realtà presenta il conto.
Un vecchio detto romano ammonisce: “Caveat emptor”, il compratore stia attento. Se qualcuno vende una bottiglia d’acqua minerale per dieci euro, sostenendo che guarisce il cancro, il giudice non condannerà il venditore per truffa, perché è il compratore, ad essere demente. È la sua demenza che gli ha provocato il danno di nove euro e mezzo, non l’inganno del venditore. Caveat emptor.
I baby pensionati, i titolari di pensioni d’oro, e tutti i beneficiati della follia nazionale, non hanno rubato niente a nessuno. Oggi sarà concepibile che uno Stato ridotto ad un disperato bisogno di denaro gli sottragga con la forza qualcosa che è legittimamente loro, ma non deve farlo credendo di avere giustificazioni morali. Perché la prima immoralità consiste nel togliere a qualcuno ciò che è suo. Solo perché si è più forti.
Gianni Pardo, pardonuovo.myblog.it
13 novembre 2013
(1)http://www.corriere.it/economia/13_novembre_13/ho-pensione-2100-euro-ma-non-ho-rubato-nulla-a0868d6e-4c6a-11e3-b498-cf01e116218a_print.html
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