Politica
Il Messico contro Sheinbaum: caos, gas lacrimogeni e 220 feriti. L’assassinio del sindaco Manzo accende la miccia
Messico, la rabbia esplode a Città del Messico: 220 feriti. L’omicidio del sindaco Manzo scatena la rivolta contro la presidente Sheinbaum. Non solo “Gen Z”: in piazza anche famiglie e medici contro il “narco-governo”.

Un sabato di caos totale a Città del Messico, dove le proteste contro la corruzione e la violenza dei cartelli sono degenerate in una vera e propria battaglia urbana davanti al Palazzo Nazionale. La miccia che ha acceso la rabbia popolare è stato il recente e brutale omicidio del sindaco di Uruapan, Carlos Manzo, una voce critica contro il potere del crimine organizzato.
Il bersaglio politico della protesta è la presidente “progressista” Claudia Sheinbaum. Il governo, come da copione, punta il dito contro presunti “interessi economici di destra” che fomenterebbero i disordini. La piazza, tuttavia, sembra raccontare una storia molto diversa, fatta di esasperazione e di una percezione di insicurezza ormai fuori controllo.
La battaglia dello Zócalo
I numeri ufficiali sono pesanti. Secondo le agenzie internazionali (come Reuters) e il governo della capitale, il bilancio degli scontri è di 120 civili e 100 agenti di polizia feriti, oltre a 20 arresti.
La rabbia, come detto, è esplosa dopo l’assassinio del sindaco Manzo, l’ultimo episodio di violenza in un paese che, a sud del confine statunitense, appare sempre più in balia dei cartelli.
I video che circolano su X (ex Twitter) mostrano scene da guerriglia: un folto gruppo di manifestanti che abbatte le imponenti barriere d’acciaio erette a protezione del Palazzo Nazionale. La risposta delle forze dell’ordine – che magari oggi hanno nomi più rassicuranti, ma svolgono lo stesso lavoro dei vecchi granatieri – è stata immediata: gas lacrimogeni, estintori e cariche per disperdere la folla.
🇲🇽 Tremenda imagen que muestra la magnitud de la manifestación contra Claudia Sheinbaum en México. pic.twitter.com/rvlTJRU8Hp
— Dani Lerer (@danilerer) November 15, 2025
Chi c’era in piazza? Non solo “Generazione Z”
La marcia era stata inizialmente convocata dalla cosiddetta “Generazione Z”. Le loro bandiere nere con il teschio bianco (simbolo che sembra più ispirato a One Piece che a vecchi rivoluzionari) si sono viste, ma la realtà descritta dai media locali, come EL UNIVERSAL, è molto più complessa.
Silencio! O México esta sendo Nepalizado neste momento! pic.twitter.com/EtWN4k5gdm
— ❌Gordao Ucrania (@Xgordaoucrania) November 16, 2025
I giovani, infatti, erano la minoranza. La piazza era un crogiolo inaspettato della società civile messicana:
- Il “Movimento dei Cappelli”: Un nutrito gruppo di abitanti di Michoacán, la regione di Tierra Caliente del sindaco Manzo, arrivati con i loro cappelli tradizionali.
- Famiglie e società civile: Parenti dei desaparecidos (gli scomparsi, piaga nazionale), pazienti senza medicine, medici in camice bianco, anziani e intere famiglie, alcune delle quali spingevano sedie a rotelle.
- Assenza di leader: La marcia è apparsa largamente spontanea, priva di leader politici visibili (se non qualche “infiltrato” di basso profilo) e senza un’organizzazione strutturata. Questo però mostra uno scontento diffuso e radicato.
Un fiume di richieste diverse, unite però da slogan inequivocabili: “Fuori Morena” e “Narco-governo”.
L’accusa della famiglia Manzo
Il contingente più determinato era quello proveniente da Uruapan. “Siamo tutti Carlos Manzo”, recitava uno dei loro striscioni. Tra loro, su una sedia a rotelle, c’era Doña Raquel, la nonna del sindaco assassinato il 1° novembre. Eccola alla manifestazione
🛡️ PROTEGIDA POR LA GENTE💥
La presencia de Raquel, la abuela de Carlos Manzo, en la #MarchaNacional ha conmovido a los mexicanos.🚨 En silla de ruedas, es cuidadosamente resguardada y acompañada por los manifestantes.🧓🏽 pic.twitter.com/h5oLlr09DY
— The Incorrect News (@elincorrectosoy) November 15, 2025
Le sue parole, riportate dai media, sono state un atto d’accusa diretto contro il partito della presidente Sheinbaum:
“Morena ha ordinato che venisse ucciso… Indagate su Godoy, Leonel Godoy [deputato di Morena ed ex governatore del Michoacán]. (…) Io ero lì vicino… me l’hanno detto e ho iniziato a tremare.”
Accuse gravissime, sostenute anche dalla moglie del sindaco, che puntano il dito su una presunta collusione tra politica e cartelli.
La presidente Sheinbaum è membro di Morena (Movimiento de Regeneración Nacional), un partito di sinistra ideologicamente allineato, per intenderci, ai Democratic Socialists of America (DSA) di Alexandria Ocasio-Cortez negli Stati Uniti.
Tre ore di scontri
L’arrivo della testa del corteo allo Zócalo, la piazza principale già pesantemente barricata, ha fatto precipitare la situazione. Mentre la maggior parte dei manifestanti (famiglie, anziani) restava bloccata nel mezzo della piazza, gruppi di giovani mascherati – forse i veri “Gen Z”, forse i soliti professionisti dello scontro – hanno iniziato a colpire e scavalcare le recinzioni.
Per tre ore è stata battaglia. Lanci di sassi, petardi e persino molotov (secondo la polizia) da un lato; gas lacrimogeni, estintori e scudi della polizia antisommossa dall’altro. Alle 16:00 la polizia ha infine “svuotato” la piazza con la forza.
Il bilancio finale di 17.000 partecipanti e 220 feriti totali chiude un sabato pomeriggio che la dice lunga sulla stabilità del “laboratorio progressista” messicano. In questo momento Trump è forse più popolare di Claudia Sheinbaum in Messico.
Domande e risposte
Perché è scoppiata questa protesta violenta? La miccia è stata l’assassinio del sindaco di Uruapan, Carlos Manzo, noto critico dei cartelli della droga. La protesta, indetta dalla “Generazione Z”, era contro la violenza dilagante, la corruzione e l’insicurezza percepita nel paese. I manifestanti accusano il governo della presidente Claudia Sheinbaum (del partito Morena) di inazione o, secondo alcuni (come la famiglia di Manzo), di complicità con il crimine organizzato, definendolo un “narco-governo”.
Chi erano i manifestanti? Davvero solo la “Generazione Z”? Sebbene la chiamata fosse della “Generazione Z”, i media locali riportano che i giovani erano una minoranza. La piazza era molto eterogenea: includeva il “Movimento dei Cappelli” del Michoacán (regione del sindaco ucciso), parenti di persone scomparse (desaparecidos), medici che protestavano per la mancanza di farmaci, anziani e intere famiglie. Si è trattato di una protesta trasversale, senza leader politici evidenti, che univa diverse fasce della società civile stanche dell’insicurezza.
Come si è conclusa la giornata e qual è stato il bilancio? La manifestazione è degenerata in violenza quando i manifestanti hanno raggiunto la piazza dello Zócalo, trovandola barricata. Gruppi di giovani mascherati hanno tentato di abbattere le barriere del Palazzo Nazionale. La polizia antisommossa è intervenuta massicciamente con gas lacrimogeni, scontrandosi con i manifestanti per circa tre ore. Il bilancio ufficiale fornito dal governo di Città del Messico è pesante: 17.000 partecipanti, 120 civili e 100 agenti di polizia feriti, e 20 persone arrestate.







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