Esteri
Il Mali espelle l’ambasciatore svedese
Il Mali espelle l’ambasciatore svedese dopo che il suo ministro degli esteri ha fortemente criticato la collaborazione fra il governo di Bamako e la Russia, e dopo che Stoccolma ha interrotto gli aiuti finanziari al paese afriicano
Venerdì 9 agosto, la giunta al potere del Mali ha ordinato all’ambasciatore svedese di lasciare il Paese entro tre giorni, 72 ore, in risposta alle dichiarazioni di un ministro svedese sul sostegno del Paese africano alla Russia.
La diplomatica svedese, Kristina Kühnel, è stata “convocata” presso il Ministero degli Affari Esteri del Mali venerdì “per notificarle la decisione di lasciare il Paese entro 72 ore“, secondo un comunicato stampa del governo. Questa misura fa seguito alla “dichiarazione errata e ostile fatta sui social network da Johan Forssel, Ministro svedese per la Cooperazione allo Sviluppo Internazionale e il Commercio Estero”, ha aggiunto.
“Non possiamo sostenere la guerra illegale di aggressione della Russia contro l’Ucraina, pur ricevendo ogni anno diverse centinaia di milioni di corone in aiuti allo sviluppo”. Il Governo ha quindi deciso di eliminare gradualmente la strategia di aiuti bilaterali della Svezia per il Mali nel 2024″, ha scritto Forssell sul social network X mercoledì.
La giunta ritiene che questa sia “l’ennesima provocazione da parte di un’autorità svedese, dopo le brutali decisioni di porre fine alla cooperazione bilaterale e di chiudere l’ambasciata a Bamako rispettivamente il 21 dicembre 2023 e il 20 giugno 2024, senza alcun rimpianto da parte maliana“. Stoccolma aveva precedentemente annunciato la chiusura della sua ambasciata a Bamako entro la fine dell’anno e aveva annunciato l’apertura di una nuova ambasciata a Dakar, in Senegal, nel 2025.
“Partenariato strategico” con la Russia
Nel suo comunicato stampa, Bamako “condanna fermamente le dichiarazioni sprezzanti” del ministro Forssel, che “cerca disperatamente di scagionare le autorità ucraine, che sostengono il terrorismo internazionale“. Il Mali ha affermato che Kiev ha fornito informazioni alle truppe ribelli, che poi le hanno utilizzate per uccidere decine di mercenari del Groupe Wagner e soldati maliani a luglio.
Inoltre, secondo Bamako, il ministro svedese è “incapace di avere la minima compassione per il Mali e per le vittime di questa aggressione ucraina“, si legge nel comunicato stampa. Per la giunta, “le vite dei suoi valorosi soldati e la sicurezza della nazione hanno un valore inestimabile, ben oltre qualsiasi aiuto allo sviluppo”.
Il Governo maliano afferma di essere “abituato a questo atteggiamento condiscendente da parte di alcuni Paesi occidentali”. A suo avviso, questo atteggiamento “assume regolarmente la forma di mettere in discussione le decisioni sovrane prese per combattere efficacemente i gruppi terroristici armati e i loro sponsor statali stranieri”, si legge nel comunicato stampa. Rileva che “la scelta di un partenariato strategico” con la Russia “sta producendo i risultati attesi” e afferma che Bamako “intende rafforzarlo ulteriormente” per la pace e la sicurezza in Mali.
Senza soldi, o armi, c’è poca amicizia
La rottura diplomatica fra il Mali e un paese UE avviene dopo che i ribelli Tuareg, nel nord del Mali, hanno attaccato e causato perdite importanti sia a soldati maliani sia alle forze del gruppo Wagner. Un’importante sconfitta che sta mettendo in gioco tutti i gli euqilibri dell’area, come vedremo in un altro articolo.
Il colpo è stato molto duro e questi apesi africani, Niger, Burkina Faso,, e Mali, non possono permettersi di non avere successo dal lato militare. Questo li rende molto sensibili su questo punto e non comprenderlo, come ha fatto il ministro degli esteri svedese, che ha girato il coltello nella piaga, è qualcosa che non può essere accettato da questi paesi.
Nello stesso tempo è chiaro il modo strumentale con cui vengono intese le relazioni bilaterali in molti paesi subsariani: fino a quando si paga, con aiuti finanziari o militari, si è amici, ma quando non si mandano più soldi, l’amicizia allora svanisce. Bisogna essere ben consci e impostare, se lo si vuole, le relazioni sulla base di questo semplice principio. Sempre che per la Svezia sia necessario avere relazioni con il Mali.
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