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Il grande gioco del petrolio: ExxonMobil punta al tesoro iracheno di Lukoil (mentre il Tesoro USA blocca Gunvor)
Exxon punta il giacimento gigante di West Qurna 2: Washington blocca la svizzera Gunvor (“burattino di Mosca”) e apre la strada ai colossi USA per rilevare il petrolio di Lukoil in Iraq.

Il colosso statunitense ExxonMobil ha contattato il Ministero del Petrolio iracheno per manifestare il proprio interesse all’acquisto della quota del 75% detenuta da Lukoil nel giacimento petrolifero West Qurna 2, uno dei più grandi dell’Iraq, secondo quanto riportato martedì da Reuters, citando diverse fonti ufficiali irachene.
Le attività internazionali di Lukoil sono in vendita dopo che il Tesoro statunitense ha sanzionato in ottobre il secondo produttore petrolifero russo, insieme al primo produttore, la società statale Rosneft, per costringere il Cremlino a sedersi al tavolo delle trattative per porre fine alla guerra in Ucraina.
Lukoil detiene una partecipazione azionaria del 75% nel gigantesco giacimento petrolifero iracheno West Qurna-2, che produce oltre 400.000 barili al giorno (bpd) di petrolio greggio.
A seguito delle sanzioni, all’inizio di novembre Lukoil ha dichiarato lo stato di forza maggiore a West Qurna-2, mentre la società statale irachena di commercializzazione del petrolio SOMO ha annullato i carichi di greggio da Lukoil.
Per capire perché Exxon (e non solo) sia così interessata, basta guardare i fondamentali del giacimento in questione:
| Dati Tecnici West Qurna 2 | Valore |
| Quota in vendita | 75% (quota Lukoil) |
| Produzione attuale | > 400.000 barili/giorno |
| Impatto Globale | ~0,5% della fornitura mondiale |
| Impatto Iracheno | ~10% della produzione nazionale |
Poco dopo l’annuncio delle sanzioni, Lukoil ha dichiarato che avrebbe venduto tutte le sue attività internazionali e ha raggiunto un accordo preliminare con la società svizzera Gunvor, attiva nel commercio di materie prime, per la loro vendita.
Tuttavia, Gunvor ha ritirato l’offerta di 22 miliardi di dollari per le attività internazionali di Lukoil dopo che il Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha segnalato di non essere soddisfatto dell’accordo, definendo la società un “burattino” della Russia.
“Il presidente Trump ha chiarito che la guerra deve finire immediatamente. Finché Putin continuerà con le uccisioni insensate, il burattino del Cremlino, Gunvor, non otterrà mai la licenza per operare e trarne profitto”, ha affermato il Tesoro degli Stati Uniti in un post su X.
Nel frattempo, l’Iraq è intervenuto silenziosamente per evitare che uno dei suoi giacimenti petroliferi più importanti vacillasse. Dopo due mesi di stipendi non pagati a West Qurna 2, Baghdad ha iniziato a pagare direttamente il personale locale, anticipando gli stipendi di dicembre per evitare un rallentamento in un giacimento che fornisce circa lo 0,5% del petrolio mondiale e quasi un decimo della produzione irachena, che l’Iraq non può sostituire con altre fonti.
Exxon è tra i potenziali acquirenti di parte delle attività internazionali di Lukoil, insieme a Chevron, Carlyle e International Holding Company (IHC) di Abu Dhabi, secondo quanto riportato da vari media nelle ultime settimane.
Domande e risposte
Perché gli Stati Uniti hanno bloccato la vendita a Gunvor?
Gli Stati Uniti, attraverso il Dipartimento del Tesoro, hanno impedito la vendita degli asset di Lukoil alla società svizzera Gunvor considerandola un “burattino” del Cremlino. Washington teme che la transazione possa essere un modo per la Russia di aggirare le sanzioni o mantenere un controllo indiretto sulle risorse, permettendo a Mosca di continuare a finanziare lo sforzo bellico in Ucraina. L’obiettivo è tagliare completamente i flussi finanziari russi derivanti dall’energia.
Quali sono i rischi per l’Iraq in questa situazione?
L’Iraq rischia un blocco o un rallentamento della produzione nel giacimento West Qurna 2, che rappresenta circa il 10% della sua produzione totale. Poiché l’economia irachena dipende quasi esclusivamente dall’export petrolifero, un calo prolungato significherebbe meno entrate per il bilancio statale. Baghdad è già dovuta intervenire pagando direttamente gli stipendi per evitare scioperi o fermi tecnici, dimostrando la fragilità della sua posizione in questo scontro geopolitico tra grandi potenze.
Chi sono i concorrenti di ExxonMobil per l’acquisto?
Oltre a ExxonMobil, diverse entità globali hanno mostrato interesse. Tra queste figurano la statunitense Chevron, il fondo di private equity Carlyle e la International Holding Company (IHC) di Abu Dhabi. La presenza di attori così diversi (petroliferi puri, fondi d’investimento e holding di stato del Golfo) sottolinea l’importanza strategica e l’enorme potenziale economico del giacimento, reso ancora più appetibile dalla necessità di Lukoil di vendere rapidamente.








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