Economia
Il governo francese e Macron stanno per cadere sul debito pubblico. L’Italia non potrà essere un semplice osservatore esterno. (di Marco Minossi)
La Francia si avvicina a una crisi del debito che preoccupa l’Europa. Con il suo debito pubblico in forte crescita, il rischio di “contagio” per l’Italia è reale. Analisi e scenari possibili.
La Francia si trova sull’orlo di una crisi politica e finanziaria innescata dall’aumento del suo debito pubblico. Questo scenario evoca il “fantasma italiano”, ovvero la possibilità che la crisi di fiducia degli investitori che ha colpito l’Italia in passato possa estendersi a un’altra grande economia europea.
La crisi Francese è quella di un Debito “meno controllabile”, a livello politico ruota attorno al voto di sfiducia contro il governo di François Bayrou, fissato per l’8 settembre. La causa scatenante è la sua proposta di legge di bilancio per il 2026, che prevede tagli alla spesa pubblica per oltre 40 miliardi di euro. L’obiettivo è ridurre il deficit e frenare l’aumento del debito, che ha superato il 114% del PIL (Prodotto Interno Lordo) nel primo trimestre del 2025.
Mentre il rapporto debito/PIL italiano è storicamente più alto (attualmente si aggira intorno al 138%), la situazione francese è considerata particolarmente preoccupante per la sua “dinamica”, cioè il ritmo di crescita. A differenza dell’Italia, dove gli italiani hanno affrontato periodi di austerità, il popolo francese ha dimostrato una maggiore resistenza a misure di sacrificio, rendendo più difficile l’attuazione di un piano di risanamento.
Il fallimento del governo francese nell’affrontare la questione del debito potrebbe portare a diversi scenari, alternativi e/o complementari:
- Dimissioni di Macron: l’instabilità politica potrebbe costringere il presidente a indire nuove elezioni anticipate, aggravando l’incertezza.
- Declassamento del rating: le agenzie di rating, come S&P Global, Fitch e Moody’s, potrebbero abbassare il giudizio sul debito francese, aumentando i costi di finanziamento, ma a quel punto la stessa cosa dovrebbe avvenire “d’ufficio” anche riguardo l’Italia.
- Crisi di fiducia: il “contagio” della crisi di fiducia degli investitori potrebbe diffondersi ad altri Paesi europei, mettendo sotto pressione i mercati finanziari dell’intera zona euro.
Il parallelo (inevitabile) con l’Italia: un “debito anomalo”
Il debito pubblico italiano, seppur più elevato in rapporto al PIL, ha una natura diversa. Gran parte di esso è detenuto da famiglie e banche italiane, il che lo rende meno esposto alle speculazioni internazionali rispetto a quello francese, che è per lo più in mano a creditori esteri. Tuttavia, questo non esclude rischi.
Se la crisi francese dovesse portare a un aumento generale dei tassi di interesse e a una sfiducia diffusa nei confronti dei titoli di stato europei, l’Italia sarebbe tra i primi Paesi a subirne le conseguenze. Un aumento dello spread (il differenziale tra i tassi di interesse italiani e tedeschi) avrebbe un impatto diretto sulla spesa per interessi, che per l’Italia è già molto alta (circa il 3.7% del PIL nel 2023).
I rischi per l’Italia in un tale scenario includono:
- Aumento della spesa pubblica: il costo del debito aumenterebbe, riducendo lo spazio per investimenti pubblici e politiche economiche di stimolo.
- Rischi di default: sebbene non sia una possibilità immediata, un circolo vizioso di debito crescente e sfiducia degli investitori potrebbe rendere difficile il rifinanziamento del debito a lungo termine.
- Instabilità politica: un aumento dello spread potrebbe creare le condizioni per nuove crisi di governo, come già accaduto in passato, con richieste di rigore e riforme imposte dall’esterno.
Quindi ci sarebbero nuovi “sorvegliati speciali” come durante e subito dopo il 2008-2011.
La crisi del debito francese dimostra che anche le economie un tempo considerate solide non sono immuni da rischi. La Francia, insieme al Regno Unito e al Giappone, è tra i nuovi sorvegliati speciali a causa di un’espansione del debito che sta mettendo a dura prova la fiducia degli investitori.
Per l’Italia, questa situazione è di nuovo un monito. Sebbene abbia mostrato una certa resilienza, la sua posizione di debito elevato la rende sempre vulnerabile. La crisi francese, se non gestita, potrebbe avere un effetto domino e spingere l’Italia a prendere misure di austerità ancora più drastiche per evitare una crisi del proprio debito, magari su pressioni esplicite dei francesi che non vorranno andare in castigo da soli.
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