Il Giappone testa a Fukushima i pannelli solari organici di nuova generazione

Il governo giapponese sta per lanciare un test relativo all’uso di  pannelli solari di nuova generazione nella Prefettura di Fukushima, dove si trovava la centrale nucleare che ha causato il famoso inciedente del 2011. La tecnologia utilizza un tipo di cella con base organica non al silicio, cioè del tipo a ‘perovskite‘.

Questo tipo di pannello è basato su un film sottile per  cui può essere modellato per adattarsi agli spazi in cui i pannelli solari convenzionali non possono essere installati, oltre ad essere molto più leggero e dalla produzione meno costosa. Inoltre il loro peso minimo le rende adatte all’applicazione anche su tetti che non tollerano carichi, per cui sono praticamente installabili su ogni superficie.

Il progetto fa parte di un’iniziativa chiamata “Piano Fukushima per una nuova società energetica”. Il Governo ci sta lavorando insieme alle autorità prefettizie.

Il Governo sta promuovendo la ricerca e lo sviluppo delle celle, affermando che sono una fonte promettente di energia rinnovabile.
Il test prevede l’installazione di pannelli solari in tre siti di Fukushima entro il prossimo marzo. Uno dei luoghi è un impianto sportivo, dove i pannelli saranno piegati lungo il perimetro di un campo circolare la cui forma può essere sfruttata solo grazie alla flessibilità di questo tipo di pannelli.

Il test è anche necessario per provare l’efficacia di una tecnologia che è estremamente diversa da quella del silicio cristallino, in cui la Cina ha ha ormai acquisito un vantaggio strategico notevole e che non può essere più recuperato. Il Giappone cerca di aprire una strada in  cui la competizione può essere riaperta.