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Il futuro dell’energia è nel Geotermico secondo Rystad

Attualmente l’energia geotermica pesa solo per lo 0,3% nel mix mondiale, eppiure il futuro dovrebbe vedere un suo enorme sviluppo

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L’energia geotermica è destinata a svolgere un ruolo significativo, anche se piccolo, nel mix energetico del futuro, a partire dall’attuale modesta quota dello 0,3% dell’approvvigionamento energetico mondiale. Eppure, secondo Rystad, qui giace il potenziale di sviluppo dell’energia rinnovabile.

Con l’intensificarsi degli sforzi di decarbonizzazione da parte delle economie globali, l’importanza delle fonti energetiche rinnovabili di base come la geotermia è destinata ad aumentare nei prossimi anni.

La capacità di generazione di energia geotermica installata è attualmente di 16,8 gigawatt elettrici (GWe) in tutto il mondo, con quasi 800 megawatt elettrici (MWe) che dovrebbero essere aggiunti quest’anno. La crescita di quest’anno, dovuta principalmente all’avvio di progetti in Indonesia e Nuova Zelanda, dovrebbe portare investimenti per 6,9 miliardi di dollari, un record negli ultimi anni.

A lungo termine, Rystad Energy stima che la capacità installata a livello mondiale raggiungerà i 28 GWe entro il 2030 e i 110 GWe entro il 2050, segnando un significativo aumento rispetto ai livelli attuali. Shruti Raghuram, analista senior, Geothermal Research

Mentre l’avvio di progetti greenfield dovrebbe svolgere un ruolo fondamentale in questa crescita, gli sviluppi brownfield e l’ottimizzazione delle risorse negli impianti esistenti sono fondamentali per aumentare la capacità nel breve termine.

Una di queste strategie in corso di attuazione in Indonesia consiste nel combinare una turbina a ciclo Rankine organico (ORC) con le turbine a ciclo flash esistenti in una centrale elettrica per aumentare la produttività degli impianti. Questa strategia è fondamentale per lo sviluppatore statale Pertamina Geothermal Energy, che intende raggiungere una capacità di 1 GWe nei prossimi due anni.

Oltre al fatto che gli attuali progetti geotermici sono fortemente limitati dal punto di vista della localizzazione, una delle principali barriere che frenano il settore è il rischio sostenuto dallo sviluppatore. I progetti geotermici sono spesso considerati ad alto rischio a causa delle numerose incertezze, come le condizioni del sottosuolo e i volumi di risorse recuperabili, simili a quelli del petrolio e del gas naturale. La condivisione del rischio è uno dei modi per ridurre l’onere a carico del promotore.

Negli ultimi anni il governo del Kenya ha lanciato un piano di partenariato pubblico-privato di grande successo, chiamato programma “Build, Own, Operate”, in cui il rischio del progetto è distribuito tra più partner, tra cui la Geothermal Development Company, di proprietà statale, lo sviluppatore internazionale interessato, la società di servizi KLPC e il governo stesso.

Iniziative come queste sono essenziali affinché il settore possa crescere e svolgere un ruolo più ampio nel mix energetico globale. Sebbene negli ultimi anni la geotermia abbia goduto di una certa attenzione da parte dei politici, c’è ancora molta strada da fare per portarla alla pari con l’energia solare o eolica.

La sua miriade di applicazioni nel settore dell’uso diretto può contribuire ulteriormente agli sforzi di decarbonizzazione globale, fornendo soluzioni di riscaldamento e raffreddamento rinnovabili e con carico di base. I progetti geotermici offrono anche opportunità di co-localizzazione per la cattura diretta dell’aria e la produzione di litio per batterie, idrogeno verde e silice, ognuno dei quali svolge un ruolo importante in questa era di transizione energetica. Oggi l’energia geotermica è ancora una risorsa largamente non sfruttata, ma con la giusta combinazione di strategie di progetto, progressi tecnologici e sostegno governativo, può superare le sue principali barriere ed essere diffusa in molte altre regioni del mondo.


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