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Economia

Il fiume Tumen: la prossima area di collaborazione fra Russia, Cina e Corea del Nord che metterà in difficoltà il Giappone

L’accordo sulla navigabilità del fiume Temur e la costruzione di una nuova zona economica potrebbe arricchire i tre paesi, ma anche far entrare le navi cinesi nel Mar del Giappone

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Il fiume Tumen, una via d’acqua fondamentale, scorre verso est lungo i confini della Cina e della Corea del Nord e tocca la Russia prima di sfociare nel Mar del Giappone.

Attualmente, le imbarcazioni cinesi possono navigare sul fiume solo fino al villaggio di Fangchuan, nella parte orientale della provincia di Jilin, priva di sbocchi sul mare. Oltre questo punto, un tratto di 15 chilometri richiede il permesso della Russia e della Corea del Nord. Inoltre, un ponte di epoca sovietica, alto sette metri, ostacola il passaggio delle navi più grandi.

Una dichiarazione congiunta rilasciata dal Presidente cinese Xi Jinping e dal Presidente russo Vladimir Putin dopo il loro summit di maggio ha rivelato i piani per un “dialogo costruttivo” con la Corea del Nord in merito alla navigazione sul fiume Tumen.

Il fiome Tumen

“Entrambe le parti si impegneranno in un dialogo costruttivo con la Repubblica Popolare Democratica di Corea in merito alla navigazione delle navi cinesi attraverso il fiume Tumen inferiore verso il mare”, si legge nella dichiarazione.

I leader non hanno elaborato ulteriori dettagli. La dichiarazione, tuttavia, sottolinea la realtà geografica del confine condiviso tra Russia e Corea del Nord, che limita l’accesso cinese al Mar del Giappone.

Sebbene il rapporto non abbia specificato una tempistica per le discussioni, ha menzionato che si prevede che inizino “presto”.

Storicamente, l’area intorno al fiume Tumen era sotto il controllo cinese, fino a quando l’Impero russo se ne impossessò nel 1860. La Cina ha sempre rivendicato il diritto di navigare il fiume fino al Mar del Giappone, proponendo la creazione di una zona economica speciale lungo le sue sponde per promuovere lo sviluppo regionale.

Inizialmente, la Russia era titubante sulla proposta, temendo un aumento dell’influenza cinese nel Nord-Est asiatico. Tuttavia, le sanzioni occidentali imposte alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022 hanno aumentato la dipendenza economica di Mosca da Pechino.

Le sanzioni hanno anche favorito legami più stretti tra la Russia e la Repubblica Popolare Democratica di Corea (DPRK). La RPDC ha fornito alla Russia proiettili di artiglieria e altre armi.

Inoltre, si prevede che la prossima visita del Presidente russo Vladimir Putin in Corea del Nord questo mese approfondirà i legami militari, una mossa che secondo i funzionari occidentali violerebbe le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

D’altra parte, ad aprile, Zhao Leji, il terzo funzionario del Partito Comunista Cinese, ha incontrato il leader nordcoreano Kim Jong Un a Pyongyang, indicando un riscaldamento delle relazioni. Date queste dinamiche, la Corea del Nord è pronta ad accettare i negoziati sul fiume Tumen.

Fiume Tumen

La concessione alla Cina della navigabilità sul fiume Tumen è coerente con l’attuale andamento delle relazioni Cino Russe a lo sviluppo della piena collaborazione fra le due parti.  La Cina intende creare una Zona Economica Speciale alle foci del fiume Tumen con il Mar del Giappone per poter rilanciare l’economia della CIna nord orientale, sinora tagliata fuori dal Mare. Quest’area multilaterale di sviluppo si chiamerebbe Tumen River Economic Development Area (TREDA)

La Cina otterrà il massimo ritorno, economico, diplomaticco e strategico dalla riapertura della navigazione sul fiume. Si calcola che solo il trasporto commerciale sul Tumen possa aggiungere 600 milioni al PIL della Cina.

Molti lavori da terminare, ma le premesse sono buone

Il fiume, iin questo momento, non è adatto alla navigazione di grandi mezzi: prima di tutto deve essere dragato e regolarizzato nel corso, quindi deve essere demolito il basso ponte di epocaa sovietica. Però l’effettuazione di questi lavori permetterebbe di facilitare la realizzazione della ‘Via della Seta Polare’, aprendo nuove rotte di navigazione nell’Artico, poiché lo scioglimento dei ghiacci crea percorsi potenzialmente più efficienti per il commercio marittimo con l’Europa.

Il cambiamento proposto potrebbe anche avere implicazioni significative per la sicurezza della regione. Nikkei Asia ha suggerito che le navi più grandi che la Cina intende far navigare nel Mar del Giappone includono navi di pattuglia della Guardia Costiera.

La Guardia Costiera giapponese sta affrontando una maggiore attività da parte delle navi del governo cinese vicino alle isole Senkaku, amministrate dal Giappone, che la Cina rivendica come isole Diaoyu.

Recentemente, quattro navi della Guardia Costiera cinese, dotate di quelle che sembravano essere mitragliatrici, sono entrate simultaneamente nelle acque territoriali del Giappone.

Se le attività della Guardia Costiera cinese aumentano nel Mar del Giappone, il Giappone potrebbe dover reindirizzare le sue navi della Guardia Costiera che monitorano le acque vicino alle Isole Senkaku. Questo indebolirebbe potenzialmente la sorveglianza del Giappone nel Mar Cinese Orientale.

Quindi il Giappone sarebbe iù vulnerabile e attaccabile da parte delle navi pattuglia cinesi. Un vero e proprio incubo per Tokio e anche per Seul, che si troverebbero il gigante cinese in un tratto di mare che, sino a ieri, ritenevano sicuro.


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