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Il dopo congresso della CDU della Merkel e il cambiamento che non convince (di Viola Ferrante)

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Quando, subito dopo le elezioni della Baviera e dell’Assia, è stato chiesto agli elettori la causa di quel risultato drammatico per i partiti della GroKo (Grosse Koalition) la risposta più frequente di un tedesco su tre è stata che la Merkel era il problema. Nonostante un contratto di governo mal digerito dagli elettori di entrambi i partiti (CDU e SPD) molti vedono nelle politiche della cancelliera poco spazio per la SPD che non ha la forza di far rispettare le sue istanze politiche e sociali dalla ancora potente premier.

A causa di ciò si è prodotto una perdita di profilo programmatico dei due partiti di coalizione, anche della CDU troppo appiattita sulle posizioni merkeliane anche quando queste non trovavano e non trovano il consenso della base. Si aggiunga la grave disputa sulle politiche migratorie tra lei e Seehofer del partito fratello bavarese CSU che ha rischiato di far saltare il governo, ma che era un tentativo del Ministro dell’Interno di offrire una sponda elettorale ai bavaresi per limitare il successo dell’AfD che è ormai presente in tutti i parlamenti regionali. Però la disputa ha deluso e irritato oltremodo gli elettori che continuano a vedere ignorate le loro istanze di cittadini, il cui tenore di vita è peggiorato sensibilmente nonostante i grandi successi economici della Grande Germania. La Merkel ne ha preso atto e, fatto unico nella storia moderna della RFT, si è dimessa da capo del suo partito, mantenendo però la cancelleria.

La segretaria della CDU Annegret Kramp-Karrenbauer (che tutti ormai chiamano semplicemente AKK, forse perché persino per loro è un nome difficile da pronunciare) si è subito attivata con un tour di “ascolto” e di promozione per la sua candidatura alla guida della CDU appoggiata apertamente dalla Merkel, che con lei a capo del partito non teme colpi mancini alla sua cancelleria. L’altro candidato era Friedrich Merz, lobbista della Black Rock, appoggiato invece dal falco Schäuble, ex-ministro delle finanze e attuale presidente del Bundestag, come anche dalla parte più conservatrice del partito. Merz si era ritirato 15 anni fa dalla politica attiva perché silurato dalla Merkel, quindi un contraente pericoloso per la cancelliera. Infatti durante il discorso di presentazione dei candidati ai delegati del congresso nazionale di Amburgo lei ha applaudito solo la Kramp-Karrenbauer, sottolineando così a chi sarebbe andato il suo voto.

La vincitrice è riuscita a raccogliere il 51% dei voti con un discorso pieno della parola “Mut” (coraggio) ma vuoto dal punto di vista programmatico. Ha parlato al cuore dei delegati con grande enfasi incoraggiandoli ad accompagnarla nella ricostituzione del partito, con un maggiore coinvolgimento dei giovani nelle decisioni politiche e promuovendo un tour dell'”ascolto” e del “fare”, senza entrare nel concreto di cosa “fare” per le politiche sociali, del lavoro, della sanità e delle politiche europee. Merz ha parlato alla testa dei delegati, con analisi lucide che mettevano in relazione stretta temi economici nazionali ed internazionali, in cui ha espresso la necessità di una riforma del mercato del lavoro in UE che soddisfi le “legittime richieste” dei popoli europei delusi dalle politiche finanziarie dell’Europa a discapito del mondo lavorativo, “se si vuole evitare una catastrofe europea”.

Il suo discorso non ha scaldato gli animi ma in compenso ha spaccato il partito e ora quel 49% non ha più rappresentanza nella CDU, visto che dopo la sconfitta Merz ha rifiutato qualsiasi incarico dopo l’invito della AKK a far parte del direttivo, dove continua però a sedere la Merkel. Un 49% che non vuole la firma del Global Compact per l’immigrazione, per esempio, che sarà invece sottoscritto dalla Cancelliera a Marrakesh. Oggi se si chiede ai sostenitori e agli iscritti democristiani dove va il partito con questa nuova guida, la risposta è “non si sa”, ma sperano comunque che lei riesca ad ammansire e a riportare in barca la metà dei delegati delusi. Con le ultime dichiarazioni odierne la Kramp-Karrenbauer ha sottolineato che la sua politica sarà differente da quella merkeliana, senza però riempire di contenuti questa differenza.

Un futuro tutto da scrivere, dunque, ma dagli esiti molto, molto incerti. Recuperare il terreno perduto dalla CDU non sarà semplice anche perché la GroKo con il “problema” Merkel continua il suo percorso senza un cambiamento tangibile delle politiche governative, con le elezioni europee alle porte che possono rappresentare una ennesima debacle per i partiti tradizionali popolari, di cui per il momento beneficiano solo i Verdi e l’AfD.

Viola Ferrante


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